Lo sapete, c’è un attivismo sfrenato sui social alla ricerca di untori, di coloro che non dicono la verità, di chi fa domande scomode, specialmente per quanto concerne le questioni mediche, ovvero il Co@id, la pand@mia, i va@@ini. Ne sa qualcosa il noto canale Youtube ‘Byoblu’ che da qualche tempo rischia la chiusura (nella versione social) avendo ricevuto il 2 avviso su 3), perchè secondo Youtube, avrebbe diffuso contenuti ‘controversi’.
Ovviamente, non esiste contraddittorio: decidono loro, le Big Tech; come se le loro opinioni beneficiassero del crisma della ‘scientificità’ mentre nessuna delle altre meritano dignità.
Il controllo è effettuato proprio coloro che hanno fatto giganteschi guadagni con la pandemia, mentre il lavoro reale , langue.
Sono proprio i grandi network internazionali , le Big Tech che si preoccupano oggi che gli ‘utenti’ non diffondano ‘Fake News’. Twitter ha cancellato decine di account per il crimine di ‘minare la fede nell’alleanza NATO, ma la lista è lunga ed in continuo aggiornamento…
Anche i governi negli ultimi anni dimostrano che il tema della ‘verità’ sia diventato essenziale per loro, perchè è un modo molto semplice per indirizzare l’opinione pubblica su un unico punto i vista. Perciò non c’è cosa più semplice che accusare opposizione e i dissenzienti, di fomentare ‘campagne di odio’.
Questo avviene comunemente, e sempre più spesso vengono premiate le realtà commerciali obbedienti. In Germania ‘Alternativa per la Germania” è censurata tramite apposite leggi ‘contro l’odio’, mentre noi ci stiamo adeguando velocemente.
E’ come nel film “Pervert’s Guide to Ideology” di Zizek ove sottolinea che la “propaganda” non è mai diffusa da un punto centrale da diabolici burattinai. L’ideologia è dispersa e decentralizzata e irradia da tutti i punti. È incarnato, e in un certo senso questo lo rende ancora più sinistro, perché non può essere contrastato dalla razionalità e dall’argomentazione.
E ci mancava: sempre da uno di questi punti, dopo Twitter, Faceb##k, Yout#be, ora è scesa in lizza anche la Microsoft; se ne parla di seguito nell’articolo che ripropongo:
@vietatoparlare
Ecco, da Prosyscom Tech News:
MICROSOFT LANCIA LA SANTA ALLEANZA CONTRO LA “DISINFORMAZIONE”
Ufficialmente si chiamerà “Coalition for Content Provenance and Authenticity” (C2PA), coalizione per la provenienza e l’autenticità dei contenuti, ma potrebbe chiamarsi tranquillamente la nuova santa alleanza dei big tech per la difesa dell’ortodossia del pensiero unico e dei propri interessi. Microsoft ha deciso, infatti, di unire le forze con altre importanti società tecnologiche e multimediali per “affrontare il crescente volume di disinformazione, fake news e frodi online, stabilendo standard per la protezione dei contenuti multimediali”.
Già qui una persona non ancora completamente obnubilata dalla propaganda mainstream inizierebbe a storcere il naso. Ancora una volta, un manipolo di grandi corporation private decide in totale autonomia standard globali validi per tutti, scavalcando completamente la giurisprudenza degli stati nazionali.
Oltre a Microsoft, gli altri cinque membri fondatori della nuova crociata del Bene saranno Adobe, Arm, BBC, Intel e Truepic. L’obiettivo dichiarato è “stabilire una soluzione di provenienza standardizzata con l’obiettivo di combattere i contenuti fuorvianti”.
Un modo diplomatico per non dire apertamente che il vero obiettivo è restringere il novero delle fonti affidabili escludendo fin dall’inizio tutte quelle fonti che non si atterranno ai loro standard. In pratica, verrà stabilito un limite: da una parte le fonti “certificate”, che saranno insignite del bollino blu di provenienza e che racconteranno unicamente ciò che la coalizione stessa vorrà che il pubblico sappia; dall’altra tutto il resto, che sarà automaticamente escluso e relegato nel campo delle “fake news”.
L’annuncio della nuova fondazione è stato fatto sul sito del Microsoft News Center. In una prima fase, i membri fondatori di C2PA lavoreranno a stretto contatto per stabilire specifiche di base che coprano tipi e formati di risorse multimediali standard e comuni, nonché il modo in cui i creatori e i consumatori possono “tracciare l’origine e l’evoluzione di un pezzo di media”.
In realtà, la “Coalition for Content Provenance and Authenticity” allinea progetti simili già sviluppati autonomamente in passato dai membri fondatori per proprio conto. Il nuovo “standard universale” dovrà proteggere il lavoro dei creatori di media in tutto il mondo, combattendo l’enorme crescita di fake news, disinformazione, manipolazione e propaganda che si trova nei media online e anche offline. Secondo Eric Horvitz, Chief Scientific Officer di Microsoft, “C’è un bisogno fondamentale di affrontare l’inganno diffuso nei contenuti online, ora potenziato dai progressi nell’intelligenza artificiale e nella grafica e diffuso rapidamente tramite Internet. Il nostro imperativo come ricercatori e tecnologi è creare e perfezionare approcci tecnici e sociotecnici a questa grande sfida del nostro tempo”.
Insomma, non vogliono rischiare un’altra sorpresa Trump. Censurare preventivamente è meglio che curare. Niente di cui dobbiamo preoccuparci, dunque. È “solo” un progetto globale di controllo dell’informazione, attuato da grandi corporation scavalcando istituzioni nazionali democraticamente elette. Non dubitiamo che, anche stavolta, lo faranno per il nostro bene.
(Fonte: Prosyscom Tech News (https://www.prosyscom.tech/tech-industry/microsoft-coalition-media-disinformation/))
patrizioricci by @vietatoparlare
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