La Polonia furibonda e lacerata vuole la resa dei conti, ma il Papa polacco chiedeva riconciliazione

Il premier polacco, in una dichiarazione (vedi qui), ha parlato nuovamente di risarcimento di danni di guerra della Germania nazista da risarcire al suo paese.

Chiede che anche la Russia risarcisca per i danni di guerra verso l’Ucraina. Ma non solo per i danni di guerra odierni, bensì anche per quelli dell’Unione Sovietica di cui faceva parte anche la stessa Ucraina.

“Vuoi che la Russia rimanga impunita?”: Il primo ministro polacco Morawiecki chiede 1,3 trilioni di euro di risarcimenti dalla Germania in modo che “ci fosse l’opportunità di ritenere Mosca responsabile”

Questi i punti principali ripresi da Polskie radio 24 da un’intervista:

“Carri armati, artiglieria pesante, munizioni per l’Ucraina: tutto ciò che ora è così necessario per respingere le truppe russe. La Germania, in quanto Paese più ricco d’Europa, potrebbe fare molto di più per proteggere i valori dell’Europa.
– Paesi come USA e Regno Unito forniscono armi all’Ucraina per vincere questa guerra. Alcuni capi di governo dell’UE hanno l’impressione che preferirebbero tornare a lavorare come al solito. Secondo il motto: “puoi porre fine alla guerra anche perdendola”
– Non voglio fare nomi, ma questa tendenza si nota quando parlo con i colleghi dell’UE. Il sistema che la Russia ha costruito con le sue forniture di gas funziona qui: come spacciatore, Putin distribuiva gas a buon mercato. Ed è difficile per molti paesi liberarsene.
– L’UE è sinonimo di prosperità, stabilità e sicurezza. L’Ucraina non dovrebbe cadere nella sfera di influenza di Russia, Turchia o Cina, in quanto stato vassallo di una dittatura brutale o di despoti imperialisti.
– [Come spieghi ai tedeschi nati decenni dopo la guerra che devono risarcirti?] Dico a queste persone: la tua prosperità e ricchezza deriva dal derubare case, fabbriche, beni polacchi. I tuoi nonni sono responsabili dei crimini di quel tempo. Se voi, come discendenti, non assumete questa responsabilità, la Russia non potrà mai essere ritenuta responsabile dei crimini che le truppe di Putin stanno commettendo in Ucraina.
– Perciò chiedo ai tedeschi: volevi che la Russia partisse dopo questa guerra senza alcuna punizione, senza compenso per i loro crimini? Non credo che la maggior parte dei tedeschi lo voglia. Ma poi devono anche pagare per i crimini e i massacri in Polonia commessi dal loro paese durante la seconda guerra mondiale. Non voglio nemmeno ricordare 50 anni di comunismo, questo terribile sistema in cui ci siamo trovati a causa della guerra”. fine citazione

I nostri politici trattando il tema del conflitto ucraino, dovrebbero vedere chiaramente che si tratta di risentimenti ed odi atavici non ancora sopiti o riconciliati, che possono alimentare solo altre catastrofi.

È da notare che Morawiecki verso il lato interno della UE non è più morbido . Il 18 ottobre la Nuova Bussola Quotidiana riporta che in un raduno di Vox , egli ha detto che l’Ue fa la guerra alla civiltà cristiana ed è formata da “un manipolo di burocrati” che vuole ricreare l’Europa come “bestia transnazionale”.

A mio parere la bestia transnazionale esiste veramente, ma a questo punto la Polonia dovrebbe chiedersi perché con lei stessa la UE è indulgente. La risposta è semplice: è perché la Polonia aiuta attivamente a tenere alta la tensione in questa guerra e questo alla “bestia transnazionale” basta. Quindi per ora sarà risparmiata. Poi, a tempo debito, dalla UE sarà dichiarata una democrazia incompleta alla stregua dii quanto ha fatto con l’Ungheria.

S. Giovanni Paolo II e la riconciliazione

il Papa polacco  San Giovanni Paolo II , guardando all’umanità del nostro tempo, scorgendo “l’esistenza di numerose, profonde e dolorose divisioni”. – nell’ Esortazione apostolica “RECONCILIATIO ET PAENITENTIA -, ha rimarcato la necessità della riconciliazione”:

(…) Queste divisioni si manifestano nei rapporti fra le persone e fra i gruppi, ma anche a livello delle più vaste collettività: nazioni contro nazioni, e blocchi di paesi contrapposti, in un’affannosa ricerca di egemonia. Alla radice delle rotture non è difficile individuare conflitti che, anziché risolversi mediante il dialogo, si acuiscono nel confronto e nel contrasto. (…)

Per quanto tali lacerazioni già ad un primo sguardo appaiano impressionanti, soltanto osservando in profondità si riesce a individuare la loro radice: questa si trova in una ferita nell’intimo dell’uomo. Alla luce della fede noi la chiamiamo il peccato: cominciando dal peccato originale, che ciascuno porta dalla nascita come un’eredità ricevuta dai progenitori, fino al peccato che ciascuno commette, abusando della propria libertà. (…)

Eppure, lo stesso sguardo indagatore, se è sufficientemente acuto, coglie nel vivo della divisione un inconfondibile desiderio da parte degli uomini di buona volontà e dei veri cristiani di ricomporre le fratture, di rimarginare le lacerazioni, di instaurare, a tutti i livelli, un’essenziale unità. Tale desiderio comporta in molti una vera nostalgia di riconciliazione, pur se questa parola non è usata.

Per taluni si tratta quasi di un’utopia, che potrebbe diventare la leva ideale per un vero mutamento della società; per altri, invece, è oggetto di un’ardua conquista e, quindi, un traguardo da raggiungere con un serio impegno di riflessione e di azione. In ogni caso, l’aspirazione a una riconciliazione sincera e consistente è, senza ombra di dubbio, un motivo fondamentale della nostra società, quasi riflesso di un’incoercibile volontà di pace; lo è – anche se ciò è paradossale – tanto vigorosamente, quanto pericolosi sono gli stessi fattori di divisione.

Tuttavia, la riconciliazione non può essere meno profonda di quanto non sia la divisione. La nostalgia della riconciliazione e la riconciliazione stessa saranno piene ed efficaci nella misura in cui giungeranno – per guarirla – a quella lacerazione primigenia, che è radice di tutte le altre ed è il peccato” (…) -fine citazione-.

Nel 1984 il vescovo slovacco Pavel Hnilica (1921-2006) fu mandato da Giovanni Paolo II in Urss per affidare la Russia alla Madonna. Lo fece nella piazza Rossa il 24 marzo contestualmente a tutti i vescovi della terra. 5 anni dopo cadde il muro di Berlino. La Grazia ci fu, ma la riconciliazione che esige la libertà dell’uomo non fu più fatta, ed oggi il mondo è di nuovo lacerato dalla guerra.

VPNews

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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