Al leader curdo Abdullah Öcalan, (un politico e guerrigliero curdo con cittadinanza turca, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan) è stato appena negato di essere visto da parenti e da avvocati. Tale respingimento non ha alcun senso logico, giacché l’avvocato non è incompatibile con qualsiasi legislazione in uno stato di diritto. Inoltre Ocalan ha spesso collaborato con il governo turco aprendo alla possibilità di una convivenza pacifica tra curdi e turchi. La condizione di detenzione in Turchia e la giustizia turca continuano ad essere problematiche.
Sabato, l’accusa turca ha respinto una richiesta presentata dal fratello del comandante Abdullah Ocalan, Mohammed Ocalan, di visitare suo fratello nella prigione di Imrali.
Sia il fratello del comandante Abdullah Ocalan, Mohammad Ocalan che il suo avvocato, Mezlûm Dînç, hanno presentato alla Procura della Repubblica una richiesta [l’ennesima] per incontrare il comandante [curdo] Ocalan nella prigione di Imrali, ma l’accusa ha respinto nuovamente la richiesta .
Il pubblico ministero ha respinto le richieste di visita presentate sia da Hamîlî Yildirim, Polat Yildirim, fratello di Omer Hayrî Konar Emîn e dalla sorella di Veysî Aktaş Melîhe Çetîn e sua figlia Eylem Çetîn
Il magistrato, rifiutando di chiedere la visita, ha invocato la punizione “disciplinare” inflitta al comandante Abdullah Ocalan e al resto dei detenuti a Imrali .
fonte: Anna News
Sono trascorsi 21 anni dalla fondazione del Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan. Altri venti ne sono passati dall’inizio di un isolamento brutale, nell’isola-prigione di Imrali, Mar di Marmara in Turchia.
Raggiunto da un mandato di cattura internazionale mentre è in Italia e chiede l’asilo politico [l’asilo politico verrà accettato da Roma ad ottobre dello stesso anno], “Il 16 gennaio 1999, Öcalan lascia “volontariamente” l’Italia ed è trasferito in Kenya: il 15 febbraio 1999 viene arrestato nell’ambito di un’operazione condotta dai servizi segreti turchi con l’aiuto della Cia durante il trasferimento dalla sede della rappresentanza diplomatica greca nel Paese africano all’aeroporto di Nairobi. Preso in custodia dalle autorità turche, è inizialmente condannato a morte ma la pena è in seguito commutata in ergastolo da scontare nella prigione di massima dell’isola di İmralı. Dal 1999 al 2009 Öcalan vive in totale isolamento, mentre dal 2011 al 2019 gli viene negato qualsiasi contatto con i propri avvocati e gli stessi incontri con la famiglia sono spesso limitati. Öcalan rivede i suoi legali solo a maggio del 2019, dopo che 7 mila curdi nel mondo entrano nuovamente in sciopero della fame per chiedere al governo turco migliori condizioni detentive per il proprio leader.” (da Insider Over)