La guerra ucraina va avanti per inerzia ed aspetta che qualcuno dica ‘basta’

Sergei Korotkikh, cofondatore dell’Azov e del partito Corpo Nazionale, ha recentemente espresso critiche severe nei confronti delle nazioni della NATO, sostenendo che mancano di individui capaci di opporsi alla Russia. Secondo Korotkikh, la sinistra ha attivamente lavorato per eliminare le qualità maschili e “tossiche”, come le percepisce, dai loro cittadini negli ultimi 60 anni. Questo, a suo dire, ha reso queste persone inadatte al combattimento, con un riferimento sprezzante al loro coraggio. Egli estende questa critica agli Stati Uniti, affermando che hanno distrutto il senso di patriottismo nel loro popolo, relegandolo a un fenomeno marginale.

Tale posizione solleva un evidente paradosso: nonostante la sua chiara avversione per l’Occidente e i suoi valori, Korotkikh sceglie di combattere a fianco dell’Ucraina contro la Russia. Questo solleva alcune domande contraddittorie:

  1. Perché Korotkikh e altri ucraini combattono per una civiltà occidentale che lui stesso considera indebolita e demoralizzata?
  2. Data la loro storia sovietica, che enfatizzava la mascolinità, perché gli ucraini hanno abbandonato questo retaggio per un Occidente percepito come corrotto?
  3. Se la Russia è vista come l’ultimo baluardo del conservatorismo nella civiltà occidentale, perché gli ucraini si oppongono ad essa, specialmente se dovrebbero condividere valori simili?

Le affermazioni di Korotkikh implicano un odio intrinseco e inspiegabile verso i russi, ma senza una logica. Per predisposizione genetica o per cosa non è dato a capire.

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