Sulla Francia si può essere critici ma bisogna riconoscere che la Francia non bada solo al proprio interesse nazionale, ove l’Europa invece conosce solo il calcolo e le leggi dell’economia ultra-liberista. Nulla si fa per nulla ma se l’io si vede in azione, in Europa, la Francia è il solo stato corso in aiuto alla Grecia contro l’arroganza e le pretese territoriali turche sull’Egeo. Quella francese, è’ una visione molto diversa da quella tedesca (che in fondo è quella europea). La visione tedesca/europea non mostra alcuna morale se non il mero calcolo economico, meglio se può essere deleterio ai concorrenti. E’ emblematico l’articolo che riporto del nuovo partito sorto in Francia per l’uscita dall’euro “Generation Frexit”.
@vietatoparlare
Giovedì 13 agosto la Francia ha schierato due navi della Marina francese e due monoposto Rafale nel bacino orientale del Mediterraneo, chiedendo la “calma” alle forze presenti. Questo dispiegamento di truppe francesi avviene in un aumento delle tensioni tra Atene e Ankara da un lato, nel Mar Egeo, e tra Nicosia e Ankara dall’altro, al largo di Cipro.
Il giorno successivo, venerdì 14 agosto, il governo tedesco ha annunciato di “prendere atto” del dispiegamento francese. Un modo per dire freddamente a Parigi che le sue forze aeree navali saranno lasciate sole a 2000 km dalle loro coste, con l’unico punto di appoggio degli aeroporti e dei porti greci.
Questa è l’ennesima dimostrazione che ciò che prevale nel funzionamento reale della macchina di Bruxelles è l’interesse nazionale, e solo questo, e non una “solidarietà europea” a cui la retorica dell’Unione europea ci sta battendo le orecchie. periodo di tempo. Un’altra dimostrazione anche che l’attuale governo francese, ingenuo, non riesce a liberarsi da questa retorica per difendere il suo ben compreso interesse nazionale, a differenza del suo vicino tedesco, eppure presentato come un modello da seguire in tutti i settori.
Ulteriore umiliazione: il portavoce del governo tedesco ha annunciato l’apertura di trattative trilaterali con i governi turco e greco, manifestando così la volontà di emarginare la diplomazia francese in modo insidioso ma reale. Allo stesso tempo, il nostro esercito attinge alle sue risorse in nome dell’integrità dei diritti di uno Stato membro, senza che noi abbiamo interessi personali nel Mar Egeo.
Sfortunatamente, questa asimmetria non è una novità. Come al solito da diversi anni, la Germania ci permette di incassare le spese e di assumerci rischi militari quando raccoglie successi e guadagni (qui diplomatico). Ancora una volta, la “solidarietà europea” è solo lo schermo dell’interesse nazionale tedesco.
È longevo quando si tratta di consolidare il colossale surplus commerciale tedesco, ma risulta inesistente non appena un cosiddetto “paese amico”, situato al confine dell’UE, effettua manovre militari nelle acque di il suo vicino, ma lui stesso membro della NATO.
La sovranità della Grecia si estende su quasi tutti gli arcipelaghi del Mar Egeo. Ma vede questa zona economica esclusiva (ZEE) regolarmente violata dagli edifici turchi, perché la Turchia rivendica un’estensione verso ovest della propria ZEE, che racchiuderebbe una miriade di isole greche, inclusa la grande Rodi.
Il conflitto è complicato dall’impossibilità per i due Stati di proiettare le proprie acque territoriali al limite di dodici miglia nautiche consentito dall’ONU, casus belli per entrambe le parti.
Anche le rivendicazioni turche sulla piattaforma continentale micrasiana nell’area di prospezione di Kastelorizo sono causa di forti tensioni tra i paesi del Mar Egeo, così come per Cipro (tradizionalmente orientata verso Atene) che ospita basi militari britanniche e, ora, Francese. Il sottosuolo ricco di idrocarburi di questa zona di prospezione spiega queste successive dimostrazioni di forza.
La Germania, da parte sua, mantiene un’antica vicinanza alla Turchia. Non c’è dubbio che si senta combattuta tra i suoi impegni europei e le sue relazioni bilaterali. Con la sua dichiarazione concisa, tuttavia, ammette il suo rifiuto di sacrificare i secondi al primo, prova, se necessario, che la realpolitik ha la precedenza sul suo appetito per una comunità politica europea.
In conclusione.
1. La Francia deve smetterla di essere ossessionata da un vicino che incatena umiliazioni e rifiuti, agendo solo nel suo interesse nazionale a scapito di quello dei suoi cosiddetti partner.
2. La mascherata della “coppia franco-tedesca” non deve più ingannare nessuno.
3. È ora che la Francia si renda conto che, nel “grande gioco” europeo, il suo estremismo ideologico le dà un solo ruolo: quello di “grande spogliato”.
Riprendiamo il controllo militare e diplomatico!
Per l’ufficio esecutivo
Killian Schwab
http://www.generationfrexit.fr