Un rapporto del Pew Research Center del 2 luglio 2024 mostra che la NATO è generalmente vista in modo positivo nei paesi membri, ma la fiducia nel presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy è diminuita in Europa e negli Stati Uniti.
La NATO gode di una buona reputazione tra la maggior parte dei suoi stati membri, con una media del 63% delle persone intervistate che la vede favorevolmente. Questo rappresenta un aumento significativo in paesi come la Turchia e l’Ungheria rispetto ai dati del 2019 e 2023. Tuttavia, ci sono state leggere diminuzioni nelle opinioni favorevoli in paesi come Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti. Inoltre, più dell’80% delle persone in Ungheria e Polonia ritiene che l’appartenenza alla NATO sia cruciale per la sicurezza del proprio paese, con il 61% che condivide questa opinione in Turchia (Pew Research Center).
La fiducia in Zelenskyy varia significativamente tra i paesi europei. In Svezia, l’80% delle persone ha fiducia in lui, mentre in Ungheria, lo stesso numero non ne ha. In Polonia, la fiducia è scesa di 22 punti percentuali rispetto all’anno scorso. Globalmente, solo il 40% delle persone nei 35 paesi intervistati ha fiducia in Zelenskyy, mentre il 46% non ne ha. La fiducia è alta solo in sette paesi .
Potete certamente immaginare quali siano questi paesi. Naturalmente sono quei paesi che coltivano un risentimento contro l’Unione Sovietica e il suo erede storico, la Russia. Si tratta di paesi molto diversi da quelli che hanno fondato l’Unione Europea ma che ora la dirigono e la condizionano pesantemente. Ovviamente c’è chi vuole che questo avvenga ed il motivo è cambiarne la fisionomia complessiva.
Ecco un riassunto dei paesi in cui la fiducia in Zelenskyy è particolarmente alta:
Questi livelli di fiducia riflettono le posizioni geopolitiche e storiche di questi paesi, nonché il loro impegno nel sostenere l’Ucraina durante il conflitto con la Russia. La fiducia in Zelenskyy è quindi strettamente legata alle percezioni nazionali della sicurezza e dei ‘valori democratici’. Ovviamente, questo non dovrebbe essere sostenibile nei paesi fondatori della UE, ma purtroppo anche in questi ultimi sono stati allevati e messi al potere leadership funzionali allo scopo portato avanti dai paesi nordici. Quindi non è per nulla casuale ciò che succede.
Considerando invece tutta la UE ed il resto dell’occidente, le opinioni su quanto supporto dare all’Ucraina variano molto. Negli Stati Uniti, il 24% pensa che non si stia facendo abbastanza, mentre il 31% crede che si stia facendo troppo. In Turchia e Ungheria, la maggioranza ritiene che il proprio paese stia fornendo il giusto supporto, mentre in Polonia, il paese è diviso tra chi pensa che si stia facendo troppo e chi crede che si stia facendo abbastanza (Pew Research Center).
Le opinioni su Russia e Putin restano ampiamente negative, con una mediana del 65% che ha una visione sfavorevole della Russia e il 73% che non ha fiducia in Putin. Tuttavia, in alcuni paesi le opinioni sono leggermente migliorate rispetto ai sondaggi precedenti. Ad esempio, in Argentina, le opinioni favorevoli verso la Russia sono aumentate di 11 punti percentuali e la fiducia in Putin è aumentata di 9 punti (Pew Research Center).
Questo rapporto mette in luce come le opinioni pubbliche su NATO, Russia e Ucraina siano complesse e diversificate, influenzate da fattori nazionali e internazionali (per ulteriori dettagli, puoi leggere il rapporto completo qui).
La gestione della crisi ucraina da parte della NATO ha suscitato critiche per il suo approccio principalmente militaristico e la sua continua espansione verso est. Sin dall’inizio del conflitto, la NATO ha scelto di rispondere con un significativo incremento delle forniture militari all’Ucraina, un atto visto da molti come un’escalation del conflitto piuttosto che un tentativo di mediazione diplomatica.
L’approccio della NATO, basato quasi esclusivamente sulla forza delle armi, ha esacerbato le tensioni senza cercare soluzioni diplomatiche durature. La concentrazione sulle forniture militari e l’addestramento delle forze ucraine hanno avuto l’effetto di prolungare il conflitto, causando ulteriori sofferenze umanitarie e destabilizzazione regionale. Questo tipo di risposta ha oscurato potenziali percorsi di negoziazione che avrebbero potuto portare a un cessate il fuoco o a un accordo di pace.
La strategia di espansione della NATO verso est è stata percepita come una provocazione diretta dalla Russia, che ha sempre visto l’allargamento dell’alleanza ai suoi confini come una minaccia alla propria sicurezza nazionale. Questo atteggiamento ha contribuito a deteriorare ulteriormente le relazioni tra Occidente e Russia, aggravando il contesto geopolitico già teso. L’inclusione di nuovi membri nella NATO, come i paesi baltici e altre nazioni dell’ex blocco sovietico, è stata vista da Mosca come una mossa aggressiva, alimentando sentimenti nazionalisti e militaristi.
Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha spesso adottato una retorica dura nei confronti di Vladimir Putin, descrivendo il leader russo e le sue azioni in termini fortemente negativi. Questi commenti, piuttosto che facilitare il dialogo, hanno contribuito a un clima di escalation e di ostilità. Il ruolo di Stoltenberg dovrebbe essere quello di rappresentare le decisioni collettive dei membri della NATO, piuttosto che spingere per una linea dura personale che può essere percepita come incendiaria.
La recente dichiarazione di Stoltenberg, secondo cui la NATO continuerà a supportare l’Ucraina anche in caso di un’elezione di Trump, indipendentemente dalle sue decisioni, solleva questioni su chi effettivamente comanda all’interno dell’alleanza. Questo fa sorgere dubbi sulla trasparenza e sulla democraticità dei processi decisionali della NATO, oltre che sulla sua influenza sulle politiche estere degli stati membri. Le decisioni della NATO dovrebbero riflettere il consenso collettivo delle nazioni coinvolte, e non essere dirette da singoli individui o gruppi di potere.
In sintesi, la gestione della crisi ucraina da parte della NATO è fortemente opinabile per il suo approccio militaristico e la sua espansione verso est. Le azioni e le dichiarazioni di Stoltenberg hanno sollevato dubbi sulla trasparenza e sull’equità delle decisioni all’interno dell’alleanza, nonché sulla reale autonomia delle istituzioni europee sotto l’influenza della NATO. È essenziale che la NATO riveda il suo approccio, cercando soluzioni più equilibrate e diplomatiche per risolvere i conflitti internazionali, mantenendo un dialogo aperto e costruttivo con tutte le parti coinvolte.
Il sondaggio eseguito Pew Research Center – alla luce di questi dati – è incredibile. Ciò può essere solo spiegato dalla percezione positiva della popolazione, la quale negli ultimi anni – dalla pandemia in poi – abbiamo visto come è facilmente indirizzabile.
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