La legione georgiana e la narrativa a senso unico, rigidamente conforme al potere di turno

Lo storytelling sulla guerra in Ucraina qui in Italia è quella che è. Per essere mediaticamente legittimata, deve necessariamente corrispondere alle posizioni semplicisticamente individuate da altri governi occidentali, che adottano una rigida e intransigente distinzione tra buoni e cattivi. In linea, persino i fatti di cronaca correnti devono essere filtrati per corrispondere alla narrativa proposta.  La conseguenza è che usufruiamo di una informazione di propaganda, ove è osteggiato il punto di vista delle persone direttamente interessate nei teatri di guerra.

Tuttavia, la realtà ha una sua oggettività e non si può ridurre. Se il giornalismo fosse vero giornalismo, si prenderebbe l’onere di intervistare le persone e non di fare avanspettacolo, riproducendo una narrativa a senso unico, rigidamente conforme al potere di turno.

Perciò, la discussione si esaurisce con il dire che la responsabilità è della Russia in quanto invasore. Così facendo viene trascurato in modo osceno la legittimità dei provvedimenti del governo ucraino in patria.  Ma non solo: è altrettanto riduttivo e ingiusto non vigilare su abusi effettuati durante la conduzione della guerra, dato che ci sono dei limiti imprescindibili da rispettare da ambedue le parti in conflitto. Purtroppo dei crimini se ne parla con enfasi solo quando si vogliono generare false flag o incolpare l’altra per innalzare il livello di scontro.

Ritengo che invece il tema degli abusi sui civili e sui prigionieri sia di fondamentale importanza. Per far questo, nella guerra ucraina debbano essere distinti i crimini che possono essere classificati come abusi di responsabilità del singolo (atti sfuggiti alla linea di comando), oppure responsabilità che afferiscono alla responsabilità di comandanti di vario livello. Questi ultimi trovano un esempio calzante nella condotta dell’esercito ucraino contro la città di Donetsk, la cui vicenda è abbondantemente documentata da Franco Fracassi (vedi ad es.  qui), Sara Reginella (documentarista), Giorgio Bianchi (vedi qui e qui) e V.N.Rangeloni (vedi qui).

La legione georgiana

In tema di abusi sui campi di battaglia e contro i civili, tra i vari gruppi che in Ucraina hanno una reputazione ingloriosa, c’è la Legione Georgiana che pubblica video di esecuzioni sommarie dei nemici fatti prigionieri.

In merito Covert action magazine riferisce che “la Legione georgiana è orgogliosa di non fare mai prigionieri e pubblica video sui suoi social media di esecuzioni di prigionieri di guerra legati e torturati in stile ISIS  che  sono così sfacciati che persino le agenzie di intelligence occidentali come  Bellingcat  e le agenzie di stampa occidentali come la CNN  “Video appears to show execution of Russian prisoner by Ukrainian forces” e il New York Times hanno confermato la loro autenticità.

Nonostante ciò, la Legione Georgiana trova sostegno non solo fra i troll di Internet, ma anche tra quelli ai vertici del potere americano. Il membro del Congresso Adam Kinzinger, repubblicano “mai Trump” (che ha  votato pro-Trump  il 90% delle volte al Congresso), è uno dei loro sostenitori più accesi (…)”.

Nelle regioni russofone tutti oppositori e potenziali bersagli

In un video tratto dal programma ‘Air’ (https://vk.com/readovkanews?w=wall-163061027_2017908)il capo della Legione Georgiana Mamuka Mamulashvili – che combatte dalla parte di Kiev – ha affermato che i suoi militanti non avrebbero fatto prigionieri i soldati russi (vedi qui). “Sì, leghiamo loro mani e piedi. Sto parlando ora dei soldati russi. Non li prenderemo prigionieri”, aggiungendo che questa minaccia riguarda soprattutto i “Kadyrovtsy”, riferendosi alle unità della Guardia nazionale della Repubblica cecena. Successivamente Mamulashvili ha smentito, dicendo che voleva dire li avrebbe consegnati all’esercito ucraino. Tuttavia, i combattenti di questa Legione sono stati effettivamente coinvolti nelle esecuzioni di soldati russi.

In proposito, sulla rete è stato diffuso un video ( https://t.me/readovkanews/30049 ) in cui i soldati ucraini dei battaglioni nazionali finiscono i soldati russi catturati con le mani legate. Uno di loro si è rivelato essere ( https://t.me/readovkanews/30068 )un rappresentante della Legione Georgiana, che combatte in Ucraina da più di otto anni.

Avia Pro riferisce che “Il leader della Legione Mamulashvili è un veterano del conflitto abkhazo-georgiano, ha combattuto al fianco dei mujaheddin islamici nella prima guerra cecena e ha infine preso parte alla guerra russo-georgiana del 2008″. Sky News ha riassunto: “Per il comandante della Legione, il conflitto in Ucraina è una lotta all’ultimo sangue e una battaglia per gli ideali occidentali: democrazia e libertà personale“. La cosa più allarmante – e questo vale non solo per la legione georgiana – è che i suoi combattenti considerano tutti i russi senza eccezione, anche i civili, come oppositori e potenziali bersagli. Il leader della legione Mamulashvili ha sottolineato, nonostante le obiezioni degli intervistatori, che non c’è differenza tra i cosiddetti civili e il governo“.

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Non sorprende quindi che un’unità georgiana sia stata accusata di crimini di guerra nel teatro delle operazioni, uno dei quali è confermato dalle riprese video dell’esecuzione dei militari russi catturati. La Legione Georgiana sembra essere una forza volontaria motivata ideologicamente, come evidenziato dalla sua natura altamente multietnica e dalla capacità di reclutare volontari da paesi ad alto reddito.

Secondo alcune fonti, questo gruppo sarebbe utilizzato dai servizi segreti statunitensi e britannici come piattaforma per il lavoro dei loro agenti sul campo e come loro copertura. Non è un segreto che in Ucraina, sotto le spoglie di operatori o mercenari PMC, ci siano ufficiali attivi dei paesi della NATO, membri dei loro servizi speciali. Avevano questa copertura i due ufficiali francesi che morirono in uno degli elicotteri ucraini abbattuti vicino a Mariupol.

Stiamo parlando di episodi isolati ed è per il momento impossibile stabilire una casistica? Se dobbiamo basarci sulle informazioni che ci passano i media mainstream, si direbbe di sì. Sta di fatto che da parte russa viene denunciato che molti soldati russi rilasciati a seguito di scambio di prigionieri, raccontano di torture e trattamenti inumani ed anche amputazioni di dita e lobi di orecchio. Questo potrebbe essere verificato facilmente dalla Croce Rossa internazionale o da apposite commissioni di indagine, se solo si volesse. Inoltre, esistono molte testimonianze filmate di civili raccolte da giornalisti indipendenti che raccontano il comportamento disumano e illegale di talune forze ucraine.

Come già detto nel mio precedente articolo “La UE furiosa con la PMC russa Wagner” in cui mi sono occupato della PMC russa Wagner (accusata dalla UE di essere un gruppo terrorista), la percezione è che in Ucraina il conflitto si stia sempre più imbarbarendo. In questo contesto è singolare che la comunità occidentale ignori completamente gli atti della parte a cui fornisce sostegno.

Necessità di una Commissione d’indagine indipendente e di negoziati immediati

Detto tutto questo, mi sorprende molto che non venga istituita una commissione di indagine indipendente sui crimini di guerra in Ucraina. Allo stesso modo sono sconcertato dal fatto che la UE sia arrivata a dichiarare la parte antagonista come stato che sponsorizza il terrorismo e ad incriminare una intera PMC.. In una guerra resa così scientemente sanguinaria – per l’adozione di tipologie di combattimenti non convenzionali e per la fornitura di moderni mezzi a Kiev che hanno elevato il rating di morte e distruzione -, ritengo che ci voglia proprio una grande disinvoltura morale e una buona dose di ipocrisia per pronunciare certe sentenze.

Inoltre, a ragion di logica, mi sembra evidente che la maggior parte della popolazione russofona che attualmente vive all’interno degli attuali confini mantenuti dall’esercito russo – incluso circa il 50% degli abitanti di Kherson – sia suscettibile di rappresaglie. La parte ucraina considera tutti i cittadini che hanno manifestato la minima simpatia per la parte russa, come traditori. All’uopo Kiev ha emanato apposite leggi che stabiliscono punizioni per i collaborazionisti; queste ultime abbracciano una vasta gamma di comportamenti giudicati come criminali, fosse anche l’atto di aver accettato un aiuto alimentare dai russi o, per un docente, l’aver insegnato presso le scuole locali dopo l’occupazione.

Credo che, se liberi nel pensiero e non animati da giudizi preconcetti, certe considerazioni dovrebbero indurre la parte occidentale – che fa dei diritti umani una propria caratteristica distintiva – a vigilare maggiormente su cosa sta succedendo dal 24 febbraio 2022 in Ucraina, e su cosa sia successo prima di quella data. Continuo a sostenere che questa guerra poteva essere evitata e non dà alcun vantaggio a nessuno né a breve, né a lungo termine. Vediamo solo l’impoverimento generalizzato, la distruzione dei rapporti faticosamente migliorati dopo decenni tra ovest ed est e la perdita di ogni dialogo per decenni a venire.

VPNews

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