LA CHIESA ARCOBALENO: UN VIAGGIO TRA IRONIA E RIFLESSIONE

Siamo nel 2025, anno giubilare della Chiesa Cattolica, e le sorprese non mancano. Tra le innumerevoli celebrazioni che popolano il calendario, spicca una novità dal sapore decisamente contemporaneo: il primo pellegrinaggio ufficiale della comunità LGBT+, benedetto da Papa Francesco in persona. La notizia ha suscitato reazioni contrastanti: dall’entusiasmo arcobaleno all’indignazione dei più conservatori, fino al classico “non ci posso credere” pronunciato nei corridoi della Curia.

Secondo quanto riportato, l’evento è stato ideato dal gesuita Pino Piva e sostenuto da figure di rilievo come il Cardinal Zuppi e l’Arcivescovo Fisichella. Per chi non avesse dimestichezza con il linguaggio ecclesiastico, questo equivale a una tripla approvazione con benedizione incorporata. Il pellegrinaggio culminerà in un momento storico: il passaggio della comunità LGBT+ attraverso la Porta Santa di San Pietro. Da sempre simbolo di riconciliazione e grazia, la Porta Santa si prepara ad accogliere fedeli con un bagaglio spirituale decisamente variegato, ma soprattutto viene accettato LGBT come organizzazione, come massa critica, come status peculiare. Quindi non uomini inanzitutto ma status da cui dipende l’uomo con la sua umanità di creatura.

Il pellegrinaggio includerà una veglia di preghiera e una Messa nella maestosa chiesa del Gesù, dove riposa Sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti. Chi meglio di lui, che trasformò un passato mondano in una missione divina, per accogliere un’iniziativa altrettanto trasformativa? Certo, qualcuno potrebbe ironizzare sul fatto che Sant’Ignazio, noto per il rigore, non si sarebbe mai immaginato di condividere il suo spazio con associazioni che disegnano Cristo con un’aureola arcobaleno. Ma, come si dice, Deus semper maior: Dio è sempre più grande, persino delle nostre perplessità.

UNA CHIESA, TANTE CASE

Il titolo del pellegrinaggio, “Chiesa: Casa per tutti, cristiani LGBT+ e altre frontiere esistenziali”, racchiude il messaggio del Papa: una Chiesa che non si limita a essere un club per pochi eletti, ma si apre a quelle “periferie” tanto care a Francesco. È un gesto inclusivo che, per quanto discusso, riflette un cambiamento epocale. Tuttavia, l’ironia non può mancare: se il Giubileo è tradizionalmente un’occasione per pentirsi dei propri peccati, qui sembra più un’opportunità per rendere la condizione LCBT un carattere peculiare da valorizzare per il singolo e pentire la Chiesa di non essere stata abbastanza accogliente.

IL PARADOSSO DELL’ARCHEOLOGIA SPIRITUALE

Non si può negare che la vicenda sollevi interrogativi teologici e pastorali. Se da un lato vuole nell’intenzione promuovere un messaggio di accoglienza, dall’altro non mancano i rischi di confusione dottrinale. Cosa significa realmente “casa per tutti”? È un invito a entrare per trasformarsi o un gesto di conferma? La Chiesa, nel suo duemila anni di storia, è sempre stata abile nel navigare tra misericordia e verità, ma questa nuova rotta potrebbe incagliarsi sugli scogli del relativismo.

UNA RIFLESSIONE

In tutto questo, la comunità cattolica è chiamata a una riflessione profonda. Se è vero che il Vangelo parla di accoglienza, è altrettanto vero che questa non può prescindere dalla conversione. È qui che si gioca la partita: non nella celebrazione della diversità come fine a sé stessa, ma nella possibilità che ogni diversità possa incontrare la verità di Cristo.

Nel frattempo, ci auguriamo che il pellegrinaggio non si riduca a un evento mediatico o a uno slogan. Per il resto non possiamo fare altro che pungolare, con rispetto, affinché la Chiesa rimanga ciò che deve essere – una casa, sì, ma con fondamenta solide e custode.

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nota a margine:

L’evento giubilare “Chiesa: casa per tutti, cristiani LGBT+ e altre frontiere esistenziali” si terrà il 6 settembre 2025. Il programma prevede una veglia di preghiera il 5 settembre alle ore 20:00 presso la Chiesa del Gesù a Roma, seguita il giorno successivo, alle ore 15:00, dal passaggio attraverso la Porta Santa nella Basilica di San Pietro. La giornata si concluderà con una Messa alle ore 19:00 nella Chiesa del Gesù, celebrata da monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana (RAI NEWS)