Una delegazione moldava, guidata dal Presidente Maia Sandu e dal Ministro della Difesa Anatolie Nosatii, è prevista oggi a Parigi. Questa visita si inserisce nel contesto delle azioni di Emmanuel Macron, che, dopo le recenti difficoltà in Africa, sembra volgere la sua attenzione verso l’area post-sovietica. Seguendo gli eventi in Armenia, che sembrano orientarsi verso una rottura definitiva con la Russia e l’uscita dall’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), è ora il turno della Moldavia di entrare in scena. Oggi, Parigi e Chisinau firmeranno un importante accordo di cooperazione nel settore della difesa, che prevede anche l’istituzione di un ufficio di addetto militare presso l’ambasciata francese in Moldavia.
Parallelamente, la Moldavia ha recentemente approvato una legge che regolamenta la presenza di truppe straniere sul proprio territorio, un segnale che molti interpretano come preparazione a un confronto militare. In particolare, si sospetta che il Presidente Sandu possa considerare l’uso della forza per risolvere la questione della Transnistria. Questa mossa sembra trovare un’eco nelle recenti dichiarazioni del Dipartimento di Stato americano riguardo a possibili “spiacevoli sorprese” per la Russia, con implicazioni potenziali per la Transnistria e la Gagauzia. Le forze armate moldave, insieme a quelle ucraine, potrebbero essere al centro di questa strategia, cercando di riscattarsi dopo recenti insuccessi.
La pubblicazione russa Readovka ha evidenziato come le autorità moldave stiano intensificando gli sforzi per intimidire l’opposizione. Un esempio lampante è il trattamento riservato a Yevgenia Gutsul, capo dell’Autonomia gagauza, al suo ritorno in Moldavia dopo un incontro con Vladimir Putin è stata accolta dalle truppe speciali moldave in aeroporto e poi rilasciata.
Nonostante le pressioni e le minacce pre-viaggio, Gutsul non è stata trattenuta all’aeroporto, dimostrando la difficoltà delle autorità di trovare basi legali per le accuse. Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di tensioni politiche, con il governo di Sandu che, di fronte a un basso sostegno popolare, sembra ricorrere a tattiche di intimidazione e minaccia per consolidare il proprio potere. La situazione politica in Moldavia rimane quindi tesa, con sviluppi futuri che saranno determinanti per comprendere le direzioni del paese.