La maggioranza della popolazione del Donbass non vuole far parte dell’Ucraina ma l’occidente non sente

L’assoluta maggioranza della popolazione delle regioni di Donetsk e Lugansk non vuole far parte dell’Ucraina

DI DMITRIJ MININ

fondsk.ru

All’inizio di novembre in Ucraina sono stati resi noti i risultati di un’inchiesta sociologica condotta nella DNR (Repubblica Popolare di Donetsk) e nella LNR (Repubblica Popolare di Lugansk) con la partecipazione di autorevoli società internazionali (“New Image Marketing Group”). Promotori dell’inchiesta, sono state le testate analitiche di Kiev di tendenza liberal-nazionalista: “Zerkalo Nedeli” (Specchio della settimana ndr.), “Khvilja”, nonché l’ “Istituto del Futuro” (“Ukrainian Institute for the Future” di Kiev ndr.). I risultati hanno talmente minato lo stereotipo ufficiale ucraino di “territori occupati che sognano di tornare in patria”, che, a Kiev, si sono affrettati a dichiararli “falsi” e insignificanti.

Nonostante ciò, i promotori del sondaggio, consapevoli della veridicità dei dati,  richiedono un ripensamento della politica statale ucraina in relazione al Donbass. L’inchiesta è stata rigorosamente condotta in conformità con i requisiti della scienza sociologica, garantendo l’assenza di pressione sugli intervistati e tramite una “dicitura” che eviti il timore di dire la verità.

I risultati sono inequivocabili: la stragrande maggioranza della popolazione delle regioni di Donetsk e Lugansk non vuole far parte dell’Ucraina. Allo stesso tempo, i residenti del Donbass valutano negativamente le attività sia delle precedenti, che delle attuali autorità ucraine.

L’autore di “Khvilja” V. Lartsev scrive che i risultati dell’inchiesta dovrebbero rappresentare una “doccia fredda” per i patrioti nazionalisti ucraini, se non già completamente “mentalmente alterati”, come la Farion (politico ucraino di Lvov, conosciuta per le sue intransigenti posizioni anti-russe ndr.). A suo avviso, le azioni della propaganda russa, da sole, non possono giustificare questi risultati: la propaganda si basa “sui geni socioculturali degli abitanti della DNR e LNR già plasmati da decenni”. “È molto importante … – continua l’autore – prevenire una situazione analoga nei confronti dei residenti delle regioni centrali e sud-orientali dell’Ucraina”, che nel loro modello socioculturale differiscono dalla popolazione delle regioni occidentali. A meno che, naturalmente, non vi sia il desiderio di un’ulteriore divisione dell’Ucraina.

Il direttore dell’Istituto Ucraino per il Futuro V. Andrusiv riconosce che vorrebbe vedere questo studio sociologico diverso, ma è quello che è. La soluzione alla questione del Donbass dovrebbe basarsi su fatti e calcoli responsabili. “Ricevendo questa diagnosi”, afferma Andrusiv: “Noi dovremmo riesaminare i metodi di cura e dovremmo iniziare a fare qualcosa a tal riguardo”.
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La ricerca è stata condotta dal  7 al 31 ottobre 2019. Sono state intervistate 1.606 persone: 800 della regione di Lugansk al di fuori del controllo di Kiev e 806 della regione di Donetsk, sempre al di fuori del controllo di Kiev. Per l’individuazione  del campione, sono state utilizzate le statistiche ufficiali del 2014, aggiustate sui dati demografici esistenti.

Sono state condotte interviste “face-to-face” nelle famiglie degli intervistati mediante l’uso di un questionario strutturato. Il difetto nei risultati non supera il 3,2%. Tra gli intervistati: donne per il 53,5% e uomini per il 46,5% (abitanti di Donetsk, Makeevka, Ilovajsk, Enakievo, Lugansk, Alchevsk, Antratsit Rovenek, e di altre 29 città e comuni del Donbass). È significativo il fatto che i punti di vista di coloro che guardano la televisione ucraina appaiono solo leggermente diversi dalle posizioni di coloro che non la guardano.

Per ciò che concerne l’aspetto economico, “con rammarico”, i promotori del sondaggio affermano che l’Ucraina in cinque anni non ha dato alcun segnale economico incoraggiante, che “almeno avrebbe potuto suscitare qualche granello di dubbio sulla validità della scelta separatista delle repubbliche”. La maggior parte delle persone (50,3%) ritiene che nell’ultimo anno la situazione economica in Ucraina sia peggiorata. Solo il 6,3% degli ottimisti “di quel lato” (territori al di fuori del controllo di Kiev ndr.) sono giunti alla conclusione che in Ucraina si vive meglio. Il 41,4% degli intervistati si è fermato a un valore “zero” di cambiamento. Allo stesso tempo, il 34% degli intervistati è convinto di migliorare la propria situazione economica poiché componente della DNR/LNR. In pratica, lo stesso numero d’intervistati (35,4%) collegano il miglioramento della propria posizione alla possibilità d’integrazione nella Federazione Russa; solo il 3,5% degli intervistati mette in relazione questa prospettiva con l’integrazione in Ucraina.

Sebbene le domande siano state poste separatamente e non collegate tra loro, si può supporre che i residenti della regione avrebbero reagito con più fedeltà alla loro appartenenza all’Ucraina, se l’Ucraina stessa si fosse integrata in maniera più stretta con la Russia. Pertanto, il 77,3% ritiene che l’Ucraina avrebbe avuto uno scenario positivo e felice se si fosse riavvicinata all’Unione Economica Eurasiatica (unione economica tra Bielorussia, Kazakistan, Russia, Armenia e Kirghizistan ndr.) e all’Unione Doganale (Eurasiatica ndr.). Solo meno del 10% si oppone a ciò. Il 75% degli intervistati ritiene che la migliore prospettiva per i residenti del Donbass sia l’unificazione dell’Ucraina alla Russia, ma poiché ciò sembra irrealistico, il 50,9% preferisce che gli attuali territori della LNR/DNR diventino parte della Russia, un altro 13,4% come “parte della Russia, con status speciale”. Di conseguenza, la stragrande maggioranza dei residenti della LNR/DNR (64,3%) vede il Donbass come parte della Russia. Al contrario, come parte dell’Ucraina, per com’è oggi, è pronto a rimanere solo il 13,4% degli intervistati (anche in caso di “status speciale”). Solo il 5,1% vuole “far parte dell’Ucraina, come in passato”.

Circa il 73,4% degli abitanti della DNR e della LNR, in caso di elezioni locali, non vuole vedere i partiti ucraini sulla scheda elettorale. E se ciò dovesse accadere, allora le chance del partito “Piattaforma d’Opposizione – Per la vita” (Oppozitsionnaja Platforma – Za zhizn’) di Viktor Medvedchuk e Yurij Bojko sembrano migliori di quelle della squadra di Zelensky. In generale, l’autorità dell’attuale presidente dell’Ucraina nel Donbass è piuttosto bassa: solo il 19% degli intervistati ha una buona opinione di lui, mentre il 78,9% ne ha una cattiva. Solo l’1,4% degli intervistati ritiene “molto probabile” che Zelensky sarà in grado di migliorare le condizioni socioeconomiche del paese; il 13,3% “ammette tale probabilità”, invece, l’85% ritiene “improbabile” un aumento del livello socioeconomico sotto l’attuale presidente. Solo un rovinoso 1,7% degli intervistati considera “molto probabile” che il presidente ucraino riuscirà a portare la pace nella regione. Il 12,5% pensa che ciò sia “probabile”. Oltre l’85% ritiene, invece, non esista “nessuna speranza di pace” con Zelensky.

Altri autori del circolo liberal-nazionalista, in particolare I. Tyshkevich, indicano come recentemente si siano registrati progressi nella cooperazione economica tra DNR/LNR con la Russia. Se fino a poco tempo fa si trattava principalmente di aiuto unilaterale a questi territori da parte di Mosca, ora il supporto va sempre più verso un commercio reciprocamente vantaggioso. Quest’anno, secondo le stime ucraine, ha già superato un miliardo di dollari, non è molto, ma la tendenza è lampante: il livello del 2018 è più che raddoppiato. Secondo Tyshkevich, se Kiev non trarrà conclusioni e non inizierà a reagire, almeno levando parzialmente il “blocco”, la sua posizione nel Donbass diventerà ancora più debole.
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Tuttavia, i nazionalisti, anche quelli liberali, rimangono pur sempre “nazionalisti”. Constatando l’“impossibilità fisica” del ritorno del Donbass nella composizione dell’Ucraina in base agli stati d’animo palesati dalla sua popolazione, alla fine non trovano niente di meglio che “mettere puntini di sospensione cementati su questa storia”, vale a dire, staccarsi dal Donbass. È improbabile che ciò aiuti l’Ucraina, ma, al contrario, molto probabilmente, sarà solo meglio per i residenti della DNR e LNR.

DMITRIJ MININ

Fonte:  https://www.fondsk.ru/

Link: https://www.fondsk.ru/news/2019/11/14/liberalnaja-chast-ukrainskih-nacionalistov-pereosmyslivaet-donbass-49459.html

14/11/2019

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da Eliseo Bertolasi

 

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