La Cina è invitata a vendere TikTok negli USA

Il presidente Biden ha recentemente firmato una legislazione che obbliga Bytedance, la società cinese proprietaria di TikTok, a vendere la sua partecipazione nell’app entro 270 giorni. In caso contrario, TikTok sarà rimosso dagli store digitali americani, come l’Epstore e il Googlestore.

Questa decisione arriva dopo un lungo dibattito negli Stati Uniti sul possibile divieto di TikTok, che ha ora raggiunto un punto critico. Ma perché proprio adesso? Scopriamo i dettagli.

TikTok è estremamente popolare negli USA, con 170 milioni di utenti che trascorrono in media quasi un’ora al giorno sulla piattaforma. Le autorità americane hanno accusato TikTok di essere uno strumento di propaganda e sorveglianza da parte del governo cinese, sebbene non siano state fornite prove concrete di tali attività (Washington Post).

L’idea di costringere Bytedance a disinvestire da TikTok è stata originariamente proposta sotto l’amministrazione Trump e non è stata abbandonata con l’arrivo di Biden. Nonostante la lentezza iniziale nell’esaminare la legge, la situazione ha subito una svolta quando, un mese fa, una legge per vietare TikTok è stata rapidamente portata all’attenzione della Camera dei Rappresentanti, ricevendo un’ampia maggioranza dei voti (352 favorevoli, 65 contrari) e approvazione anche al Senato (New York Times).

Ma cosa ha causato questa improvvisa accelerazione? Non è legata alla Cina o alle preoccupazioni sulla sorveglianza, ma piuttosto alla guerra tra Israele e Palestina.

La piattaforma TikTok è particolarmente popolare tra i giovani, che tendono a supportare maggiormente la Palestina (Washington Post), rendendo i video con hashtag pro-palestinesi più diffusi di quelli pro-israeliani. Le autorità americane hanno deciso di non tollerare più questa situazione.

Il Wall Street Journal spiega che la legge si è mossa lentamente fino al 7 ottobre, quando ha avuto un significativo cambio di passo (WSJ). Il capo dell’Anti-Defamation League ha espresso preoccupazioni su TikTok, accusando il social network di diffondere antisemitismo senza conseguenze, accelerando quindi l’adozione della legge (The Economist).

In definitiva, sembra che il fattore determinante sia stato il contesto geopolitico e non la sicurezza o la protezione dei dati, un aspetto che le autorità cinesi potrebbero non aver pienamente considerato nella politica americana.

Lo sgombero forzato di centinaia di atenei negli USA è un fatto assai assai convincente riguardo a questa lettura. Se questo non bastasse ad indicare l’assoluta polarizzazione della leadership USA su questo tema, la Camera dei Rappresentanti ha appena approvato un disegno di legge (con una maggioranza di 320-91) , l’Antisemitism Awareness Act, che classifica la definizione di antisemitismo come incitamento all’odio e quindi criminalizza assimilando ad antisemitismo qualsiasi critica verso lo stato di Israele.

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