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La bambina che scrive i tweet da Aleppo e gli allocchi che abboccano

I ‘caschi bianchi’ si sono un pò ‘bruciati’ negli ultimi tempi ma a quanto pare gli addetti alla pubblicità sono corsi ai ripari. La diversificazione è l’anima del commercio, anche se trafficare con questa ‘merce’ e cercare di far leva sui cuori ‘a fin di guerra’ è una cosa molto meschina. Comunque, dopo la bambina salvata  molte volte dai white elmetted, (forse per penuria di controfigure o per poca fantasia), il nuovo prodotto editoriale dei ‘ribelli’ o meglio dell’Aleppo Media Center (AMC) è Bana, la bambina di Aleppo di 7 anni che scrive twitter: sa usare internet, sa scrivere bene in inglese, contare fino a 140 caratteri, toccare i cuori ‘sensibili’.

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La paternità è con ogni probabilità dell’Aleppo Media Center‘ che cura la propaganda pro-ribelli in Aleppo, dalla Turchia.

Aleppo Media Center è l’hub della propaganda pro-ribelli, rifornisce di contenuti multimediali Stati Uniti, Regno Unito, i paesi della NATO, il Qatar, Al Jazeera e molti altri.

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L’ultima trovata è quella della bambina che usa twitter e diffonde i suoi messaggi dall’enclave di Aleppo est.

Anche in questo, caso la storia è partita per la prima volta dal ‘The Telegraph’, poi a ruota hanno ripreso tutti perchè si sa il Telegraph è un giornale ‘serio’.

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Questo uno degli ultimi tweet ripreso da un quotidiano: domenica intorno alle 21 ora italiana la piccola, che twitta in inglese da un profilo gestito dalla madre, ha scritto che la sua famiglia non ha più una casa, “è stata bombardata e sono tra le macerie. Ho visto morti e sono quasi morta”. Il tweet è completato da una foto che la mostra avvolta nella polvere.

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In un altro tweet Bana entraaddirittura in polemica con Putin ed Assad “”Per favore, Assad, Putin, fermate i bombardamenti.”

“Si prega di smettere di ucciderci”, ha detto in un tweet, dove aggiunge: “Ho bisogno di pace per diventare una insegnante. Questa guerra sta uccidendo il mio sogno. ”

Non sappiamo se Bana esiste veramente ma è certo che ci sono molti bambini che soffrono e che muoiono per la responsabilità principale degli aggressori, cioè i ribelli ed i loro sponsor.

Appunto per questo, perchè la storia è quella di mille altri bambini, non è giusto che la propaganda se ne appropri per fini terzi e gli dia parole e significati falsi e meschini con il solo scopo di confondere le acque e stravolgere la realtà.

Ciò che è chiaro è che questa storia sia messa su ad arte. Purtroppo quando si tratta di bambini prevale l’emozione e cadono le normali difese che normalmente abbiamo.

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Ma la realtà sul campo è un’altra non quella degli studi televisivi. Come primo passo da subito, potremmo vedere insieme il video che segue. E’ un video abbastanza raro ed introvabile ai più, giacchè oggi l’informazione è univoca e rende rare le fonti alternative. Deciderete autonomamente cosa ne pensate…

Intanto auguriamoci che anche Bana trovi presto l’uscita dall’enclave tenuta dai terroristi come ha fatto tutta questa gente che vedete. Sempre che chi ha fatto questi tweet glielo consenta e sempre che Bana sia ad Aleppo veramente.

Solo un’ultima ‘nota’: per capire il senso di questo video non servono ‘induzioni’ e non serve neanche capire l’arabo…

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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