La Polonia grida che Putin ha deciso di attaccare Free Europe con i migranti

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha accusato il presidente russo Vladimir Putin di aver organizzato la crisi migratoria al confine del paese con la Bielorussia.

Morawiecki afferma che il “(leader bielorusso) Lukashenko è l’esecutore dell’ultimo attacco, ma questo attacco ha uno sponsor che può essere trovato a Mosca, e quello sponsor è il presidente Putin”, ha detto Morawiecki durante un dibattito di emergenza nel parlamento polacco.

Il primo ministro polacco ha descritto la situazione al confine come parte degli sforzi della Russia per distruggere la Polonia: “La sicurezza del nostro confine orientale viene gravemente violata”, egli ha detto, ed ha poi aggiunto – “Questa è la prima volta in 30 anni che possiamo dire che l’integrità dei nostri confini viene messa alla prova”.

I leader di Russia e Bielorussia hanno discusso telefonicamente delle tensioni al confine tra Polonia e Bielorussia, secondo quanto riferito martedì da Mosca e Minsk.

La Polonia ha rafforzato il suo confine con la Bielorussia con forze di polizia speciali il giorno dopo che gruppi di migranti hanno cercato di sfondare un recinto di filo spinato. Una folla di 10.000 tra migranti e rifugiati rimane ancora al freddo al confine orientale della Polonia, alle porte dell’Unione europea [la temperatura massima è oggi di 6 gradi].

migranti bloccati all'addiaccio
migranti bloccati all’addiaccio

Il ruolo di Mosca sotto esame

Un portavoce dell’Unione europea ha detto martedì che la UE sta monitorando 20 paesi, inclusa la Russia, per il loro possibile ruolo nel trasporto di migranti in Bielorussia, Bruxelles accusa questi paesi di aver organizzato un afflusso di migranti alle sue frontiere esterne.

Sono state prese misure contro 13 paesi da cui si dice che alcuni voli abbiano portato migranti a Minsk.

Il rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha detto che Mosca è sotto il “radar” e che Bruxelles sta valutando informazioni e dati sui voli dalla Russia e le loro possibili conseguenze.

Pur riconoscendo il fatto che c’è stata una telefonata tra Lukashenko e Putin, il Cremlino ha indicato nella sua conversazione che c’è stato semplicemente uno “scambio di opinioni sulla situazione dei rifugiati”.

In precedenza, l’addetto stampa Dmitry Peskov ha affermato che Mosca è “molto preoccupata“, descrivendo la situazione come “un vero problema che riguarda Bielorussia e Polonia”.

L’ufficio di Lukashenko ha ulteriormente chiarito, affermando che le circostanze al confine, “così come le dure azioni della parte polacca nei confronti dei civili, sono state importanti nella conversazione tra i due leader”.

Minsk ha cercato di scaricare la colpa sulla Polonia, definendo il dispiegamento delle forze di sicurezza polacche al confine “particolarmente allarmante”. In un’intervista di martedì, Lukashenko ha accusato la Polonia di aver violato i suoi obblighi umanitari, accusandola di condurre una “guerra” contro i migranti.

La Russia è il principale alleato della Bielorussia e Lukashenko fa affidamento sul sostegno politico e finanziario di Putin a causa delle crescenti pressioni dell’UE e dell’Occidente che non riconosce le elezioni dello scorso anno, inoltre la UE la menta che i diritti umani non sarebbero rispettati secondo gli standard europei e che la più recente crisi migratoria sia usata come arma da guerra.

Lunedì un improvviso aumento del numero di migranti e dei loro tentativi di attraversare il confine con la Polonia ha attirato la condanna internazionale della Bielorussia. L’UE ha accusato Lukashenko di sfruttamento “cinico” dei migranti, perchè avrebbe utilizzato il loro afflusso come rappresaglia per le sanzioni europee imposte “contro il suo regime autoritario dopo la brutale repressione dell’opposizione nel Paese”.

L’UE ritiene che la Bielorussia trasporti persone dal Medio Oriente e le abbandoni alle frontiere dell’UE o ne faciliti il ​​trasferimento, utilizzandole poi in modo “cinico” per destabilizzare il blocco in risposta alle sanzioni occidentali.

Gli ultimi giorni hanno rappresentato una grave escalation di tensioni tra Minsk e i suoi vicini. Nel giro di pochi mesi, i migranti sono arrivati ​​al confine del Paese non solo con la Polonia, ma anche con la Lituania e, in misura minore, dalla Lettonia, i tre Stati dell’UE al confine orientale del blocco con la Bielorussia.

profughi al confine polacco
profughi al confine polacco

Michel chiede una soluzione “rapida” per i finanziamenti alle frontiere

Martedì il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha chiesto una soluzione “rapida” alla questione del finanziamento dei confini dell’UE sullo sfondo di ciò che lui sostiene stia avvenendo ovvero che Bielorussia trasforma i migranti in “armi” sul confine orientale dell’Unione [la stessa cosa aveva fatto la Turchia prima dei finanziamenti UE per limitare le migrazioni attraverso i suoi confini].

migranti al confine polacco
migranti al confine polacco

Michel ha invitato altri Stati membri a sostenere Polonia, Lettonia e Lituania

“I confini polacchi e baltici sono i confini dell’UE. Uno per tutti e tutti per uno”, ha detto martedì il belga durante un discorso in occasione dell’anniversario della caduta del muro di Berlino.

Dodici paesi dell’UE, tra cui Polonia, Lituania e Lettonia, nonché Danimarca, Austria e Ungheria, all’inizio di ottobre hanno chiesto che le barriere fisiche alle frontiere fossero almeno parzialmente finanziate dai fondi dell’UE.

Tuttavia, il presidente della commissione, Ursula von der Leyen, ha respinto questa richiesta.

profughi al confine polacco
profughi al confine polacco

Considerazioni

In realtà la UE ha destabilizzato il Medioriente ed interi paesi senza doverne pagarne le conseguenze. In merito, è chiaro che la UE (e l’occidente in genere) non si prenderà carico degli immensi problemi che crea e continuerà a mettere in atto qualunque azione per controllare, destabilizzare o distruggere interi paesi. Questo avviene correntemente senza peraltro che la propria opinione pubblica ne abbia alcuna cognizione e che il proprio sistema ne risenta minimamente. Ovviamente, se la parte accusata osa fare qualche rilievo a discolpa, questo entra immancabilmente nell’ambito delle fake news.

Da parte sua Lukashenko in una intervista ha chiarito che la maggior parte migranti (provenienti soprattutto da Iraq e Afghanistan)  hanno famigliari in Germania o in altri stati della UE e vengono a Minsk in aereo, dopodiché cercano di passare la frontiera per ricongiungersi con chi è già in EU da anni. La Bielorussia ha ottemperato ad un accordo di vigilanza delle frontiere per impedire i passaggi fino a quando la Ue ha sanzionato la Bielorussia con una serie di accuse di illegittimità. Quindi Lukashenko respinge ogni accusa e non esiste nessuna evidenza che supporti le tesi polacche di congiura.

Questo è quanto. Ma a mio avviso se Putin o chicchessia avesse agevolato l’afflusso dei migranti, in fondo non avrebbe fatto né più né meno quello che le varie Ong tedesche e di vari paesi europei nel Mediterraneo, fanno correntemente, portando i migranti dall’Africa in Europa.

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Ricordo inoltre che alla Turchia che ha fatto la stessa cosa, la UE eroga fino a 6 miliardi di euro per aiutarla a gestire la crisi migratoria.
Se pensiamo a paesi come la Siria dove il tasso di sopravvivenza si è molto abbassato negli scorsi anni (per opera delle sanzioni europee e USA e per la proxy war decretata sul proprio suolo che scatenano migrazioni), allora ci accorgiamo che le lamentele europee sono persino patetiche.

Per quando riguarda la Polonia, ricordo che il presidente Moravetski è stato molto criticato precedentemente e il suo paese sanzionato, per non voler rispettare i vari diktat europei.
Tuttavia, ora che è possibile tirare in ballo la Russia e la Bielorussia, sembra che ogni addebito alla Polonia, sia dimenticato dalla UE.

Si direbbe che qualsiasi cosa accada (sia la penuria di gas che la UE ha determinato per una serie di mosse autolesioniste che gli si sono poi rivolte contro, sia per la crisi dei migranti), Bruxelles immancabilmente, tiri fuori sempre il medesimo capro espiatorio. Ciò è utile per giustificare il riarmo, sia per ogni altro atto ostile. Stessa cosa si potrebbe dire nel caso di Lutashenko, che è sempre nel mirino, mentre la UE mostra sempre più benevolenza per altri partner europei dispotici come Erdogan o i leader di tanti regimi mediorientali.

In altri termini: “Putin è qui, Putin è lì, Putin è ovunque”, questo nome riecheggia dovunque per imputargli qualsiasi cosa.  O forse più semplicemente, la Polonia gridando “PUTIN !!!” può attirare il supporto tanto necessario. È noto che la Polonia deve pagare multe all’Unione europea per la miniera di Turov e il rifiuto di riconoscere la supremazia dell’UE sulla costituzione polacca. Ora forse è il momento opportuno per battere cassa, mentre in realtà in Polonia non sta succedendo niente di più, di ciò che succede ogni giorno sulle nostre coste.

patrizioricci by @vietatoparlare

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