Almeno una brigata motorizzata saudita dotata di circa 90 veicoli blindati sono stati spostati al confine con l’Iraq. Questa forza potrebbe diventare un nucleo di una forza comune che potrebbe essere utilizzato dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita per sostenere l’intervento militare turco in Siria. (fonte Southfront- analisi e intelligence)
Oggi le forze curde YPG sono state martellate dall’artiglieria turca per 3 ore (fonte Veteran Today).
L’equilibrio militare nel nord della Siria si sta spostando rapidamente. L’esercito e le milizie locali siriani supportate dalle forze aeree russe hanno tagliato i terroristi dalle principali linee di alimentazione provenienti dalla Turchia e hanno quasi circondato le forze militanti nella città di Aleppo. Questo è diventato possibile grazie al supporto dell’aviazione russa. Così, abbiamo potuto osservare una rottura costante in battaglia a danno delle forze terroriste. I progetti dei giocatori stranieri interessati a rovesciare il governo di Assad sono stati scombussolati.
Nella situazione contemporanea il regime del Erdogan agisce in qualità di sponsor principale di una minaccia terroristica in Medio Oriente. La Turchia è una parte cruciale della rete logistica terroristica che permette ai gruppi terroristici in Siria di ricevere forniture di armi e rinforzi. Le élite turche hanno un forte legame di affari tramite il contrabbando di petrolio con ISIS e altri gruppi salafiti in Siria. Le ambizioni imperiali di Erdogan in Medio Oriente giocano un ruolo importante nel conflitto. Erdogan ritiene che una ripartizione della Siria gli permetterà di impostare un protettorato o addirittura potrà occupare la parte settentrionale del paese arabo.
I successi delle forze antiterrorismo hanno distrutto però la speranza che questi piani si realizzino facilmente. Considerando questo, il regime di Erdogan ha lanciato i preparativi per un intervento diretto dentro il paese senza alcun mandato legale. Un’ alto livello di concentrazione di militari turchi si è già osservata in prossimità del confine siriano-turco . Inoltre, ci sono prove video che la Turchia sta conducendo una serie di bombardamenti dell’artiglieria transfrontaliera violando la sovranità siriana.
Gli esperti suggeriscono la Turchia è pronta a utilizzare circa 18.000 soldati con artiglieria pesante e supporto aereo per occupare una zoan di territorio profondo 30 chilometri oltre il confine che va dalla città di Jarabulus verso ovest alla città di Azaz.
L’operazione coprirebbe un’area sotto il controllo ISIS, e fornirebbe un’ assistenza militare diretta ai terroristi e facilitare stabilire di una zona cuscinetto per aiutare loro forze jadiste nel nord della Siria. Questo aumenterebbe drasticamente le tensioni con l’esercito arabo siriano (SAA) e le Forze democratiche siriane prevalentemente curde (SDF). Tuttavia, l’esercito turco è pienamente in grado di completare la prima mossa volta a respingere l’SAA e l’SDF dalla zona di cui sopra e di occupare una parte significativa del nord della Siria.
Questo passaggio probabilmente provocherà una risposta dura da parte delle forze armate russe che sono nel paese. I sistemi di difesa aerea russa di terra, della marina e gli aerei da combattimento sono pienamente in grado di neutralizzare l’aviazione turca che permetterà al governo siriano di puntare ad un contropiede contro le forze di intervento turco. Così, le forze anti-terrorismo avranno la possibilità di esercitare un contro-attacco, che sarà probabilmente supportato dalle Forze di Difesa aerospaziali russe .
Questa situazione porta a 2 scenari principali:
- Se SAA con il supporto delle forze delle milizie, dell’Iran e della Russia non è sarà grado di spingere i militari turchi dalla Siria, il regime di Erdogan rafforzerà la presenza nei territori occupati e avrà avuto il tempo di ricevere almeno il supporto di intelligence da parte della NATO. In questo caso, il conflitto potrebbe facilmente portare ad una guerra globale.
- Se SAA sostenuto dalle milizie locali,delle forze delle milizie, dell’Iran e della Russia riusciranno a battere le forze d’intervento turche e respingerle dalla Siria, la NATO dovrà affrontare il fatto che la Siria è de-facto liberata ei terroristi sono tagliati fuori dal loro principale fornitore. Si potrebbe evitare una escalation globale. E’ anche vero che i paesi della NATO potrebbero rafforzare la loro presenza in Iraq e usarla come un punto d’appoggio per lanciare ulteriori azioni distruttive contro la Siria. La situazione diventerà anche particolarmente acuta in Ucraina e in Asia centrale, perché una destabilizzazione in queste regioni potrebbe essere facilmente usata contro gli alleati principali della Siria: Russia e Iran.