La foto della Stampa: una disinformazione da ‘manuale’, pratica integrante di guerra

Il fotografo russo Eduard Kornienko, autore della foto nella città di Donetsk colpita da un missile ucraino Tocka-U (https://m.ura.news/articles/1036284159), ha scritto molto chiaramente la didascalia sotto la propria foto:

La mattina del 14 marzo a Donetsk è stata oscurata da una terribile tragedia. Sopra la città è stato abbattuto il 15° missile Tochka-U, lanciato dall’esercito ucraino, che ha scavato a poche decine di chilometri da Donetsk. È la prima volta dal 2014 che il centro della capitale del DPR subisce un bombardamento.

La foto mostra un uomo anziano che trova sua moglie deceduta in mezzo alle altre vittime dell’esplosione.

Lo scoppio del missile balistico ucraino in pieno centro a Donetsk, ha causato 23 morti civili. I Tg non solo hanno omesso di in tutto il periodo di guerra ed anche in questo caso, la guerra ‘nascosta’ del Donbass , ma ora si è passati ad usare immagini e suoni della guerra nel Donbass, attribuendoli all’offensiva russa in Ucraina.

In particolare, il giornale la Stampa ha usato scientemente la foto di Donetsk bombardata sul pezzo “così Kiev attende l’assalto finale” additandola come “esempio di speciale cinismo” e attribuendo l’immagine ad eventi occorsi a Kiev.

stampa

Qui l’autore della foto, Eduard Kornienko intervistato dal fotoreporter e documentarista Giorgio Bianchi, conferma che la sua foto è stata scattata da lui stesso a Donetsk, poco dopo lo schianto del missile ucraino intercettato dalla difesa aerea della repubblica popolare di Donetesk: https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=5wMRiVzM6A4

Anche il giornalista Nicola Porro ha evidenziato dal suo blog quanto è accaduto (questo episodio non è isolato, ma è così eclatante che è difficile non credere alla sua premeditazione):

Quella foto “fake” pubblicata dalla Stampa in prima pagina Infuria la guerra in Ucraina. Il quotidiano titola: “Carneficina”. Ma l’immagine non arriva da Kiev… Il titolo è corretto. D’impatto. Fattuale. “LA CARNEFICINA”, scritto così, a caratteri cubitali e apposto su una foto drammatica.

La prima pagina della Stampa, che migliaia di italiani si sono ritrovati in edicola, colpisce al cuore. Si vede un anziano disperato coprirsi il volto con le mani. Piange. Intorno a lui una distesa di cadaveri maciullati: braccia mutilate, arti smembrati, urla di dolore. È l’immagine plastica, perfetta, che racconta la tragedia che si sta svolgendo in Ucraina. C’è solo un piccolo problema: si tratta di un fake, o meglio di una storia raccontata male, di quelle che meriterebbero uno stuolo di debunker e le reprimende dei News Guard di turno.

Già, perché attorno a quella foto vengono richiamati articoli sui “traumi dei bambini in fuga da Leopoli”, su come Kiev si prepara all’”assalto finale” dei russi, sulla strategia di Biden, sulle reazioni dell’Occidente o le gesta della giornalista anti-Putin a Mosca. Si parla insomma del dramma osservato dal fronte ucraino, come se quella “carneficina” riguardasse civili ucraini. Non è così. Quell’immagine drammatica, quel signore anziano disperato con le mani in faccia, non è stata immortalata a Kiev o a Leopoli.

Ma a Donetsk, ovvero nella “capitale” di una delle due repubbliche separatiste. E quei corpi maciullati a terra sono i cadaveri di 23 civili filorussi, o russofoni vedete voi, caduti sotto le schegge di un missile Tochka-U abbattutosi nelle strade centrali della città. I fatti risalgono a lunedì, ma quasi nessuno ne ha parlato. Non la Stampa, che pur pubblicando quella terribile immagine-simbolo si è ben guardata dal contestualizzarla (zero didascalie), “spacciandola” di fatto per uno dei tanti (troppi) missili piovuti in questi giorni su Kiev, Mariupol o Kherson.

Nemmeno altri cronisti si sono prodigati nel raccontare la storia. Il giorno dopo la strage, di fronte al bancomat dilaniato dall’esplosione, sono apparsi grossi mazzi di rose e un biglietto. C’era scritto: “Perché nessuno ascolta Donetsk?“. Segue… https://www.nicolaporro.it/quella-foto-fake-pubblicata-dalla-stampa-in-prima-pagina/

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Per una informazione giusta e rigorosa rispetto ai fatti, invito a reagire e far sentire la propria voce scrivendo alla Stampa ed all’ordine dei giornalisti, per protestare per quanto accaduto.

Per avere notizie dirette dal fronte di Donbass e sentire una voce non inquinata da interessi di parte, vi invito a seguire il giornalista Giorgio Bianchi che sta mandando quasi giornalmente i suoi report dalla zona di guerra. Qui il suo canale Telegram: Giorgio Bianchi Photojournalist

Vp News

AGGIORNAMENTO:

LETTERA DI ANGELO d’ORSI AL DIRETTORE DE LA STAMPA
Massimo Giannini

Gentile Direttore,

ho collaborato alla “Stampa” per decenni, e sono stato allontanato, senza una parola, naturalmente, con l’arrivo di Molinari, giunto al giornale a portarvi il suo carico di sionismo e iperatlantismo (e già allora di russofobia).
Avevo sperato che un giornalista proveniente da “la Repubblica” come Lei, avrebbe compiuto uno sforzo di riequilibrare l’orientamento di questa testata a cui sono rimasto legato. Invece no. E i vostri servizi, se così vogliamo chiamarli, sulla guerra in Ucraina, lo dimostrano, in modo avvilente.

Ma con la prima pagina di oggi il giornale da Lei diretto ha toccato il fondo della disonestà giornalistica: una immagine relativa alla strage compiuta due giorni fa dalle truppe governative di Kiev ai danni dei civili di Donetsk (14 morti), viene presentata in modo che il pubblico pensi che siano stati i russi cattivi. Siamo oltre ogni artifizio giornalistico, lo lasci dire a uno che è iscritto all’Ordine dal 1971, e che ha avuto nel 2021 la targa d’argento come veterano del giornalismo piemontese. Uno che è stato allievo di Norberto Bobbio, e oltre ad aver insegnato per più di 40 anni all’Università, ha lavorato per le maggiori testate italiane, e anche qualche testata straniera, pubblicando molte centinaia di articoli.

Mi aspetto che il giornale domani, con lo stesso rilievo faccia una formale autocritica e spieghi, come e quando e da chi ha ricevuto la foto, chi ne sia l’autore, come la foto è giunta a voi (e se avete i diritti di utilizzo), e in quale situazione è stata scattata.

Aggiungo che tutta l’impaginazione, dai titoli dei commenti tutti a senso unico, fino al pezzo che vorrebbe essere sarcastico su Luciano Canfora, e che fa ridere solo chi l’ha scritto, è a di poco inquietante. State spingendoci verso la terza guerra mondiale, consapevolmente o meno. La storia non vi ha proprio insegnato nulla. Che pena.

Segnalerò comunque l’episodio all’Ordine. E smetterò di comprare, ovviamente, il Suo giornale.

Saluti

Angelo d’Orsi

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