La lettera di Farrel a CL sul ‘carisma partecipato’

Ho letto la lettera del card Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero Laici, Famiglia e Vita ai responsabili di Comunione e Liberazione e quella di Prosperi (vedi qui e qui). A riguardo ho sentito la responsabilità di rischiare un mio giudizio personale in merito all’intervento del card Farrel.

[…]“I Moderatori e i Presidenti dei Movimenti ecclesiali non ricevono per successione personale il carisma del fondatore e non ne sono, dunque, gli unici interpreti. Se così fosse, ci troveremmo di fronte a un tentativo indebito e fuorviante di appropriazione e personalizzazione del carisma da parte di chi ha il ruolo di guida; da ciò deriverebbe un’autoreferenzialità non ammissibile nella Chiesa”. (card Farrel)

Pur se è vero che i movimenti attualmente non sono mai stati visti con particolare benevolenza dall’attuale Pontefice (vedi ad esempio i Francescani dell’Immacolata o alcuni monasteri), è anche vero che la linea del responsabile don Carron, è stata effettivamente abbastanza ‘personalistica’. Egli, pur di giustificare la correttezza della sua ‘svolta spirituale’ nella conduzione di CL, ha effettuato una rilettura di tutta la storia del movimento, giudicando più utile ritirare completamente la presenza di CL dalla vita politica del paese anche in momenti cruciali che hanno toccato temi di fondamentale importanza alla vita cristiana come famiglia, morale, educazione, vita.

Nel corso degli anni sono stati soprattutto questi i punti ove si sono creati all’interno del movimento divergenze di giudizio in merito alla fisionomia del movimento stesso. È anche da notare che su particolari vicende come la guerra in Siria e, ultimamente la pandemia, CL ha adottato interamente la posizione subdolamente ‘umanitaristica’ suggerita dal potere, senza proporre invece una propria posizione originale a difesa della vera libertà personale, dono divino. Spesso, sebbene al suo interno molti aderenti hanno cercato di apportare un contributo diverso di giudizio rispetto ai tempi, non sono stati ascoltati.  Stessa cosa è successa sul tema dell’Europa e sulla famiglia, ove si scelto di tacere piuttosto che essere ‘divisivi’. In particolare, riguardo l’Europa la dirigenza di CL ha scelto di essere convintamente europeista trovando come motivo di ispirazione le tesi del presidente Mattarella, piuttosto che sposare il giudizio critico di Ratzinger sull’Europa, ben espresso nel libro scritto a quattro mani con il sen.Pera “Senza radici. Europa, relativismo, cristianesimo, Islam” e “La vera Europa. Identità e missione”.

Soprattutto da queste circostanze sono sorte tante osservazioni e malumori all’interno del movimento stesso, non come critica al cammino di fede, ma piuttosto come sottolineatura di una diminuita presenza di giudizio nella società odierna. ove il potere pretende di instaurare una nuova normalità, nemica della Verità.  E’ da notare invece che durante la guida di don Giussani l’importanza della cultura, della tradizione e la ripresa della dottrina sociale della Chiesa sono stati tratti caratterizzanti nella vita del movimento di CL.

Detto questo, a mio avviso la lettera del card. Farrel sul carisma, dice cose lineari sia sul piano dottrinale, sia sul piano della logica. Pertanto non sfugge che nella lettera di Prosperi in risposta indirizzata ai membri della Fraternità di CL, egli definisca coloro che si sono rivolti al card Farrel come ‘immaturi‘ e poi nello stesso tempo, auspichi unità.

Allora se le parole vogliono dire qualcosa, se il card. Farrel ha ritenuto di ascoltare quelle persone che Prosperi chiama ‘immaturi’ è come dire che il card. Farrel sia stato fuorviato, manipolato. Sembra che questo sia il senso, altrimenti la lettera è una contraddizione in termini. Ma in questo caso, l’accettazione del richiamo non sarebbe per forza di cose né leale, né consapevole, né pienamente accolto.  Questo è un aspetto non chiaro che apre anche a future incomprensioni nei rapporti con l’autorità ecclesiastica e mina anche l’inizio di un dialogo costruttivo all’interno di CL, proprio nell’anno della ‘sinodalità’.

Come sempre, sarà lo Spirito Santo a ripianare dove l’uomo è mancante e ho completa fiducia che così accadrà, ma nello stesso tempo credo che queste cose andavano dette. Probabilmente non sono esattamente questi i motivi del richiamo del Vaticano a Carron – visto che il Vaticano stesso non ha adottato una linea migliore di fronte a determinati avvenimenti -, ma la comunionalità a cui Farrel richiama CL avrebbe potuto portare beneficio ugualmente.
E’ altrettanto chiaro che in questa fase se è giusta la paura del chiacchiericcio, e il richiamo all’unità, è altrettanto importante prendere seriamente coscienza di ciò accade in modo che sia accresciuta la coscienza e la carità, ovvero la responsabilità personale.

In definitiva, la lettera di Farrel come indicazione di metodo più che richiamare ad una intransigente unità, mi pare richiami ad a un cammino di purificazione in una sequela che passa attraverso la storicità di Cristo. L’unità allora certamente sarà il dono di una coscienza rinnovata.

patrizioricci by @VpNews

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ALTRI CONTRIBUTI:
QUI un commento sul sito di Aldo Maria Valli.
QUI Silere non possum.
QUI Cultura Cattolica

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