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La farsa dell’assalto a Capitol Hill

Quando ieri in diretta ho visto i manifestanti entrare a Capitol Hill, la prima cosa che ho pensato è ‘che succede’?

Quando in sottoimpressione ho appreso che la gente entrava in Campidoglio – la sede ufficiale dei due rami del Congresso degli Stati Uniti d’America, il parlamento federale -, la mia reazione è stata di sorpresa. Ciò che vedevo non corrispondeva con le parole dello speaker televisivo. Vedevo poche persone assiepate per le scale, poi dietro il nulla , il prato vuoto. Poche migliaia di persone. Si parlava di 30.000 persone. Potrebbero sembrare molte ma – come vedete nella foto di apertura  – non tutte hanno cercato di entrare nel Parlamento Federale.

La polizia sa gestire la folla , lo abbiamo visto in molte occasioni , come il primo d’agosto 2020 a Berlino quando la folla che protestava per il lockdown, è stata dispersa dalla polizia, Altre volte i manifestanti sono stati bloccati già sui pullman o sui treni .
Questo mi ha meravigliato parecchio.

Mi sono meravigliato anche per un’altra ragione: si trattava di un evento prevedibile. In un certo senso, si sapeva che doveva accadere qualcosa. Si decideva per il presidente degli Stati Uniti e ci sono stati brogli. Forse non abbastanza per sconvolgere il risultato ma tanti. Sufficienti per essere delusi, per rivendicazioni, per mettere in crisi la legittimità istituzionale democratica.
Perciò, quel dato momento di quel dato giorno, il 6 gennaio, era inevitabile che la folla spingesse come dentro un autobus nelle ore di punta.

Dovevano andare in una direzione  ed una porticina era stata lasciata aperta con i recinti tutt’intorno.

Ciò che è successo, in qualche modo è stato richiesto e sollecitato da Trump, un’azione del genere, una protesta eclatante. Ma proprio per questo il tutto era prevedibile. Sembra che Flyn abbia addirittura consigliato al presidente la legge marziale.

Ma in un clima così arroventato, non è stato fatto nulla o molto poco perchè qualcosa accadesse. Quella che presidiava il Campidoglio era l’ordinaria forza, l’ordinario apparato di sicurezza.

Questo è insolito, perchè era molto plausibile che accadesse qualcosa.

Poi il mio stupore è aumentato quando da altre inquadrature ho visto che la polizia era senza scudi, senza caschi, del tutto impreparata a contenere poche migliaia di persone. Circola addirittura un video in cui l polizia apre le transenne. In analoghe protesta dei BLV, apparati imponenti di protezione erano stati approntati per difendere i siti di interesse nazionale, il memoriale di Lincoln.

Come è possibile che la prima potenza mondiale, un paese che spende 900 miliardi di dollari solo per i servizi segreti, non è riuscita a prevedere il massimamente prevedibile? Come mai un paese che è capace di difendere i suoi siti cruciali in luoghi di massima instabilità come Bagdad, non riesce  a farlo dentro casa propria?

Oggi invece c’è un forte dispiegamento di forze, il coprifuoco. Le immagini mostrano il posizionamento intorno all’area del Congresso Federale di transenne alte più di due metri, come agli stadi. Inoltre è stata mobilitata la Guardia Nazionale che è arrivata in gran numero. Ma il giorno dopo.

Nello stesso tempo,  tutti i giornali italiani hanno scelto come emblema della protesta la medesima immagine, forse la meno rappresentativa: un personaggio pittoresco a petto nudi, tatuato con le corna di bisonte e con la faccia colorata. Tutti i media lo hanno scelto per metterlo in prima pagina, come rappresentativo.

Purtroppo i colpi erano veri e 4 persone sono morte. Tutto il resto era facilmente immaginabile. Era immaginabile che senza contenzione passiva , né attiva, una cosa del genere sarebbe accaduta.

Tuttavia, se la gente avesse voluto essere veramente violenta il Campidoglio poteva essere messo a fuoco. Si trattava invece di gente dell’ultra destra americana che ha simpatia per le forze dell’ordine , che bene sa che la polizia serve il paese, che esegue gli ordini, che fa il proprio dovere, quindi non ha preclusione verso questa categoria.

Le foto che circolano di più sono quelle pittoresche, emblematiche per la narrativa che si è scelta di raccontare. Molto meno circolano foto come quella che segue. Ci sono foto che dimostrano che gli assaltatori del Congresso sembrano gente per lo più sprovveduta, le photo opportunity sono eloquenti.

Sopra vedete una manifestante che posa nell’aula del Congresso, di foto così ce ne sono molte. Ma non sono foto buone per la prima pagina dei giornali, qui sopra il ragazzo deve essere seduto al posto di Nancy Pelosi. Sembra gente che è andata a fare una ragazzata, e i primi a meravigliarsi di essere entrati, sono queste persone.

Non è stato bruciato nulla,. Solo qualche foglio gettato alla rinfusa in qualche ufficio federale  e qualche foto commemorativa, alcuni in posa come al luna park. Ma si ritroveranno con un mucchio di capi d’accusa e tutti avranno una pena esemplare. Sono il volto di Trump, la ‘negatività in persona’. Ovviamente non sono come i Blv (Black Lives Matter)  di fronte ai quali la polizia si inginocchiava ed anche Biden.

Non che il fatto non sia stato grave ma questo non vuol dire che non è stata lasciata la porta socchiusa, che qualche manina facilitatrice non abbia fatto entrare per poi denunciare il furto.

In effetti, subito dopo le tre ore di occupazione e i 50 arresti  e i morti (tra cui una veterana dell’Air Force), il Congresso ha ritrovato la sua unità, gli ultimi 12 senatori intransigenti capitanati da Ted cruz – che ancora si opponevano per i brogli – hanno rinunciato, le condanne sono state univoche e non c’è stata più alcuna riserva per Biden.  Neanche da parte Repubblicana è stata fatta più alcuna opposizione.

Perfetto, si parla di messa sotto stato d’accusa di Trump, rimozione immediata, forse impeachement. Trump aveva auspicato la partecipazione in massa ed incoraggiato la manifestazione “Stop the Steal”del 6 gennaio. Aveva persino incoraggiato la manifestazione criticando Pence, proprio nel corso della manifestazione con un tweet , ora rimosso.

Evidentemente la domanda è se ci ritengono stupidi: i manifestanti sono stati ingannati. Prima sono stati esortati a scendere in piazza come patrioti per difendere la legittimità costituzionale contro i brogli. Poi Trump ha ritrattato. Chi ne esce vittorioso politicamente è Biden.

Ovviamente la vicenda è finita nel peggior modo possibile. Trump ha avuto tempo 5 anni per cambiare davvero l’America ma non lo ha fatto. Non ha fatto abbastanza. Non ha voluto  scontentare troppe persone, così ha riempito il suo staff di vecchie volpi del Deep State, la palude che voleva ‘prosciugare’. Poi i democratici gli hanno fatto le scarpe.

C’era tempo per fare molte cose. Molte cose che sarebbero state un buon segnale. Non cominciare altre guerre e non finire quelle in corso che ora ricominceranno ad incendiare come prima, non è una buona cosa, non è abbastanza.

E’ evidente che i brogli ci sono stati ma il sistema elettorale USA sembra fatto apposta per fare brogli. Se lo conoscete , lo sapete che è così. Trump avrebbe potuto cambiarlo. Lo ha chiesto ora addirittura la Clinton.

Se si sceglie la democrazia si mantengono metodi democratici, se si sospettano o se si è certi di brogli li si previene. Se accadono, si ha mezzi per controllare e verificare. Se si sospettano brogli in quella che si autodefinisce la più grande democrazia della terra, non si accusano altri paesi ponendosi come modello.

Gli USA dovrebbero saperlo, sanno tutto questo.

Allora bisogna aver il coraggio di riformare e di non compiacere. Bisogna avere il coraggio di perdere qualcosa per mantenere alta la dignità.

Ma anche qui in Italia questo è un problema. Un problema anche qui da noi che aspettiamo il prossimo rinnovo dell’emergenza, forse fino a fine di luglio.

Guardate come i nostri media hanno riferito gli avvenimenti di Capitol Hill e capirete cosa accomuna i vari comportamenti.

Capiamo benissimo qual è il minimo comun denominatore.

Quindi non siamo stupidi, non trattateci da stupidi. La vita è bella e drammatica, voi che siete stati scelti da noi per amministrare il bene pubblico, non fate i giochini, non mentiteci, non dateci in pasto le ‘narrative’ per dividerci.

patrizioricci by @vietatoparlare

 

 

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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