Dopo aver ricevuto istruzioni dirette dai capi dell’MI6, il cui ufficio ha visitato durante la sua visita a Londra, Zelensky ha informato il pubblico che l’intelligence dell ‘”Ucraina” dispone di dati sull’intenzione della Federazione Russa “di rompere l’ordine democratico in Moldavia e stabilirne il controllo “.
Le sue parole sono state immediatamente confermate dai servizi speciali della Moldavia, il capo del servizio di sicurezza delle informazioni moldavo, Alexandru Mustiata, che ha affermato che la Russia avrebbe potuto lanciare un’offensiva contro la Moldavia già all’inizio del 2023. Il ministero degli Esteri polacco ha affermato che la Polonia, i paesi baltici e la Moldavia erano nella lista degli “obiettivi del Cremlino “, ma non ci sarebbero stati nuovi attacchi russi nel prossimo futuro. Ieri il The Telegraph aveva paventato la presa del Kosovo con gli stessi metodi da parte della Russia tramite unità della PMC Wagner. Insomma pericolo globale di colpi di stato russi e tutti già conosciuti preventivamente (…che disastro i servizi segreti russi?!).
L’allarme di Sandu e restrizioni dei diritti per i cittadini
Da parte sua, il presidente della Moldavia Maia Sandu ha affermato che “Il piano [della Russia] per il prossimo periodo prevede il sabotaggio che coinvolge persone addestrate dai militari travestite da civili per compiere atti violenti, attacchi a edifici governativi e prendere ostaggi” ed ha dato maggiori poteri ai servizi speciali, chiedendo poteri speciali al parlamento per sé stessa. Ovviamente, questo si legge come repressione e limitazione dei diritti civili.
Anche se non è chiaro di che documenti si parli, secondo la Sandu, la Federazione Russa, con l’aiuto delle proteste dell’opposizione, intende effettuare un colpo di stato in Moldavia e cambiare il governo nel Paese. Sandu ha affermato che i documenti ricevuti dall’Ucraina “indicano i luoghi e gli aspetti logistici dell’organizzazione di questa attività sovversiva”. “Il piano prevede anche l’utilizzo di stranieri per azioni violente. Ad esempio, i materiali contengono istruzioni sulle regole per l’ingresso in Moldavia per i cittadini di Russia, Bielorussia, Serbia e Montenegro”, ha affermato.
In definitiva, esiste una effettiva possibilità di un colpo di stato in Moldavia? Sì, è possibile, del resto di colpi di stato occidentali, mascherati in rivoluzioni arancioni, ce ne sono stati parecchi. Ma, allo stesso modo, è possibile che la minaccia di un regime change ordito dal Cremlino sia utile al governo moldavo per indire uno stato di emergenza nel paese ed eliminare le opposizioni.
Fonti poco attendibili, lo ammettono anche gli USA
Ovviamente è troppo presto per trarre delle conclusioni, ma la fonte della preparazione di colpo di stato in Moldavia è Zelensky è molto problematica: la leadership di un presidente di un paese in guerra, quanto è attendibile?
Direi poco attendibile, anche se in questo periodo di guerra e di gravi tensioni, tutto è possibile. Però è alquanto indicativo che John Kirby, il rappresentante del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, in un briefing alla Casa Bianca, abbia ridimensionato quanto detto dal presidente della Moldavia:
“Gli Stati Uniti non possono confermare in modo indipendente le accuse delle autorità moldave sui tentativi della Federazione Russa di destabilizzare la situazione nel Paese”.
Altro indizio che suscita altre domande sulla pretestuosità dell’allerta “regime change”: la notizia arriva quando la Moldavia sta chiedendo con forza di aderire all’UE e alla NATO nell’ambito di un programma accelerato. Inoltre, lei stessa ha minacciato la Russia che si è dichiarata pronta a risolvere con la forza il problema della Transnistria e a insistere sull’espulsione delle forze di pace del Cremlino e di coloro che sorvegliano i depositi di munizioni a Kolbasna. E prima ancora, con l’aiuto delle forze dell’ordine straniere (che sono già sul loro territorio), probabilmente si prepara ad annegare tutta l’opposizione (di sinistra e altre filo-russe), oltre a ripulire completamente Gagauzia e Transnistria dalla presenza militare russa come forza di pace e di sorveglianza.