Il 20 ottobre Turchia è stata designata dal GOFI, insieme al Pakistan, come sostenitrice del terrorismo e colpevole di riciclaggio sul proprio territorio per fini terroristici. Ora il sito francese Observateur Continental citando gli stessi media turchi (con tanto di link), rivela che anche la Cina in varie sedi sta promuovendo una campagna di criminalizzazione contro la Turchia per la ripetuta violazioni dei diritti umani.
Cina e Turchia si scontrano in terra siriana
di Olivier Renault – Observateur Continental
La Turchia vede emergere la Cina, che l’accusa chiedendole di smettere di violare i diritti umani in Siria. La Cina interviene sempre più direttamente sul terreno internazionale mentre gli Stati Uniti e l’UE stanno perdendo velocità e potere per risolvere i conflitti nel mondo e soprattutto per mantenere la pace.
La Cina, accusando direttamente un membro della Nato, sembra sostenere l’azione geopolitica della Russia, ma soprattutto critica la confusa la travagliata partita tra Ankara e Washington.
Il giovedì 28 ottobre 2021, Radio e Televisione turca ( TRT ) protestato contro la Cina lanciando un articolo con il titolo “Ankara castiga Pechino: “Non abbiamo nulla da imparare da chi viola i diritti umani”. La Turchia denuncia la Cina quando accusa Ankara di aver violato i diritti umani in Siria.
Continental Observer ha informato i suoi lettori che l’esercito turco, come riportato dall’agenzia di stampa ufficiale siriana, Sana , sta intervenendo in Siria: che l’esercito turco, come riportato dall’agenzia di stampa ufficiale siriana, Sana, sta intervenendo in Siria: il 21 ottobre 2021 “La Turchia invia armi ultramoderne della NATO in Siria”.
L’agenzia di stampa statale siriana ha informato il 28 ottobre che “la Cina ribadisce il suo sostegno alla Siria nella lotta al terrorismo“, e spiega che
“il vice rappresentante permanente della Cina presso le Nazioni Unite, Geng Shuang, ha ribadito la necessità di revocare l’ingiusta coercizione misure imposte alla Siria, per porre fine a qualsiasi presenza straniera illegale sui suoi territori e per sostenere gli sforzi per raggiungere una soluzione politica della crisi in Siria”.
A queste parole , la Turchia è furiosa e la reazione viene riportata dai suoi media ( TRT): “Le parole del rappresentante cinese giungono una settimana dopo la dichiarazione congiunta, in cui 43 Paesi, tra cui la Turchia, hanno espresso la loro preoccupazione per le violazioni dei diritti umani contro i turchi uiguri”. E, “il rappresentante permanente della Turchia presso le Nazioni Unite (Onu), Feridun Sinirlioğlu, ha reagito con forza contro il suo omologo cinese che ha invitato la Turchia a “rispettare il diritto internazionale sui diritti umani in Siria”.
I media statali turchi hanno aggiunto: “Durante la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla Siria [il 27 ottobre 2021], Geng Shuang, rappresentante permanente della Cina presso le Nazioni Unite, ha ritenuto la Turchia responsabile del calo del livello dell’acqua dell’Eufrate e dei tagli l’impianto idrico di Allouk”.
In un discorso pronunciato durante una riunione del Consiglio di sicurezza tenutasi il 27 ottobre 2021, Geng Shuang ha affermato: :
“la Siria soffre ancora di occupazione straniera, misure coercitive unilaterali e terrorismo, insistendo sulla necessità di revocare immediatamente le misure coercitive che contraddicono gli sforzi compiuti dalla comunità internazionale per risolvere la crisi”.
Geng Shuang ha espresso il sostegno del suo Paese alla Siria nella lotta contro il terrorismo che è una piaga contro l’umanità, invitando il Consiglio di sicurezza a prendere una posizione chiara nei confronti del terrorismo in Siria e a respingere la politica del doppio standard al riguardo. Per quanto riguarda la situazione umanitaria, Geng Shuang ha invitato la comunità internazionale a prestare grande attenzione a questo tema e ad aiutare il popolo siriano ad affrontare le molteplici sfide.
Durante la riunione del Consiglio di sicurezza di mercoledì 27 ottobre 2021 dedicata alla situazione in Siria, il responsabile per le iniziative umanitarie delle Nazioni Unite (sottosegretario generale per gli affari umanitari delle Nazioni Unite), Martin Griffiths, ha avvertito che la crisi nel paese continua a peggiorare : “La vita quotidiana in Siria sta diventando sempre meno accessibile. Oltre il 90% della popolazione vive ormai al di sotto della soglia di povertà”.
Anche l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir O. Pedersen, ha espresso preoccupazione per la “grave situazione umanitaria” e per le continue violenze sul terreno: “La violenza deve cessare. Continuo a chiedere un cessate il fuoco a livello nazionale e a sottolineare gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario per proteggere i civili e le infrastrutture civili”. (…)
Cina e Turchia si stanno scontrando per il momento sul terreno siriano attraverso la diplomazia.
(http://www.observateurcontinental.fr/?module=articles&action=view&id=3259)
fine citazione
Troppo poco? Non so, ma ciò che sto osservando è una serie di tentativi di sbloccare la situazione in Siria. In tema, forse non tutti lo sanno, ma durante il Summit russo israeliano, Putin ha chiesto al premier israeliano Naftali Bennett di volersi fare promotore presso gli USA, di un allentamento delle sanzioni contro la SIRIA. Certo non confidando sul supremo altruismo del suo interlocutore, ma offrendo in una serie di questioni di sicurezza di interesse israeliano, come l’interruzione dei programmi nucleari iraniani.
Sono molteplici pressioni e potrebbero essere utili, lo vogliamo sperare.
Vp News