Gli Stati Uniti hanno accusato il governo di Bashar al-Assad di preparare ‘nuovi attacchi chimici in Siria’. La notizia è stata data dal portavoce del Pentagono Adam Stump, dal portavoce del Dipartimento di Stato USA J. Davis e dal segretario stampa della Casa Bianca Shona Spaysera. Washington ha minacciato dure misure di ritorsione contro il governo siriano se questi attacchi si verificassero (qui NYT).
Casa Bianca: “Gli Stati Uniti vede potenziali preparativi per un altro attacco con armi chimiche da parte del regime di Assad, che potrebbe portare alla morte di massa di civili, tra cui bambini innocenti. Tale azioni sarebbero come quelle che sono state fatte prima con l’attacco con armi chimiche il 4 aprile 2017, “-
Il portavoce del Pentagono Adam Stump ha detto che il Dipartimento della Difesa “è ancora focalizzato sulla lotta contro ISIS ” Ma che “tuttavia, le continue atrocità del regime di Assad e l’uso di armi chimiche rappresentano una chiara minaccia alla stabilità regionale e alla sicurezza, nonché agli interessi degli Stati Uniti e dei nostri alleati nella sfera della sicurezza nazionale”.
Come ricorderete, a seguito del precedente attacco chimico mai accertato, (vedi anche “Analysis of evidence contradicts allegations on Syrian gas attacks”), del 7 aprile 2017, il presidente Trump ha ordinato alle navi USA nel Mediterraneo un attacco sulla base aerea della Syrian Arab Army “Shayrat” con 59 missili da crociera. Anche oggi gli USA ne parlando come un dato di fatto nonostante le evidenze vadano tutte in altro senso.
In realtà di quell’attacco mai vi fu nessuna prova che furono effettuati dalle forze armate siriane e non dai cosiddetti ribelli. Gli Stati occidentali in proposito, hanno sempre rifiutato una indagine indipendente. La base di siriana era in prima linea contro ISIS.
Washington ha messo in guardia il presidente siriano Bashar Assad, che nel caso di ‘un nuovo attacco chimico’ lui e il ‘suo esercito’, “pagherà un prezzo elevato.” Nel frattempo, il portavoce ufficiale del governo di Damasco , ha detto che la Siria non ha alcuna intenzione di usare armi chimiche e non che lo ha mai fatto.
Ma la macchina da guerra USA, va avanti si sta già premunendo di trovare consenso sulla loro risposta all’attacco mai avvenuto: i presidenti di Francia e Stati Uniti, Emmanuel Macron e Donald Trump martedì 27 giugno hanno avuto una conversazione telefonica, durante la quale hanno accettato di dare una risposta comune in caso di un attacco chimico in Siria. Dichiarazioni in tal senso anche da parte della Gran Bretagna (vedi qui Mirror).
La ‘previsione’ è stata al centro di un colloquio tra il Segretario di Stato americano Rex Tillerson con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, lo riporta il ‘Daily Beast’ citando fonti della Casa Bianca. Sergey Lavrov ha esortato Washington ad ‘evitare provocazioni contro la Siria che sta combattendo contro i terroristi’.
Da parte sua, l’Onu ha rifiutato di commentare questo rapporto su un attacco ipotetico (Analoga ipotesi ma di segno contrario, era stato fatta dai russi, ma senza alcuna mobilitazione o ‘stracciamento’ di vesti da parte USA).
Ma naturalmente i media come RAI 1 nei loro notiziari – che ho visto personalmente oggi – prendono per buono la dichiarazione della Casa Bianca senza informare ulteriormente gli spettatori sulle incongruenze presenti nella dichiarazione. Questo avviene mentre su un altro canale televisivo è passata ancora la farsa di Bana, la ragazzina utilizzata nella campagna di PR di ‘Aleppo Media Center’ con base in Turchia a favore dei ribelli di Aleppi ‘assediati’ nei quartieri di Aleppo est.
Anche in questo caso, confidando su una disinformazione sleale, si stratificano le falsità come fossero vere. Il fine è quello di corrompere ancora gli spettatori ignari e creare un clima idoneo a quando predetto dagli Stati Uniti. Certo è che una ipotesi del genere farebbe comodo solo a loro che non sanno ormai più che pesci prendere per tenere accesa la crisi siriana e divisa la Siria.
Naturalmente la verità è un’altra ed è estremamente semplice. Credo che si tratta di preparare ai veri crimini che presto saranno commessi dai terroristi al servizio degli Stati Uniti. Questi terroristi – che da un po di tempo non profittano da azioni del genere – stanno ora soffrendo un disastro militare molto serio su tutti i fronti.
Gli USA non sanno come fare per agire sotto la copertura di una parvenza di legittimità. Hanno già attaccato per ben tre volte l’esercito siriano che svolgeva operazioni anti-terrorismo e ultimamente l’US Air Force ha abbattuto un aereo siriano SU 22 che bombatdava ISIS in prov. di Raqqa . A tal proposito il generale Charlz Korkoran ha detto che i piloti degli Stati Uniti questo mese sono stati preventivamente incoraggiati ad abbattere i caccia siriani in tre operazioni separate .
Così, quello che dovrebbe accadere tra breve , sarà un nuovo massacro da addebitare ad Assad. Sarà così possibile usarlo come pretesto per il prossimo colpo da assestare su coloro che hanno osato disobbedire agli americani.
I precedenti già ci sono. già un paio di attacchi – compreso quello di Ghouta – sono stati attribuiti automaticamente al governo siriano. La Russia in quell’occasione riusci a bloccare l’ attacco devastante degli USA facendo distruggere tutte le armi chimiche stoccate dal governo siriano. Gli ispettori USA controllarono meticolosamente la loro distruzione.
Ma, come sapete, uno dei valori fondamentali del sistema di governo americano – è che ogni nuova amministrazione ha il diritto di considerare se stessa, non vincolata dalle decisioni delle precedente amministrazioni. Di conseguenza, il presidente della Trump non solo dimentica che il disarmo chimico è già stato una realizzazione personale di Obama, ma può anche fare finta che le scorte in Siria ci siano ancora. Tanto sono gli USA a dirlo … e chiedere loro il contraddittorio – con la disonesta dei nostri pennivendoli e leader politici europei – è un’impresa impossibile.
E ‘chiaro, naturalmente, che nessun leader sano di mente dopo aver ricevuto simili “avvertimenti” metterebbe mai in atto un attacco chimico anche se ne avesse l’opportunità. Ma dire questo sarebbe chiedere agli Stati Uniti ed alla maggior parte degli italiani, di ragionare. Ma fa sentire male … è troppo chiedersi, chi ci guadagnerebbe se tutto ciò che è stato ipotizzato dagli USA, avvenisse?
Ma a parte le ‘utili’ supposizioni americane, ad oggi c’è solo una notizia: l’inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla Siria, Staffan de Mistura ha detto che il fatto che dal mese di maggio, epoca in cui Russia, l’Iran e la Turchia hanno deciso di istituire zone di de-conflict designate, ha portato ad una marcata riduzione del livello di violenza in Siria.
Ecco Assad che secondo gli USA in questi giorni prepara attacchi chimici…
A fronte di queste accuse il presidente Assad, che l’altro ieri è stato ad Hama per la fine del Ramadan, ha visitato oggi la base russa situata nella provincia di Latakia e si è seduto nella cabina di pilotaggio di un S 35 russo. accompagnato dal capo del russo maggiore generale Valery Gerasimov. In pratica sta cominciando a girare in lungo e largo la SIRIA. Cosa vuol dire questo. I nostri media hanno ben cura di non far vedere quelle immagini, altrimenti si vedrebbe la gente- gente.
[su_panel shadow=”2px 1px 2px #eeeeee”]A PROPOSITO DEL ‘PRECEDENTE’ ATTACCO CHIMICO:
Molto probabilmente, a Khan Shaykhun (provincia di Idlib) c’era fabbrica artigianale che produceva munizioni per i militanti, come razzi ad alto esplosivo per mortaio. Parte di questo munizionamento era caricato con improvvisati agenti chimici (RH) agenti nervini come il sarin o Soman. Essi sono abbastanza facili da fare uin “casa”. Gli Islamisti radicali in Siria li hanno ripetutamente utilizzando contro le forze governative. Quando una bomba aereo rilasciata da un aereo siriano, ha colpito il magazzino dove erano custodite quelle armi. una nuvola coprì la città, e ci furono vittime tra la popolazione civile.
Ma l’incidente potrebbe essere addirittura una false flag. D’altra parte l’uso dei gas da parte dei ribelli era stato testimoniato anche dalla Commissaria ONU Del Ponte. «Forse i ribelli hanno usato il gas Sarin il 19 marzo. Ma dobbiamo accertarlo, come per tutti i 14 casi sospetti su cui stiamo indagando. Non esistono ancora prove concludenti». Così aveva dichiarato in un’intervista a Repubblica Carla Del Ponte, membro della Commissione Onu sulle violazioni ai diritti umani in Siria.[/su_panel]
vedi anche GLI OCCHI DELLA GUERRA “nessuna prova su Idlib”