La Corte europea dei diritti dell’uomo chiede a Mosca di accettare i matrimoni tra persone dello stesso sesso

Il portavoce del presidente della Russia Vladimir Putin, Peskov si è pronunciato sulla sulla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sui matrimoni tra persone dello stesso sesso in Russia: “Non c’è bisogno di cercare un compromesso. Abbiamo una definizione assolutamente univoca nella Costituzione e il numero assoluto di persone che la sostengono”.

“Questa è libertà, questa è democrazia: la dittatura delle minoranze, quando entrano nel quadro ideologico “giusto”, per distruggere le società. La Russia è contraria” (Karine Bechet).

“Martedì 13 luglio la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) a Strasburgo ha chiesto alla Russia di introdurre una procedura legale per il riconoscimento delle unioni familiari tra persone dello stesso sesso. La Cedu ha riunito le affermazioni di tre coppie omosessuali che tentano di sposarsi dal 2009, ma che sono state smentite dagli uffici anagrafici e dai tribunali russi. I ricorrenti hanno sottolineato che nei loro casi sono stati violati l’articolo 8 (“diritto al rispetto della vita privata e familiare”) e l’articolo 14 (“divieto di discriminazione”) della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”. (Dw)

Per questa ragione, la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha riconosciuto che la Russia, rifiutando di contrarre il matrimonio tra persone dello stesso sesso, viola il diritto alla privacy, previsto dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

La Russia ha risposto che fa riferimento alla Costituzione, secondo la quale i matrimoni si concludono solo tra coppie di sesso opposto, e quindi Mosca non si conformerà alla decisione della Cedu.

Alla risposta del governo russo, la Cedu ha risposto che “L’articolo 8 non impone esplicitamente agli Stati l’obbligo di riconoscere formalmente le unioni omosessuali. Tuttavia, ciò implicava la necessità di trovare un giusto equilibrio tra gli interessi in competizione delle coppie dello stesso sesso e la società nel suo insieme. (…) Per quanto riguarda l’argomento secondo cui la maggior parte dei russi disapprova le unioni omosessuali, l’accesso ai diritti della minoranza non può dipendere dal consenso della maggioranza”, afferma la decisione della Cedu.

“La corte ha anche confermato che concedere alle minoranze l’accesso al riconoscimento ufficiale dello status delle loro coppie in una forma diversa dal matrimonio non contraddirebbe la “comprensione tradizionale del matrimonio” prevalente in Russia, o le opinioni della maggioranza a cui fa riferimento il governo russo” (Interfax).

Rimane ancora da capire cosa c’entri con la discriminazione e la privacy, il fatto di non riconoscere qualcosa che fino a pochi anni fa non era un sopruso ma era una contraddizione in termini.

Il termine matrimonio deriva dal latino matrimonium, proviene etimologicamente da due parole latine, mater, madre, genitrice e munus, compito, dovere. Il matrimonio rendeva legittimi i figli nati dall’unione tra uomo e donna.

La CEDU finge di non capire che l’attuale legislazione vigente nella maggior parte dei paesi EU, non è una naturale evoluzione di una mentalità arcaica, ma è solo l’espressione di una nuova mentalità , in rottura con la precedente.

Ora però arrogarsi la CEDU il diritto di legiferare e giudicare in proposito , su argomento controverso è alquanto problematico sul piano dell’etica cristiana e della legge naturale.

Ciò non vuol dire che gli omosessuali debbono essere discriminati ma sappiamo benissimo che in base a tale logica si è arrivati all’utero in affitto, e ad altra istanza e moltiplicazione di sessi, fino ad arrivare alla libera scelta nella età prima della pubertà…

@vietatoparlare

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