D – Qual è la sua opinione sugli scontri armati del 21-22 agosto?
Jacques Borde – In primo luogo, la Battaglia di Tripoli, difatti, è incominciata. In secondo luogo, una repulsione certa per questa grande strage, che è stata possibile solo con i bombardamenti della NATO. Una NATO che ha da tempo superato il mandato delle Nazioni Unite che le era propria. Senza offesa per gli imprecatori filo-sessuologi salottieri preferiti del Je Suis Partout di questa OPA coloniale, l’Asse atlantico è UN, per non dire IL belligerante incontestabile di questa parte della guerra…
D – Quali sono i partecipanti, allora?
Jacques Borde – Qui le cose si fanno rapidamente interessanti. Primo, BfmTv.com, ci ha mostrato le immagini di combattenti mascherati intorno ad un “ufficiale” ribelle. Per cominciare, alcune osservazioni:
1. L’ufficiale in questione, oltre ad una buona folla di beduini lambda, sembra completamente sopraffatto e, francamente, sembra chiedersi che cosa ci faccia la in mezzo a degli uomini incappucciati e dalle figure impressionanti.
2. I combattenti in questione hanno una tonalità della pelle più chiara della media dei libici. Da qui la mia domanda: sono davvero libici? O, più probabilmente, stranieri! Vale a dire combattenti stranieri (mercenari, imprenditori, forze speciali occidentali, ecc.)
3. I combattenti in questione indossano giacconi mimetici centro-europei e inglesi E passamontagna. Si noti che questa è la prima volta che vedo questo tipo di mimetiche sulle immagini dal fronte libico. Quindi ipotizzando che i combattenti armati con mimetiche inglesi e passamontagna sono, con ogni probabilità, membri delle SAS o SBS di Sua Graziosa Maestà, gli utenti regolari di questi equipaggiamenti operativi…
4. Noto anche che l’uso di passamontagna da parte degli insorti libici, è una novità. Nonostante la loro capacità al combattimento molto relativa, gli insorti filo-occidentali hanno sempre combattuto, al 99,99%, a viso aperto. Perché nascondersi in questo modo, se non l’hanno mai fatto prima, durante i loro, frequenti, rovesciamenti di fortuna?
D – Quindi la SAS e altre forze speciali britanniche, sono in ballo?
Jacques Borde – Molto sicuramente. Ma non solo. Abbiamo parlato di 1000 – 1200 uomini, di cui 400 contractor cileni! A priori, anche molti francesi. A questo punto un dettaglio mi ha colpito: la comparsa di piccole armi di concezione SERBA, tra le mani degli insorti filo-occidentali. A differenza di BHL (e altri) non ho problemi ad identificare la fonte dei materiali dalle loro caratteristiche tecniche! Così:
1. La presenza di elementi francesi che inquadrano e guidano la lotta (in realtà combattono al posto loro) degli insorti filo-occidentali è sufficientemente provato.
2. Innegabile presenza, sulla prima linea, di : a – fucili d’assalto Zastava Oružje 1M-70B1/B2, nuovi fiammanti, b – fucili da cecchino M-76 (senza cannocchiali). Il primo è la derivazione jugoslava dell’AK-47 (e non dell’AKM). E’ ben riconoscibile dal suo mirino fisso sull’arma. L’M-76 versione leggera da cecchino dell’M-70.
3. Fatta eccezione per Seif al-Islam (che aveva un M-70B1/B2), in un video pubblicato nella notte del 22-23 agosto 2011, non avevo notato, fino ad ora, questo tipo di armi di piccolo calibro nelle mani degli insorti filo-occidentali, o anche tra quelli delle forze lealiste. Esiste, naturalmente la possibilità di consegne recenti – che quindi renderebbe coloro che li hanno consegnati, colpevoli di traffico di armi – Libia nel suo complesso è sotto embargo militare. Il fatto che tali armi siano state saccheggiate da poco sembra sorprendente. Infatti, M-70B1/b2, M-76 e M-91, essendo di fattura migliore dei loro originali russi, sarebbe sensato che le truppe lealiste ne fossero ampiamente dotate…
4. Chiaramente, combattendo tra i ribelli (se non al posto loro), i francesi, per ragioni sia, di discrezione che di logistica, non potevano dotarsi di Famas, M-4 o G-36 e HK-416, le armi del personale delle Forze Speciali della Repubblica. Avevano armi compatibili con le enormi quantità di munizioni recuperate in loco. Chiaramente, il 7,62×39 mm Sovietico per l’M-70, che è importante sottolineare, utilizza gli stessi caricatori dell’AK-47 e degli AKM dei lealisti e dei ribelli. E il 7,62x54R per gli M-76, ossia lo stesso calibro dei fucili leggero da cecchino Dragunov delle forze lealisti e ribelli. Anche i Dragunov sono prodotti in Serbia sotto l’etichetta di M-91. Ma non c’è modo di distinguerli da quelli di altri origini.
5. In generale, sono soldati di ventura o attivi, cui piace lavorare con armi e munizioni che hanno già provato e che già conoscono.
6. Durante lo scontro a fuoco, relativamente grandi, i soldati di fortuna francesi, nello Zaire (ora RDC) al servizio di Mobutu, quali armi hanno usato? Esattamente gli stessi: il fucile d’assalto M-70B1/B2, nuovi fiammanti e i fucili da cecchino M-76.
7. Non vi è pertanto alcuna sorpresa, per i francesi che vogliono dotarsi in fretta, a mio modesto parere, non avendo la Francia (tranne che in piccole quantità, per così dire) armi compatibili con gli standard del Patto di Varsavia, di essersi rivolto a un fornitore che conoscevano da molto tempo: gli arsenali serbi della ex Jugoslavia.
8. Arsenali in questione che avevano degli stand all’ultimo Salone dell’armamento terrestre a Villepinte, Eurosatory 2010, sotto l’egida della Yugoimport-SPDR, che rappresenta all’estro le imprese belliche del paese …
D – Niente statunitensi?
Jacques Borde – Naturalmente sì. Molti video mostrano, con pochi dubbi, i contractor degli Stati Uniti che combattono al fianco dei ribelli. Ricordate le immagini del dispiegamento di forze speciali USA nella conquista dell’Afghanistan, vedrete … E il loro numero può aumentare nella misura in cui, in generale, gli statunitensi – che, per ovvi obiettivi di predazione economica, torneranno in forze in Libia – raramente lasciano ad altri il compito di garantire la sicurezza dei loro cittadini e proprietà. Questo non sarà senza problemi.
D – Di che tipo?
Jacques Borde – Nella misura in cui gli statunitensi, lungi dal portare la pace, il benessere e la sicurezza a coloro che invadono ed occupano, sono spesso un fattore aggravante. Come è avvenuto in Iraq …
Q – Di quanto?
Jacques Borde – Ricordate il 16 settembre 2007. In quel giorno a Baghdad, i membri della principale compagnia privata militare (PMC), Blackwater, si abbandonarono ad un vero e proprio massacro. Simile in grandezza alla Domenica di sangue nell’Irlanda occupata dagli inglesi. Al punto che la squadra di inchiesta creata dall’amministrazione Maliki, ha osservato, circa la Blackwater. nella loro relazione preliminare che “l’assassinio a sangue freddo dei cittadini [in Iraq] nel quartiere di Nissouri, è considerato un atto terroristico contro civili, come ogni operazione terroristica“.
Sì. Avete letto bene, il comportamento di un membro della più grande PMC nordamericana che opera in Iraq, è considerato dalle autorità locali di questo paese, che mangiano dalla mano dell’occupante statunitense, come un “atto terroristico” e una “operazione terrorista” 2. Queste sono, grosso modo, gli stessi molossi che gli Stati Uniti scateneranno in Libia. Rassicurante, no?
D – Non considerate l’arrivo in forze degli statunitensi, come una buona cosa per la Libia?
Jacques Borde – No. Per aderire a questa idea – che, senza dubbio, probabilmente aumenterà l’entusiasmo di un BHL, tanto affarista occupato quanto imbonitore impenitente – avrei dovuto credere alla volontà degli statunitensi di essere dei responsabili onesti del paese che hanno sequestrato…
D. – E questo non è il caso?
Jacques Borde – Assolutamente no. E’ una leggenda metropolitana. Basta guardare a tutto il male che hanno portato in Iraq con le forze di occupazione nordamericane. Dopo tutti questi anni, Baghdad ha ancora poche ore di elettricità al giorno! Buon esempio! Nel suo libro, Jeremy Scahill ci ammonisce che “la migliore eredità di Bremer, sulle rive del Tigri, dove ha lavorato come proconsole dell’occupazione degli Stati Uniti per più di un anno, è stata senza dubbio trasformare il paese sotto il suo controllo, nell’epicentro globale della resistenza anti-statunitense. Ha amministrato l’Iraq con un sistema che facilitava la corruzione e l’appropriazione indebita nell’ambito del redditizio settore deglie eserciti privati“… 3.
D – Ed è quello che accadrà in Libia?
Jacques Borde – Sì, ma aspettate, non ho finito la mia citazione. Scahill continua. “Alla fine del suo mandato, circa 9 miliardi di fondi per la ricostruzione dell’Iraq erano scomparsi senza spiegazione, secondo una verifica da parte dell’Ispettore Generale per l’Iraq” 4.
D – Bremer non si difese?
Jacques Borde – Sì, naturalmente! Nel corso dell’udienza, l’audit in questione “si basava su criteri irrealistici” 5! Quel che credo è che gli statunitensi – che, con i francesi, hanno già distolto gran parte del patrimonio libico -, naturalmente, agiscono per darne una piccola parte agli insorti filo-occidentali. Si tratta di uno sciame di locuste particolarmente ben organizzato e feroce, che cadrà sulla Libia. Dategli fiducia. Chissà, riapparirà L. Paul Bremer III emerito Gauleiter dell’Asse Atlantico. A meno che il presidente francese, Nicolas Sarkozy, non ritiri fuori Kouchner dal suo cappello da mago. O DSK! E se cito il libro di Scahill sulla Blackwater, non è, naturalmente, per caso. Una delle piste più sicure per succhiare – con entusiasmo e abilmente – il sangue dei libici sarà di far pagare la loro (in)sicurezza ad un prezzo alto, facendo sbarcare le loro enormi compagnie militari private. Ovviamente, queste, che prosperano sulla miseria dei paesi in cui atterrano, saranno le ultime ad avere interesse in una Libia che ritrova la sua prosperità di anteguerra. E non parlo del welfare che aveva istituito Gheddafi. Con po’ di fortuna, la fu Jamahiriya sarà una pallida copia della Tunisia. Oltre che più povera! Nel peggiore dei casi, un inferno tra l’Afghanistan e la Somalia …
D – E la visione di BHL …?
Jacques Borde – là, vi arresto subito. Come nessuno dei nostri intellettuali da salotto non è MAI stato in prima linea, in una qualsiasi parte del mondo, le loro opinioni non hanno un’oncia d’interesse. Se non ricordo male, l’unica prestazione da “guerriero” (sic) che ci ha dato il più illustre di loro a Sarajevo, fu, giacendo in una grondaia, rispondere a una intervista con i passanti che lo vedevano metà sorpresi e metà divertiti, (il primus inter pares della nuova filosofia aveva sentito uno sparo lontano). Per quanto riguarda un altro, in circostanze quasi identiche, al suono (per quanto remoto) di un mortaio, il suo sfintere lo tradì e dovette tornare al suo albergo sporco di materia e con passo esitante … Intendiamoci, quando si parla di “visione” di BHL è il plurale che si dovrebbe usare …
D – Perché?
Jacques Borde – Perché, ovviamente, la logorrea di BHL sulla Libia si basa più su visioni della Libia, non su una visione obiettiva della Libia …
D – Ma in cosa?
Jacques Borde – Bene, cominciamo! Visione n°1. La presa di Tripoli degli insorti filo-occidentali. Meno che non si sia sordi e ciechi, nessuno può ragionevolmente sostenere questa sciocchezza. Senza prendersela con de la Palisse, è chiaro che se la battaglia di Tripoli è in corso dal 23 agosto 2011, non è stata conquistata il 22 agosto! Idem per quel “giornalista” (sic) che ci ha detto, nella stessa frase, che i lealisti non controllavano che il quartier generale di Gheddafi e che si combatteva ad “ogni angolo di strada” nella città! Ad oggi, i combattimenti non si sono fermati!
Visione n°2. Uno dei figli di Gheddafi è nelle mani dei ribelli. Parzialmente vero, a questo Gheddafi, a quanto pare, è stato impedito di muoversi da parte degli insorti. Ma l’acquisizione da parte i lealisti della suddetta zona gli ha recuperato la sua intera capacità di movimento.
Visione n°1. Gli insorti filo-occidentali non hanno bisogno di niente e nessuno per avanzare. Coloro che affermano il contrario stanno cercando di sminuire la gloria di questi valorosi combattenti. Anche l’assai filo-regime Figaro ha fatto eco al sostegno delle forze occidentali, a partire dalla sua forniture di armi agli insorti.
Visione n°1. Il più funesto figlio di Gheddafi (nella mentalità di BHL, voglio dire, Seif el-Islam, è stato preso vivo dai ribelli! La favola durerà nelle redazioni, fino al passaggio, come una folata di vento, della persona interessata, ovviamente in piena forma fisica e morale, in un hotel a Tripoli, da dove perora la maggior parte dei giornalisti occidentali, che ricostruiscono la guerra e il mondo, senza lasciarne la sala d’ingresso! Con una menzione speciale – onanismo sfrenato – per i tenutari della Procura del Tribunale penale internazionale che, sulla scia, ci avevano annunciato come imminente il trasferimento di Seif el-Islam nei loro locali. Suggerimenti pratici all’argentino Luis Moreno Ocampo e i suoi sbirri:
1. Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso…
2. Ottenere un sacco di stracci prima di impegnarsi in un delirio così sfrenato (non va bene “sollazzarsi” così, durante le ore di servizio).
3. Imparare il tango e intraprendere la carriera di professionista dello spettacolo.
D – E la Russia?
Jacques Borde – fedele a se stessa. Dall’inizio del conflitto, ha dato il meglio di sè nel suo onanismo diplomatico, annunciando la disponibilità a lavorare con il potere che emergerà dai combattimenti tripolitani. Peggio ancora, la Russia – come una iena, guardando la morte del leone – attende, come ha detto, “la cessione imminente” del potere ai ribelli. Che piccolezza, che bassezza d’animo! A chi serve precisamente la cricca di burocrati ex-sovietici che si contendono il potere? Oltre a gozzovigliare con le rendite di Gazprom? Mi chiedo … Ma per plagiare, sia Stalin che Rafi Eitan: “Quando non sei parte della soluzione, sei parte del problema“! Viene da chiedersi se per chiarirsi, infine, il paesaggio geopolitico a est, non sarebbe appropriata una “Primavera russa” che ci liberarsi, una volta per tutte, di piccoli uomini che inutilmente ingombrano i corridoi del potere Russo. Tabula rasa, insomma!…
D – Dove sarebbe la Guida caduta?
Jacques Borde – Caduta, ma non morta! Nessuna certezza su ciò… Nessuna fonte specifica delle agenzie di sicurezza di un paese vicino dimostra la sua presenza in Algeria …. Ma nulla è confermato. E’ probabile che lui sia ancora in Libia.
Note:
[1] O Zastava Arms, filiale della Zastava che è, allo stesso titolo della azienda russa, Izhmash, il principale fabriccante di armi leggere serbe. La ditta è nata a Kragujevac (60 km a sud di Belgrado). Collabora dal 1990 con le IMI e altre impresa israeliane dell’armamento.
[2] Security Firm faces Criminal charges in Iraq, James Gkantz & Sabrina Tarnerwise, New York Times (23 septembre 2004).
[3] Blackwater, l’ascension de l’armée privée la plus puissante au monde, p.119, Jeremy Scahill, Actes Sud, 2008.
[4] Blackwater, l’ascension de l’armée privée la plus puissante au monde, p.119, Jeremy Scahill, Actes Sud, 2008.
[5] Blackwater, l’ascension de l’armée privée la plus puissante au monde, p.119, Jeremy Scahill, Actes Sud, 2008