La lotta per il continente: perché gli Stati Uniti non sono felici per l’incremento d’influenza della Russia e della Cina in Africa

DI ALEKSANDER  BOVDUNOV

russian.rt
Il Consigliere del Presidente degli Stati Uniti per la Sicurezza Nazionale, John Bolton, ha accusato Mosca e Pechino di espandere [la loro] l’influenza in Africa, che a quanto si sostiene impedisce lo sviluppo dei Paesi della regione e gli interessi nazionali di Washington. Tuttavia, gli esperti sottolineano che sono gli Stati Uniti ad avere la più ampia rete di presenza militare e politica nel continente, e i loro investimenti nella regione superano significativamente sia quelli della Cina, che quelli della Russia. Allo stesso tempo, i politologi hanno convenuto che Pechino e Mosca stanno aumentando la loro influenza nella regione. Se c’è la possibilità per la Casa Bianca di frenare l’avanzata dei suoi concorrenti geopolitici, è quanto ha accertato RT.

Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton ha accusato la Russia e la Cina di promuovere [la loro] influenza in Africa. Nel suo discorso al centro di ricerca della Heritage Foundation sono state rilasciate dichiarazioni attinenti.

“Le grandi potenze rivali, Cina e Russia, stanno rapidamente espandendo l’influenza finanziaria e politica in tutta l’Africa. Esse orientano di proposito e in maniera aggressiva i loro investimenti nella regione, al fine di ottenere un vantaggio competitivo sugli Stati Uniti”, ha sottolineato Bolton.

Ha fatto notare che l’opposizione a Mosca e Pechino sarà uno dei compiti principali della strategia di politica estera degli Stati Uniti in Africa, che “inizia a essere operativa nell’immediato”.

Bolton ha definito “di predazione” la politica della Russia e della Cina e ha affermato che essa presumibilmente minaccia l’indipendenza finanziaria dei Paesi africani e “interferisce con le operazioni militari americane”.

“Queste metodi di predazione, praticati dalla Cina e dalla Russia, inibiscono la crescita economica in Africa, minacciano l’indipendenza degli Stati africani, ostacolano le opportunità di investimento degli Stati Uniti, interferiscono nelle operazioni militari statunitensi e rappresentano un pericolo significativo per gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti”, ha dichiarato.

Secondo gli esperti, negli ultimi anni la Cina ha intensamente sviluppato legami con i Paesi africani. La base dell’influenza cinese nella regione sono progetti infrastrutturali, inclusi quelli nel quadro dell’iniziativa “One Belt – One Road” (n.d.T. Nuova via della seta).

A settembre, durante il Forum on China-Africa Cooperation a Pechino, il Presidente Xi Jinping ha promesso di investire 60 miliardi di dollari per lo sviluppo dei Paesi africani nei prossimi anni.

Inoltre, la Cina sta espandendo la sua presenza militare nella regione. L’anno scorso, la Repubblica Popolare Cinese ha aperto la sua prima base navale a Gibuti. Allora si trovavano già punti di presenza permanente dell’esercito americano, francese e giapponese in quel Paese africano.

Come ha osservato in un’intervista Evgenij Korendjasov, Direttore del Centro per lo studio delle relazioni russo-africane e della politica estera dei Paesi dell’Africa dell’Istituto per l’Africa dell’Accademia Russa delle Scienze, non solo la Cina, ma anche l’India [è tra gli Stati che] hanno aumentato in modo particolarmente evidente la propria presenza in Africa negli ultimi anni. Stanno attivamente cercando di stabilire la loro presenza nel continente altri importanti attori internazionali, tra cui il Giappone, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, la Turchia e Israele, nel tentativo di estromettere Francia e Gran Bretagna dagli ex territori metropolitani, nella dipendenza coloniale delle quali una volta si trovava grande parte del continente.

“Il ruolo dell’Africa nell’economia mondiale e nella politica mondiale si è accresciuto”, sottolinea l’esperto. “Ciò è dovuto alla crescita generale dell’importanza del Terzo mondo sullo sfondo della riorganizzazione del sistema delle relazioni internazionali e del completamento dell’egemonia incondizionata dei Paesi occidentali”.

Inoltre, l’Africa continua a mantenere il suo valore come magazzino di ricchezze naturali. Korendjasov ha ricordato che il 30% delle risorse naturali del pianeta è concentrato sul suo territorio.

“Ora ci sono 1,2 miliardi di persone che vivono nel continente africano e nei prossimi due decenni la popolazione africana raddoppierà”, ha aggiunto l’esperto. “L’Africa sarà la principale fonte di risorse umane sul pianeta.”

Secondo Jurij Zinin, ricercatore senior presso il Center for Civilizations Partnership dell’MGIMO, il fatto che gli Stati Uniti percepiscano negativamente il rafforzamento della presenza di Cina e Russia è collegato alla circostanza che proprio questi Paesi stanno sfidando l’egemonia americana.

“Queste sono le conseguenze del fatto che il potere economico generale degli Stati Uniti sta diminuendo – ha detto Zinin in un’intervista a RT- gli Americani non vogliono rinunciare all’idea che devono essere loro i dominatori. Stanno cercando di presentare il potenziale crescente di Cina e Russia come una minaccia per i popoli del mondo, inclusa l’Africa.”

Interesse russo

“Le relazioni russo-africane si sono sviluppate attivamente negli ultimi anni”, ha osservato Korendjasov. “Il lavoro è complesso, multi-vettore, che apporta vantaggi politici ed economici al nostro Paese.”

A luglio di quest’anno [2018], il Presidente russo Vladimir Putin, durante il vertice del BRICS in Sudafrica, ha dichiarato che Mosca sta elaborando l’idea di organizzare un vertice Russia-Africa con la partecipazione di leader africani. Il leader russo ha tenuto colloqui, ai margini del forum, con alcuni dei suoi colleghi africani: il Presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa, il Presidente dell’Angola João Lourenço, il Presidente dello Zambia Edgar Lungu.

Precedentemente, durante la Coppa del mondo di calcio che si svolgeva in Russia, hanno visitato Mosca i leader di Ruanda, Gabon e Sudan, i quali hanno tenuto colloqui con Vladimir Putin sulla piena cooperazione. Nel maggio di quest’anno [2018], il Presidente della Repubblica Centrafricana, Faustin-Archange Touadéra, ha parlato al Forum economico [internazionale] di San Pietroburgo.

Il 12 dicembre, la TASS con riferimento al protocollo della Commissione intergovernativa Russia-Sudan ha riferito che la parte sudanese era interessata alla partecipazione della Federazione Russa, nella costruzione della ferrovia transcontinentale Dakar-Port Sudan-Città del Capo.

Anche i Paesi africani manifestano interesse alla cooperazione in materia di energia con la Russia, in particolare alla costruzione di una centrale nucleare, e ad attrarre investimenti russi nell’estrazione di risorse naturali.

Inoltre, nel continente vi è interesse per l’armamento russo, e non solo per le armi di piccolo calibro come il fucile d’assalto Kalashnikov, che ha trovato posto negli emblemi del Mozambico e dello Zimbabwe, ma anche per sistemi più complessi. Ad esempio, l’Uganda all’inizio di quest’anno ha espresso interesse per l’acquisto di sistemi russi di difesa aerea.

Oltre a questo, come consuetudine, la Russia prepara il personale per i Paesi africani in specializzazioni, tanto civili quanto militari.

Secondo Korendjasov, per la Russia è particolarmente interessante l’accesso alle risorse naturali dell’Africa, rare per la Federazione Russa, come il manganese, il cromo, i metalli delle terre rare e i metalli del gruppo del platino. Inoltre, Mosca cerca di rafforzare la propria posizione nel settore del petrolio e del gas, dell’uranio e dei diamanti. Secondo l’esperto, il volume totale degli investimenti diretti russi nei Paesi africani, negli ultimi anni, ha superato i 10 miliardi di dollari.

Presenza americana

Secondo i politologi, nonostante le critiche alla Repubblica Popolare Cinese e alla Russia, gli stessi Stati Uniti sono piuttosto presenti in Africa. Così, nel suo discorso alla Heritage Foundation, John Bolton è stato costretto ad ammettere che nel 2016-2017, gli Stati Uniti hanno inviato 17 miliardi di dollari in aiuti finanziari agli Stati dell’Africa, che è allo stesso tempo quasi tre volte la quantità in investimenti diretti cinesi nei Paesi africani. E, secondo i dati del Dipartimento di Stato, per il solo 2017, gli investimenti delle società statunitensi in progetti africani ammontavano a 50 miliardi di dollari.

A luglio [2018], il Presidente russo Vladimir Putin ha riferito che, nel 2017, il volume di aiuti russi all’Africa ammontava a poco più di 1 miliardo di dollari, che è esattamente 8,7 volte inferiore a quanto speso dal Dipartimento di Stato e dall’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID), proprio in questo stesso anno, a favore dei Paesi africani.

Washington mantiene anche un’importante presenza militare nella regione. Gli Stati Uniti sono l’unico Paese al mondo le cui forze armate gestiscono dal 2008 il United States Africa Command – circa 7.200 persone di staff. La pubblicazione The Intercept, sulla base dei dati ottenuti secondo il Freedom of Information Act degli Stati Uniti, ha contato nel continente 34 basi delle forze delle operazioni speciali statunitensi.

Tra i Paesi in cui operano unità dell’esercito americano vi sono Gibuti, Niger, Somalia, Tunisia, Libia, Kenya, Camerun, Ciad, Mali, Burkina Faso. Come osservato in un’intervista a Vice News, l’ex comandante del comando speciale “AFRICA”, il Generale di brigata Donald Boldak, sono in corso più operazioni da parte delle forze speciali americane in Africa, rispetto [a quanto avviene] nell’area di responsabilità di altri comandi, compreso il Medio Oriente. Formalmente, il compito principale delle forze armate statunitensi è la lotta contro il terrorismo, ma gli esperti ritengono che ci siano anche altri obiettivi.

“Questa è l’eredità del tempo in cui gli Americani, dopo il crollo degli imperi coloniali, hanno cercato di occupare una posizione dominante in Africa, facendo affidamento anche sul sostegno militare dei giovani Paesi”, osserva Jurij Zinin. “Vogliono mantenere questo sistema e continuare ad aggrapparsi all’influenza militare”.

Secondo il politologo, Washington tenterà di usare tutti i mezzi, compresi i suoi contatti nei circoli militari dell’Africa, per fermare la crescente influenza della Russia e della Cina sul continente.

Secondo John Bolton, il nucleo della rinnovata politica statunitense nella regione africana dovrebbe essere il rifiuto di assistenza finanziaria “non sistematica” e un focus su progetti specifici nella regione.

Tuttavia, gli esperti ritengono improbabile che gli Stati Uniti raggiungano l’obiettivo desiderato: contenere lo sviluppo delle relazioni tra i Paesi africani con Mosca e Pechino.

“Ne dubito molto, perché già ora tra i nuovi partner dell’Africa – Russia, Cina, India, Brasile – intercorre un terzo di tutti i legami economici del continente, e questo processo si svilupperà ulteriormente”, ha concluso Korendjasov.

Aleksander Bovdunov

Fonte: https://russian.rt.com/

Link: https://russian.rt.com/world/article/583235-rossiya-kiati-ssha-afrika-protivostoyanie

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