La Polonia accusa la Bielorussia di “facilitare l’invasione di profughi” (e la UE invece di aiutare, sanziona)

Al confine polacco-bielorusso continuano ad affluire migranti.

Un’enorme colonna di rifugiati si è avvicinata al confine polacco nel pomeriggio dell’8 novembre, precisamente al valico di frontiera di Kuznitsa dalla Bielorussia.

Ieri, i media polacchi hanno riferito che l’esercito bielorusso ha scortato una colonna di migliaia di migranti – diretti in Germania –  fino al confine con la Bielorussia e ne ha aiutato il passaggio. Intanto, le guardie di frontiera polacche hanno fatto di tutto per arginare l’enorme afflusso di disperati, tra cui donne e bambini.

Come vedete nei video i soldati polacchi sono armati di tutto punto, in assetto da combattimento e non si vedono le azioni facilitatrici delle Ong che noi in Italia conosciamo molto bene.

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki – che ha convocato una riunione urgente del quartier generale anticrisi per vedere che misure attuare contro – ha definito l’esodo come “il più massiccio tentativo di penetrare con la forza nel Paese”.

I profughi, visto che le vie più facili sono interrotte dalle forze di sicurezza polacche, stanno provando attraverso vie più impervie, come i valichi e le foreste (tenete conto che in Polonia oggi la temperatura non ha superato i 9 gradi e di notte è scesa sotto lo zero)..

La cosa più coerente per uno stato dell’Unione Europea sarebbe ovviamente organizzare strutture di prima accoglienza e solo successivamente risolvere i problemi politici che acutizzano questi esodi da zone di guerra. Invece, Varsavia in risposta ai flussi di profughi, ha dichiarato lo stato di emergenza in tutto il paese e il tutto è considerato alla stregua di una invasione.

Spari a scopo intimidatorio e lacrimogeni

In linea oggi l’esercito polacco, a scopo intimidatorio, ha aperto il fuoco contro i migranti e guardia di frontiera bielorussa al checkpoint di Kuznits. Contro i profughi sono stati lanciati anche lacrimogeni. I migranti intrappolati nella terra di nessuno hanno lanciato a loro volta pietre contro i militari. Questi eventi sono stati filmati da ambo le parti, sia dai profughi in fuga che dalle forze di sicurezza polacche. Da parte sua, la Ue minaccia ulteriori sanzioni verso la Bielorussia che, già sanzionata, non si può prendere carico di questo problema quando la situazione interna è già problematica per l’isolamento decretato da Bruxelles per la non riuscita rivoluzione arancione.

Quindi ciò che si vede è diverso dal solito, qui viene mostrato l’isterismo. A quando pare, in Europa si entra solo con i barconi e solo se si giunge via mare dall’Africa. Invece da altre direzioni, via terra, l’esito è dubbio: i migranti arrivano dall’odiata Bielorussa, odiata perché contigua a Mosca. Così i militari polacchi hanno sparato perché dicono che le guardie di frontiera bielorussa hanno aiutato i migranti a sconfinare ed hanno sconfinato loro stesse.

Da noi non si parla di tutto questo, i media sono tutti concentrati sula campagna anticovid. Mentre è da segnalare una prima presa di posizione di Mosca: il ministro degli esteri russo Lavrov ha invitato i paesi UE di evitare i doppi standard nella crisi migratoria al confine della Bielorussia con Polonia e Lituania. (https://t.me/HouseOfCardsEurope/26143).

Critiche dalla Russia alla UE di applicare due pesi e due misure

Lavrov ha proposto all’Unione europea di aiutare la Bielorussia nella situazione con i migranti, come lo fece con la Turchia: “La responsabilità della risoluzione della crisi migratoria al confine polacco-bielorusso è dell’Occidente, che l’ha provocata con le sue azioni in Medio Oriente.”

Come sempre i leader europei adottano due pesi e due misure, a secondo delle alleanze politiche e delle convenienze. Per quando riguarda la Polonia è un esempio su molte cose per la leadership europea, ma in questo caso non mi pare che sta facendo nulla di eroico.

patrizioricci by VpNews

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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