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La presunta superiorità tedesca cade anche su un altro tema: le politiche per il clima. Nonostante la Merkel tenti di ergersi a paladina delle politiche ambientali, le sue azioni di governo contraddittorie e ballerine su nucleare e carbone, unite allo sproporzionato peso dell’industria manifatturiera tedesca, condannano la Germania ad essere una delle nazioni più inquinanti del pianeta, con tendenza al peggioramento. Non esiste differenza tra le sue politiche e quelle di Trump, salvo il fatto che l’americano è più sincero a riguardo.
Di Mike Mish Shedlock, 19 novembre 2017
Chi ha fatto peggio in tema di ambiente, il Presidente Trump o la Cancelliera tedesca Angela Merkel? Cerchiamo di chiarirlo.
Le dichiarazioni di Trump e i suoi risultati
Lo scorso 19 settembre, mentre si diceva che Trump avrebbe potuto invertire la rotta riguardo i cambiamenti climatici, la CNBC ha riferito che Trump intende sempre ritirarsi dagli Accordi di Parigi.
Ieri il LA Times ha riferito che, mentre l’amministrazione Trump promuove il carbone alle Nazioni Unite, gli stati e le città USA mettono nel mirino i cambiamenti climatici.
Politico ha commentato proprio oggi che i colloqui di Bonn riguardo al clima sono sopravvissuti a Trump.
È il sottotitolo di Politico che riporta la notizia importante: “La Casa Bianca ha suscitato indignazione sostenendo il carbone, ma i negoziatori USA per lo più hanno mantenuto la vecchia linea tracciata con l’accordo di Parigi del 2015”.
Pertanto, a dispetto di tutto il tam-tam mediatico, e a prescindere da quale parte ci si voglia schierare, non è cambiato molto negli USA sulla questione dei cambiamenti climatici.
Le dichiarazioni della Merkel e i suoi risultati
Secondo il report di Eurointelligence del 16 novembre, la Merkel predica l’adesione agli obiettivi climatici di Parigi, ma le sue politiche non fanno nulla per raggiungerli:
“Jasper von Altenbockum sottolinea la monumentale ipocrisia delle politiche ambientaliste di Angela Merkel – a seguito del suo discorso di ieri al summit di Bonn sul clima. Emmanuel Macron è riuscito a prendere l’impegno per la Francia di dismettere la produzione di energia proveniente dal carbone entro il 2020. La ragione per cui Macron è in grado di farlo è la lunga e stabile dipendenza della Francia dall’energia nucleare. La Germania non può fare altrettanto perché la stessa Merkel ha insistito per l’uscita del Paese dall’energia nucleare, e di conseguenza il Paese continua ad affidarsi al carbone. Quindi, la Germania ha fatto tutto al contrario. Ecco perché siamo nella situazione assurda in cui la Merkel condanna Donald Trump per essersi ritirato dagli accordi di Parigi, mentre lei stessa non intraprende le azioni necessarie per onorare i suoi impegni a riguardo.”
Antenbockum mette a nudo il fatto che la politica energetica della Germania è un caos totale, con dozzine di riforme che interagiscono l’una con l’altra in maniera misteriosa. Non c’è alcuna possibilità che la Germania riesca a raggiungere le varie soglie obiettivo per il 2030 e il 2050. La ragione, come chiarisce, è che l’intera struttura industriale della Germania – e in particolare l’industria automobilistica – è incompatibile con gli obiettivi degli accordi climatici di Parigi. In altre parole, la Germania ha problemi con gli obiettivi di Parigi molto simili a quelli che hanno gli USA, con la sola differenza che la Germania finge di aderire agli accordi, mentre gli USA no.
L’ipocrisisa tedesca sui cambiamenti climatici
Il 17 di questo mese, Eurointelligence ci ha offerto questa edizione speciale sul fallimento dei colloqui per la coalizione di governo tra CDU/CSU, i Verdi e FDP (il grassetto è mio):
“Una cosa risultata assolutamente chiara durante i colloqui per la formazione della coalizione è che CDU, CSU e FDP desiderano seguire una politica sui cambiamenti climatici del tutto simile a quella di Donald Trump. La sola vera differenza con Trump è che quest’ultimo è stato più onesto a riguardo, ritirandosi completamente dagli accordi di Parigi”.
Al momento la Germania è sulla strada di fallire tutti i suoi obiettivi sul clima, sia nel prossimo futuro (2020) sia nel lungo periodo (2030). E la Merkel ha subito un’enorme sconfitta diplomatica ieri al summit sui cambiamenti climatici a Bonn, dove il governo tedesco si è trovato a fronteggiare l’iniziativa di 20 altri paesi, inclusi il Regno Unito, la Francia, l’Italia e il Canada, per un’uscita dalle centrali energetiche alimentate a carbone. Il Canada produce la maggior parte della sua energia dal vento. Il Regno Unito si è impegnato a uscire entro il 2025, ma il carbone rappresenta attualmente solo il 15% della sua produzione energetica. Sarà sufficiente incrementare i settori del gas naturale e del nucleare.
Il dilemma della Germania sono, naturalmente, le conseguenze della decisione della Merkel di uscire dalla produzione di energia nucleare entro il 2022, prima di eliminare gradualmente il carbone, come anche il peso notevole della sua industria manifatturiera rispetto alla produzione economica complessiva. Al momento il 40% della produzione energetica tedesca deriva dal carbone. Gli obiettivi climatici richiedono o un’enorme deindustrializzazione, o un cambiamento delle decisioni riguardo l’energia nucleare.
Le lotte sui cambiamenti climatici
Altra notizia di oggi, secondo Bloomberg il carbone si prende una rivincita nella battaglia ai cambiamenti climatici, dopo che la Germania e la Polonia sono scese in campo per difendere il più sporco dei combustibili fossili.
Il carbone è emerso come il vincitore a sorpresa delle due settimane di colloqui sul clima in Germania, con il leader del paese ospitante e della vicina Polonia che si uniscono a Donald Trump per difendere il più sporco dei combustibili fossili.
Mentre più di 20 nazioni, guidate da Gran Bretagna e Canada, hanno richiesto di fermare la combustione del carbone, la cancelliera tedesca Merkel ha difeso l’uso del combustibile da parte del suo paese e la necessità di difendere i posti di lavoro delle industrie tedesche.
Nel frattempo l’uso continuo ed estensivo di carbone da parte della Polonia ha suscitato preoccupazioni sul fatto che il prossimo incontro, che si terrà nel cuore minerario della Polonia, potrebbe ostacolare qualsiasi passo avanti.
Il peso del carbone nella produzione energetica
Questi grafici sono del 2015, presi dall’articolo su “Energy Matters” dell’ottobre 2016 dal titolo “Confronti sull’Energia Primaria nell’Unione Europea e negli USA”
Nel 2015 la produzione di energia della UE proveniente da carbone era del 20%, contro il 22% degli USA. La Germania è al 40%, e in salita.
I posti di lavoro derivanti dal carbone
Gli USA possono creare altri posti di lavoro dal carbone senza più usare il carbone.
Come?
Considerate per cortesia che l’export di carbone USA vola, promuovendo l’agenda energetica di Trump.
L’export di carbone USA è aumentato di più del 60% quest’anno a causa di un incremento della richiesta dall’Europa e dall’Asia, secondo quanto riporta Reuters su dati governativi, permettendo all’amministrazione del Presidente Donald Trump di sostenere che gli sforzi per rivitalizzare dalla crisi il relativo settore industriale stanno avendo effetto.
L’aumento dell’export giunge mentre l’Unione Europea e altri alleati USA criticavano l’amministrazione Trump e il suo ritiro dagli accordi di Parigi, un patto concordato da circa 200 Paesi per tagliare le emissioni di anidride carbonica derivante dalla combustione di combustibili fossili come il carbone.
La più grande centrale a carbone europea
Stavolta non date la colpa a Trump
Deutsche Welle riporta che l’accordo USA-Polonia sull’energia sfida il trend anti-carbone.
“Il commerciante di carbone polacco Weglokoks deve ricevere il suo primo carico dagli USA dopo che Donald Trump ha promesso al governo polacco, favorevole al carbone, l’energia USA. La mossa avviene dopo che 19 nazioni hanno firmato un patto per uscire dal carbone”.
Diciannove stati della UE hanno firmato questo accordo. La Germania e la Polonia non l’hanno fatto.
La Germania è probabilmente uno dei posti più sicuri dove usare energia nucleare, al contrario di regioni soggette a terremoti come il Giappone.
Ma la Merkel ha ceduto alle pressioni e ha decretato la fine del nucleare. Il che significa che l’utilizzo tedesco di carbone dovrà aumentare.
Possiamo dare la colpa a Trump perché è disposto a vendere carbone USA all’Europa?
Anidride carbonica e altri inquinanti
Le attenzioni riservate all’anidride carbonica sono decisamente eccessive secondo me. Ma non così altre considerazioni.
Il carbone è la più grande fonte di diossido di zolfo, un inquinante maleodorante che produce pioggia acida. Il carbone produce inoltre ossidi di azoto, che possono bruciare il tessuto polmonare e aggravare l’asma.
Il carbone inoltre rilascia mercurio e particolato nell’aria. Il mercurio causa danni al cervello (pensate al Cappellaio Matto), mentre il particolato ostruisce la visibilità e contribuisce alla bronchite cronica, all’asma e alla morte prematura.
Anche se uno pensa che il riscaldamento globale sia una truffa, ci sono diverse ragioni per essere preoccupati dal carbone.
Gasolio contro Benzina
Il dibattito tra gasolio e benzina va avanti da tempo. Alcuni punti sono ormai assodati. Il primo è che il gasolio produce un po’ meno anidride carbonica. Il secondo è che gli altri inquinanti del gasolio sono peggiori di quelli della benzina.
Ecco qui un estratto del “Conversion Fact Check”: Verifica: le macchine a gasolio inquinano di più di quelle a benzina?
Il vecchio piano che coinvolgeva quasi tutta l’UE, di incoraggiare le persone a comprare macchine a gasolio negli anni passati, è un altro esempio della mancata connessione tra le politiche per l’inquinamento dell’aria e quelle per i cambiamenti climatici, e la difficoltà di considerare le emissioni di anidride carbonica in maniera separata dalle altre migliaia di composti che vengono emessi dalle attività umane. Rimpiazzare le macchine a benzina con quelle a gasolio riduce effettivamente le emissioni di anidride carbonica e gli impatti climatici, ma ha chiaramente un impatto ben peggiore sulla salute umana.
Gli unici che vanno a gasolio
C’è rimasto solo un paese a sostenere il diesel: la Germania.
Non solo la Germania è rimasta molto indietro sui motori a benzina, è indietro anche sulle macchine elettriche.
E ricordiamoci da dove la Germania prende l’energia elettrica: dal carbone.
Tuttavia, la Merkel ha la sfrontatezza di criticare Trump riguardo all’ambiente mentre nel frattempo l’UE importa carbone americano.
La Merkel ha superato il suo apice
L’apice della Merkel è arrivato e se ne è andato ormai da tempo. È avvenuto con la crisi dei rifugiati.
Potrebbe non sopravvivere a questo caos. Se i Verdi e la CSU non riescono a scendere a patti, nuove elezioni potrebbero essere all’orizzonte.
Per i dettagli a riguardo si veda anche: “Uragano in Germania: la coalizione è sul punto di collassare. Nuove Elezioni?”.
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