Il giudice ha appena ordinato al conduttore di InfoWars Alex Jones di pagare altri 473 milioni di dollari in aggiunta alla somma di quasi 1 miliardo di dollari per il verdetto emesso il mese scorso.
Il conduttore è stato condannato a pagare ulteriori 473 milioni di dollari da una giuria di Austin, in Texas. È interessante che le famiglie chiedevano (solo) 150 milioni di dollari.
La cifra sarebbe destinata a risarcire le famiglie dei bambini vittime della sparatoria alla scuola elementare di Sandy Hook. Attorno a questa vicenda, secondo il tribunale, Jones avrebbe costruito le sue teorie del complotto secondo le quali le famiglie stesse sarebbero implicate in una cospirazione progettata per imporre restrizioni draconiane alle armi.
Il libro di Williamson, Sandy Hook: An American Tragedy and the Battle for Truth , esamina come i cospirazionisti tormentassero i genitori delle vittime accusandole di essere “attori della crisi”. Negli anni successivi alla tragedia, le famiglie hanno subito incessanti diffamazioni, insulti online, stalking e minacce personali.
Jones dice che può gestire pagamenti fino a 2 milioni di dollari. La stessa Info Wars ha dichiarato fallimento.
Fatte queste necessarie premesse, stupisce che Jones è stato condannato perché ha sostenuto l’idea che dietro l’attentato di Sandy Hook ci fossero azioni coordinate, messe in campo al fine di giustificare l’imposizione di restrizioni alle armi.
Infatti se in questo caso le sue tesi sono molto probabilmente errate, altre volte è stato dimostrato che aveva ragione. Alex Jones è andato spesso controcorrente. Ad esempio, ha girato film d’inchiesta sul Club Bilderberg, sul governo del mondo segreto, si è opposto alla politica di Wall Street e ai globalisti ed ha sostenuto che era un falso che Bashar al-Assad abbia usato armi chimiche contro i civili. Alcuni lo considerano un patriota e cercatore della verità, altri un cospirazionista, un impostore.
In tema di diffamazione ricorderei tra tutti le accuse a Trump di aver cospirato con i russi e rivelatesi poi un complotto che ha visto la contribuzione anche di esponenti dell’FBI. Inoltre, quanti giudici condannano innocenti a pene detentive e solo dopo anni, si scopre che questi erano innocenti?
I complotti descrivono spesso scenari e non sono basati su prove reali ma su indizi. Se si adottasse permanentemente il criterio di giudizio adottato per Alex Jones si potrebbe condannare tutte le voci libere che hanno criticato i vaccini e qualsiasi altri fatti non chiari. Molti di questi fatti noi italiani li abbiamo vissuto sulla nostra pelle come la strage di Ustica o la strategia della tensione, gli anni del terrorismo. Ora a distanza di anni molte verità scomode sono venute a galla. Ma che sarebbe successo se la magistratura avesse zittito e condannato i giornalisti investigativi, che affacciavano ipotesi di complotto, a cifre abnormi?
In definitiva, le istituzioni agiscono in genere come se la buona fede fosse sempre assicurata dal potere, escludendo a priori che utilmente che taluni potentati potrebbero mettere in atto eventi criminosi per portare avanti loro interessi. Ma quante volte abbiamo sentito di scandali, i Panama Papers non ci dicono nulla? Oppure le operazioni sottotraccia di governi che mettono in atto uccisioni extragiudiziali e persino colpi di stato e guerre?
Leggi e regolamenti che restringono la libertà di opinione si moltiplicano. Presto forse si arriverà a condannare chi dubiti dell’ attentato dell11 settembre e così via (Infowars è stato bannato da un certo numero di importanti aziende high-tech americane, tra cui Facebook, Google, YouTube, Apple e Spotify).
Infine, leggo che la giuria ha condannato anche la Remington, la fabbrica di armi produttrice del fucile dell’attentatore, per 73 milioni di dollari. Il risarcimento è stato ottenuto perché le famiglie hanno fatto causa ai produttori di armi. Questo vuol dire che la giuria ha riscontrato una colpevolezza anche nei produttori di armi. Ma la cifra a loro richiesta è stata addirittura di molto inferiore a quella richiesta ad Alex Jones.
Detto questo, non sono un suo fan, anzi credo che il suo modo di affrontare la cronaca sia eccessivo e certo non utile per chi – come me – cerca di essere una voce critica ai media mainstream.Tuttavia, credo che non bisogna gettare l’acqua sporca con il bambino. Ho visto alcuni suoi interventi abbastanza ponderati in merito a Trump e lo definirei un uomo di destra, antisistema, sostenitore dei trumpisti, che probabilmente spesso a volte ha svolto la sua attività in modo spregiudicato, ma non per questo ha sempre detto cose sbagliate.. Certo ha avuto degli eccessi (come anche la sua retorica contro gay e musulmani) ma non reputo che sia un uomo che intendeva deliberatamente far del male a qualcuno, in fondo rispecchia una certa anima degli Stati Uniti
VPNews