Israele agirà contro la presenza dell’Iran in tutta la Siria. Questa è stata la dichiarazione resa martedì 10 luglio dal ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman durante la sua visita sulle alture del Golan, annesse da Israele.
“Non siamo disposti ad accettare la presenza iraniana in Siria”, – ha detto il ministro, le cui parole sono riportate sul sito del Ministero della Difesa israeliano. “Noi [Israele] agiremo contro ogni tentativo iraniano di ottenere un punto d’appoggio in Siria – ha detto Lieberman -. Nel momento in cui identificheremo una presenza iraniana, agiremo, non importa se si tengano ad una distanza di 40 km o 80 km [ dai confini di Israele] “.
Dal comunicato di fatto Israele si evince che Israele non riconosce la sovranità siriana: attacca dove e quando vuole e se la Siria risponde , contrattacca con rappresaglie. Se ha bisogno dell’acqua si prende il Golan e se ha bisogno di insediamenti si prende la Palestina. Naturalmente c’è da chiedersi cosa succederebbe se ogni stato ragionasse in questo modo…
L’ultimo episodio di aggressività israeliana è stato la reazione all’incursione (per 10 km in territorio israeliano) di un drone di osservazione attribuito di proprietà siriana. Il drone è stato abbattuto l’11 di luglio da un missile “patriot” israeliano dopo che ha volato nella zona sud del Mar di Galilea, nel nord dello Stato ebraico, passando per la Giordania.
In realtà il drone è di origine sconosciuta, non ci sono prove che sia siriano. La prova che in realtà Israele non sapeva se fosse siriano è che ha domandato alla Russia se fosse russo.
L’ufficiale dell’esercito israeliano Jonathan Konrikus ha riferito che la richiesta è arrivata alla Russia preliminarmente , prima di abbatterlo.
Una volta che la Russia ha negato che il drone fosse di sua proprietà, l’IDF ha ritenuto fosse siriano e lo ha abbattuto.
In proposito, l’Ufficiale israeliano ha dichiarato:
“Il velivolo senza equipaggio appartenente alle forze del governo siriano era disarmato e in missione di ricognizione, dobbiamo ancora capire come è finito nello spazio aereo israeliano – .. intenzionalmente o per caso,” (Ria.ru)
Ma non la vicenda non terminata con l’abbattimento del drone. La risposta è arrivata puntuale contro la Siria, questa volta senza chiedere chiarimenti: tre postazioni siriane sono state colpite, per fortuna senza vittime.
Per fare un paragone bisogna sapere che il Ministero della Difesa russo ha reso noto che immediatamente lungo territorio russo manovrano settimanalmente da 4 – a 7 velivoli stranieri. In genere per qualche minuto,alcuni di loro, sconfinano. Immaginiamoci ora se la Russia agisse come Israele cosa succederebbe..?
Ovviamente questo episodio è fortemente indicativo. Si vede chiaramente l’ostilità di Israele nei confronti della Siria: il drone era disarmato e poteva non essere siriano. Ma la Siria è già stata colpita.
Morale della favola: per Israele esistono solo tre soggetti ‘abilitati’ che possono esercitare la sovranità in Siria: USA, Russia ed Israele.
Di conseguenza, tutti gli altri stati – Siria compresa – per Tel Aviv sono fuorilegge ed ogni azione contro questi, è consentita. Lo si è visto chiaramente dal contenuto delle richieste del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che durante l’ incontro con il presidente russo Vladimir Putin a Mosca il 12 luglio, gli ha ribadito la posizione di Israele sulla situazione in Siria.
Secondo Reuters la principale richiesta di Netanyahu è stato ancora il ritiro delle truppe iraniane dalla Siria. “Non prenderemo provvedimenti contro il regime di Bashar Assad, ma gli iraniani dovranno ritirarsi”, ha detto Netanyahu.
Domanda: ma perché gli iraniani sono in Siria!?
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