L’esercito siriano alla conquista di Palmira.
La conquista di Palmira segna una tappa fondamentale nella lotta contro lo Stato Islamico (Daesh in arabo) e gli altri gruppi jihadisti sostenuti dallestero che hanno seminato morte e distruzione in Siria.
Già dalla giornata di Venerdì le unità dell’Esercito siriano avevano preso il controllo della Cittadella di Tadmur che domina le rovine archeologiche di Palmira e che risultava occupata dalel milizie takfire dell’ISIS fin dal Maggio del 2015.
Una fonte militare dell’Esercito siriano ha confermato che le forze siriane, assieme a quelle della Difesa Nazionale, hanno riconquistato l’antica cittadella dopo aver inflitto dure perdite ai miliziani dell’ISIS.
Nello stesso momento si sono verificati forti combattimenti all’interno della zona dell’ Hotel Seminaris, a sud di Palmira, nel corso dei quali le unità dell’Esercito siriano, assieme alle formazioni degli Hezbollah, hanno ucciso decine di miliziani dell’ISIS e sventato un contrattacco realizzato con due autobomba che sono state fatte esplodere prima di arrivare ai loro obiettivi.
Tutta la zona di Palmira e delle località circostanti è stata riconquistata e le unità dell’Esercito hanno ristabilito il pieno controllo sulla città e sulla zona archeologica che viene adesso bonificata dagli sminatori dell’Esercito siriano. La città di Palmira di trova al centro della strade che conducono verso la provincia di Deir Ezzor e di Raqqa (la capitale dello Stato Islamico). Da questa città i miliziani dell’ISIS hanno cercato di far arrivare rifornimenti di armi e munizioni verso Palmira ma i convogli sono stati individuati e distrutti dall’aviazione russo/siriana.
La vittoria su Palmira è stata salutata da tutte le forze dell’Asse della Resistenza come un trionfo dell’Esercito siriano ed una sconfitta delle orde barbariche dei miliziani che, appoggiati da paesi esteri (Arabia Saudita, Qatar, Emirati A. e Turchia) avevano saccheggiato e distrutto quello che viene considerato dall’Unesco un “patrimonio dell’Umanità“, avevano massacrato la popolazione ed ucciso barbaramente il responsabile del sito archeologico.
Tutti i popoli civili dovrebbero congratularsi e salutare come una vittoria sulla barbarie quella avutasi a Palmira ma in realtà non è stato così, visto che le reazioni stizzite, oltre a quelle dei diretti sostenitori del terrorismo jihadista, turchi, sauditi e loro satelliti (Qatar, Emirati , ecc. ) , sono venute anche dal Dipartimento di Stato USA.
Gli Stati Uniti non si sono uniti alle espressioni internazionali di congratulazioni per la riconquista e liberazione di Palmira da parte dell’Esercito siriano. Il Dipartimento di Stato USA, il 24 Marzo, ha dichiarato , attraverso il suo portavoce, Mark Toner, che, pur appoggiando tutti gli sforzi per combattere lo Stato Islamico, il Governo USA non intende dare il benvenuto agli attacchi dell’Esercito siriano per riconquistare la città di Palmira.Toner ha accusato il Governo siriano di realizzare atti di violenza contro il suo stesso popolo ed ha dichiarato che “sostituire la barbarie dell’ISIS con la tirannia di regime di Al-Assad, non è una buona soluzione”.
Queste dichiarazioni “stizzose” del Dipartimento di Stato USA per la vittoria delle forze siriane, hanno coinciso con un reportage del giornale francese Le Monde che include testimonianze e documenti in cui si afferma che l’intelligence USA era stata consapevole della crescita dell’ISIS in Siria e che avrebbe potuto fermarla ma scelse di non farlo. Il giornale francese evidenzia l’esistenza di una relazione occulta fra l’intelligence USA e l’ISIS.
Secondo il reportage, elaborato dopo tre settimane di indagini in Turchia, l’opposizione siriana ha confermato che gli USA aveva ricevuto informazioni dettagliate sui movimenti dell’ISIS ma queste furono del tutto ignorate dagli americani anche dopo l’inizio della campagna ufficiale contro lo Stato Islamico nel Settemnbre del 2014.
Gli oppositori siriani hanno testualmente dichiarato : “Dal momento in cui il Daesh disponeva di soltanto una ventina di componenti, fino a quando questi sono diventati 20.000, abbiamo documentato tutto agli statunitensi”, ha riferito l’agente. “Quando gli abbiamo chiesto cosa avessero fatto con queste informazioni, ci hanno sempre dato risposte evasive, dicendo che la questione si trovava nelle mani dei responsabili, ecc.”, ha aggiunto il capo dell’intelligence dell’ELS. Vedi: Le Monde
Da notare che i convogli dell’ISIS che attraversarono la zona desertiche per raggiungere Palmira e conquistarla, nel Maggio del 2015, non furono mai bombardati dalle forze aeree statunitensi, considerando che questo avrebbe potuto impedire la conquista ed il saccheggio della città con il relativo massacro di parte della popolazione. Tutti conoscevano l’esistenza di questi convogli e l’obiettivo su cui erano diretti. Perchè non sono intervenuti? Si domandano gli analisti di Le Monde. Vedi: Clamoroso: Il capo delle spie del ELS denuncia che la CIA sapeva del Daesh e ne fu complice
Lo stesso era accaduto con i convogli di centinaia di autobotti che transitavano dalla Siria attraversando la frontiera con la Turchia per portare il petrolio, sottratto ai pozzi siriani e rivenduto con la complicità delle autorità turche. E’ stato necessario l’intervento successivo dell’aviazione russa per smascherare questo traffico ed impedire il finanziamento dell’ISIS. L’aviazione USA e le forze della coalizione da loro diretta non erano mai intervenute per interromperlo. Perchè? Si domandano ancora ( ingenuamente) gli analisti indipendenti di tutto il mondo.
L’articolo segnala quindi l’assenza di qualsiasi azione concreta contro l’ISIS da parte di Washington tanto da destare sospetti negli stessi ambienti degli oppositori siriani dell’ ELS su quali fossero i reali obiettivi degli USA in Siria.
Adesso si può comprendere perchè il Dipartimento di Stato USA manifesti la sua “stizza” per la riconquista di Palmira da parte dell’Esercito siriano.
Rimane il fatto che la conquista di Palmira rappresenta la maggiore sconfitta per lo Stato Islamico da quando si è verificato l’intevento russo nel Settembre del 2015 e questo avvenimento rafforza la speranza della popolazione siriana che possa terminare il proprio calvario causato dalle ingerenze delle grandi potenze sul proprio paese che hanno determinato l’aggressione degli eserciti mercenari prezzolati dalla Monarchia saudita, dai suoi complici e dalle smisurate ambizioni della Turchia di Erdogan.
Fonti: Al Manar Le Monde
Traduzione e sintesi: Luciano Lago – Controinformazione