La chiesa cattolica sempre più portavoce dei poteri globali?

La nuova Bussola Quotidiana stigmatizza il caso del card. “progressista” Blase Joseph Cupich (https://lanuovabq.it/it/per-cupich-di-non-negoziabile-ce-soltanto-lagenda-dem).

La pubblicazione rivela che il nostro “eroe” progressista ha recentemente sollevato l’indignazione di molti cattolici, non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. Cosa avrà mai fatto, vi chiederete. Beh, ha partecipato alla Convention Nazionale Democratica (DNC) a Chicago, nascondendo la sua croce pettorale e, senza menzionare Cristo, ha pronunciato una preghiera di apertura mentre a pochi isolati di distanza si praticavano aborti e vasectomie gratuiti in una clinica mobile di Planned Parenthood. Che coincidenza, vero?

Ma non preoccupatevi, non c’era assolutamente alcun collegamento tra l’evento della DNC e la clinica mobile di Planned Parenthood… almeno, secondo i funzionari democratici. Eppure, sorprendentemente, gli stessi organizzatori di Planned Parenthood non hanno esitato a rivendicare con orgoglio il legame, programmando le “procedure” per coincidere con l’afflusso di partecipanti alla Convention. Il tempismo comunque era perfetto! È quasi come se ci fosse una sorta di “unità d’intenti” tra i promotori della cultura della morte e la leadership politica che abbraccia tutto ciò che è contrario ai “cosiddetti” principi non negoziabili della Chiesa.

E dov’era il cardinale Cupich in tutto questo? Non certo fuori dalla clinica a pregare il rosario o a difendere la vita nascente, no! Era all’interno del sontuoso United Center, parlando di “giustizia”, “libertà”, e “speranza illimitata”. Tutti concetti meravigliosi, naturalmente, ma stranamente vuoti quando si omette il nome di Cristo e il messaggio salvifico della vita umana dal concepimento alla morte naturale. Forse il cardinale pensava che parlare di Gesù in un simile contesto avrebbe offeso le delicate sensibilità dei suoi nuovi amici progressisti? Non sia mai!

Ma del resto, perché dovremmo essere sorpresi? Dopotutto, Cupich è stato sempre il maestro della retorica accomodante. La Nuova Bussola Quotidiana ricorda il 2008, quando, durante la campagna elettorale per la presidenza, si distinse tra i pochi vescovi americani a simpatizzare apertamente per Barack Obama. Inoltre, nel 2006, come vescovo di Rapid City, chiamò alla “moderazione” durante un referendum cruciale che avrebbe potuto limitare l’aborto nel Dakota del Sud? Sembra che la sua vocazione non sia tanto quella di guidare le anime verso Cristo, ma di guidarle con delicatezza lontano dalle scomode verità morali insegnate dalla Chiesa.

E come dimenticare il 2021, quando criticò aspramente il presidente della Conferenza Episcopale Statunitense, monsignor José Gomez, per aver osato definire le politiche pro-choice di Joe Biden come “mali morali”? Per Cupich, queste erano parole “sconsiderate”. Chissà, forse il cardinale crede che sia più pastorale abbracciare l’ambiguità morale e la “tolleranza” piuttosto che difendere fermamente la verità.

Cupich quando si è dimostrato pronto a mostrare il pugno di ferro…lo ha fatto solo quando si trattava di reprimere le comunità tradizionali e liturgiche. Nel 2002, proibì il rito antico nella cappella dell’Immacolata Concezione, costringendo i fedeli a celebrare sul marciapiede . Ed ancora, ha accolto con entusiasmo le restrizioni di Traditionis Custodes, definendole “un dono”. Si vede che il cardinale è molto più a suo agio nel disciplinare i fedeli tradizionalisti piuttosto che nel difendere la dottrina della Chiesa contro i veri mali del nostro tempo.

Infine, la NBQ ci ricorda che la carriera di Cupich è salita vertiginosamente sotto il pontificato di Papa Francesco, dopo anni di stagnazione sotto Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. A quanto pare, essere in sintonia con la nuova direzione della “Chiesa sinodale” ha i suoi vantaggi. E così, Cupich e la sua compagnia di cardinali progressisti rimangono al sicuro nelle loro posizioni, mentre i difensori della tradizione e della dottrina vengono emarginati.

In conclusione, cari lettori, il cardinale Cupich ci ricorda che non tutti i pastori sono disposti a mettere la propria carriera in pericolo per difendere la verità della fede. Alcuni preferiscono piegarsi ai venti del cambiamento politico. Speriamo solo che le acque torbide della modernità non li trascinino troppo lontano dalla riva. Preghiamo per il nostro cardinale, affinché trovi il coraggio di rialzare la croce, visibile e senza vergogna, e di proclamare Cristo in ogni tempo e in ogni luogo, anche se ciò significa allontanarsi dai salotti confortevoli del potere temporale.