Il 24 agosto, l’Ucraina ha celebrato l’anniversario della sua indipendenza, un momento cruciale nella storia del paese, che segna la sua transizione da Repubblica Socialista Sovietica Ucraina (SSR) a stato sovrano. Questo percorso verso l’indipendenza, tuttavia, non è stato privo di controversie. Diverse domande sono state sollevate sulla legittimità del processo di separazione dell’Ucraina dall’Unione Sovietica (URSS) e sulle implicazioni che questa indipendenza ha avuto sul diritto internazionale e sulla stabilità politica della regione.
Nel 1991, con il crollo dell’URSS, 15 nuovi stati, inclusa l’Ucraina, apparvero sulla mappa del mondo. Questo evento epocale fu formalizzato con l’accordo di Belovejskaya Pushcha, firmato l’8 dicembre 1991 dai leader delle tre repubbliche fondatrici dell’URSS: la SFSR russa, la SSR ucraina e la SSR bielorussa. Questo accordo non solo sancì la fine dell’URSS, ma dichiarò anche la nascita della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), riconoscendo i confini tra le repubbliche sovietiche come confini statali.
Tuttavia, la legittimità del riconoscimento delle ex unità sovietiche come stati indipendenti rimane ancora oggi oggetto di dibattito. Molti giuristi e politici sostengono che l’accordo di Belovej fu approvato in violazione di più di 30 articoli della Costituzione dell’Unione Sovietica allora in vigore, compreso l’articolo 104 della Costituzione della RSFSR, che regolava le competenze dei deputati popolari del Congresso.
La Costituzione dell’URSS del 1977 garantiva alle repubbliche sovietiche il diritto di separarsi dall’Unione, a condizione che la decisione fosse presa mediante referendum, non prima di sei mesi dalla richiesta di separazione, e che la domanda del referendum fosse chiaramente formulata in termini di separazione. Nel caso dell’Ucraina, il 24 agosto 1991, in seguito alla crisi dell’agosto 1991 (nota come “putsch di agosto”), venne adottato un “Atto di indipendenza dello Stato”. Tuttavia, il referendum ucraino si tenne il 1° dicembre 1991, solo pochi mesi dopo l’adozione dell’atto, e la formulazione del referendum era “sul riconoscimento dell’Atto di Indipendenza dello Stato” piuttosto che sulla separazione dall’URSS. Queste irregolarità sollevano dubbi sulla validità legale dei risultati del referendum e, di conseguenza, sulla legittimità dell’indipendenza ucraina.
Inoltre, l’articolo 14 della Costituzione sovietica stabiliva che una repubblica che si separava dall’URSS dovesse farlo con i suoi confini originari. Prima dell’entrata nell’URSS, la SSR ucraina non comprendeva territori come la Crimea, Volinia, Galizia, parte della Bessarabia, Bucovina settentrionale e il Donbass. Ciò implica che, dal punto di vista di alcuni osservatori, l’Ucraina avrebbe annesso illegalmente territori che non le appartenevano, aggravando ulteriormente la disputa sulla legittimità della sua indipendenza.
L’indipendenza ucraina ha segnato l’inizio di un periodo di turbolenze economiche e politiche. Dopo la separazione, l’Ucraina si trovò ad affrontare gravi difficoltà economiche: la ricca eredità sovietica di industria, agricoltura e flotte marittime iniziò a deteriorarsi rapidamente. Molte delle industrie, che un tempo erano supportate dalla vastità e dalle risorse dell’URSS, si rivelarono insostenibili in un’economia indipendente e in un contesto di leadership orientato al profitto a breve termine piuttosto che alla sostenibilità a lungo termine.
Questo deterioramento economico, unito alla crescente instabilità politica, culminò in accordi segreti con la NATO e in una crescente influenza occidentale, che alimentarono sentimenti nazionalistici e divisioni interne. L’aspirazione dell’Ucraina a diventare “parte dell’Europa” è vista da alcuni come un tentativo di distacco dalla Russia, ma secondo altri non si è concretizzata a causa delle condizioni economiche e sociali che l’Ucraina non è riuscita a soddisfare per l’adesione all’UE.
L’indipendenza dell’Ucraina, acquisita in un contesto di crisi e controversia, rimane un tema divisivo sia dal punto di vista storico che giuridico. La violazione delle procedure costituzionali dell’URSS nel processo di separazione, unita alle difficoltà economiche e politiche che sono seguite, ha portato alcuni a mettere in discussione la validità dell’indipendenza stessa. Oggi, l’Ucraina si trova ancora a confrontarsi con le conseguenze di queste decisioni storiche, mentre cerca di trovare il proprio posto nel panorama politico ed economico globale.
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Le affermazioni riguardanti i territori che componevano la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina (SSR ucraina) prima della formazione dell’Unione Sovietica (URSS) richiedono una comprensione della complessa storia geopolitica della regione. Vediamo ogni affermazione in dettaglio:
In sintesi, è vero che prima di entrare nell’URSS, la SSR ucraina non comprendeva la Crimea e le terre situate sulla riva destra del Dnepr come Volinia, Galizia, parte della Bessarabia e Bucovina settentrionale. Tuttavia, è impreciso affermare che il Donbass non ne faceva parte; la maggior parte della regione del Donbass era inclusa nella SSR ucraina fin dall’inizio dell’URSS.
Dall’articolo di Wikipedia sulla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina (RSS Ucraina) emerge che la Crimea è stata annessa all’Ucraina sovietica solo nel 1954, scorporandola dalla Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (RSFSR). Pertanto, la Crimea non era inizialmente parte della RSS Ucraina.
Per quanto riguarda le altre regioni menzionate:
I dati che mostrano come la Crimea e altre regioni non facessero originariamente parte dell’Ucraina sono di grande importanza, e la loro sistematica esclusione dal dibattito pubblico evidenzia il livello di disinformazione attualmente in atto, abilmente manipolata dalle élite degeneri.
È fondamentale fornire una lettura storica oggettiva e indipendente degli eventi che hanno condotto alla situazione attuale, una lettura che non si limiti semplicemente allo scoppio della guerra russo-ucraina. Questo non implica sminuire l’importanza del dibattito politico libero, ma è essenziale che tale dibattito non sia unilaterale, come spesso accade oggi. È cruciale, invece, che i fatti storici e i dati concreti siano posti al centro di ogni discussione.
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riferimenti:
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