Leggo molti commenti negativi e palesemente incongruenti sulla nuova vittoria presidenziale di Putin. In proposito vorrei comunicarvi il mio modesto parere, e magari leggere i vostri nei commenti.
Innanzitutto, a mio avviso per una corretta comprensione degli avvenimenti, bisognerebbe partire da un dato: la maggior parte dei giudizi dei media e dei detrattori di Putin sono falsati per tre errori di fondo:
1) la percezione che hai di essere libero, semplicemente perché collocato in una democrazia;
2) l’idea che – siccome ci stai bene – sia plausibile imporre la misura del tuo vestito a chiunque;
3) la sottovalutazione del dato storico, ovvero dell’esperienza che ogni popolo ha di sè (è quella percezione che conserva una cultura viva, si chiama ‘tradizione’).
Quindi certe valutazioni non sono corrette perché si basano essenzialmente su pre-giudizi o luoghi comuni, e non su giudizi.
La caratteristica del giudizio invece risente dall’applicazione di un metodo corretto. Il metodo che non sbaglia mai è il metodo morale. E’ il metodo corretto perchè parte dalla coscienza di ciò che sei. Vale a dire prende sul serio i tuoi bisogni fondamentali, di bellezza, significato, verità.
Si parte dal riconoscimento che tu nella vita prima non c’eri e poi ci sei. E tutto quello che è tuo, lo hai imparato ed hai osservato. Può essere felice chi ha avuto qualcuno che gli ha insegnato a guardare la realtà nella totalità dei suoi fattori. Possono essere stati i genitori o perché sei un genio. Ovviamente per tramandare questa maturità, questa esperienza, non possiamo partire per ogni generazione da zero. Ma ci viene d’aiuto, specialmente a noi che siamo nati in Italia, la grande tradizione cristiana.
Quindi se nonostante questa grazia facciamo fatica a giudicare i nostri vicini di casa, figurarsi il popolo russo! E chiaro che per capire bisogna essere umili e stabilire i passi che nella storia un paese ha fatto , a partire da ciò che siamo.
Quindi come mettiamo in pratica tutto questo, nel caso delle elezioni russe? Beh per dare un giudizio vero , nel senso di limiti di altri, bisognerebbe cominciare dalla nostra trave. Infatti, per quando riguarda la nostra responsabilità, noi occidentali cosa abbiamo fatto nei confronti della Russia, una volta che è uscita dal ‘comunismo realizzato’?
Quello che abbiamo fatto è un disastro. Abbiamo invitato la Russia a modelli che l’hanno quasi distrutta nel periodo post sovietico, vale a dire che il modello imposto è stato quello comunemente chiamato della “della Shock economy”, quella di Friedman, quello della scuola economica ultra liberista di Chicago… Il risultato fu che Putin raccolse il paese letteralmente ‘con il cucchiaino’. Hanno torto allora oggi i russi se ora pensano che li odiamo e si sentono in guerra, accerchiati? Perché dovrebbero cambiare il modo di di risolvere i loro problemi (corruzione, denatalità, salari etc ), se in questo campo hanno fatto passi da gigante? A noi dovrebbe interessare piuttosto i dati di casa nostra che non sono certo lusinghieri.
L’approccio con altri stati è inserito in quella trama di rapporti (commerciali, diplomatici, accordi culturali etc) che si chiama ‘politica internazionale’, sono tutti campi in cui certo non siamo di esempio. Infatti, la nostra democrazia internazionale – ormai molto autoreferenziale – sembra ammiccare a ‘club di interessi’ e certo non a valori della persona.
Tra i nostri alleati, chi può dare lezioni di lealtà o di democrazia a Putin? Forse lo può fare il nostro alleato Erdogan, o il principe Saudita, oppure Macron, la Merkel..!? Oppure possono farlo gli Usa che – anche dopo il crollo del muro – hanno continuato ad esportare colpi di Stato ed a finanziare il terrorismo in Siria? Oppure possono farlo i nostri governi che dietro il paravento dei diritti umani, lanciano guerre umanitarie?
Non credo che sia questo il punto. C’è solo un modo di essere migliori rispetto a Putin o a chiunque altro: risolviamo i nostri problemi, i politici siano al servizio del popolo e non degli interessi finanziari e corporativi. Inoltre, bisognerebbe dovremmo mutare la nostra bellicosità travestita da umanitarismo che incide non poco nella chiusura della Russia.
Infatti, è chiaro che se i nostri paesi mettessero in pratica la democrazia non produrrebbero una così grande quantità di guerre Se la nostra mentalità continua a produrre guerre, vuol dire solo una cosa: la democrazia può essere aggirata.
Nelle nostre società, il bene è relegato nella sfera intima personale, l’amore è mercificato, la famiglia distrutta. Per il bene abbiamo legittimato le guerre, le sanzioni, le rappresaglie, gli omicidi mirati… Ci stiamo attrezzando per una guerra nucleare che può distruggere l’intera umanità. Un futuro da paura: la nostra libertà non potrebbe spendersi diversamente?
Culturalmente Putin e il popolo russo stanno tornando alla tradizione cristiana ortodossa. La Russia è intervenuta in Siria per questo, solo dopo ha cominciato a pensare ad interessi geopolitici. Lo dice la più autorevole rivista militare americana dell’esercito statunitense, non io (ma lo ha detto il Patriarca Kirill). Noi invece stiamo scivolando su una pericolosa china. Non c’è da rallegrarsi e non c’è da criticare, allora. Non dovrebbe consolarci.
Chi è ‘migliore’ concepisce il bene e non il male, non ci si può sbagliare. Lo fa non per essere più bravo, lo fa se concepisce sé stesso come appartenente ad un Disegno più grande. Ma se parte tutto da te e finisce tutto con te, allora tutto sarà possibile.
E oggi i poteri autoreferenziali che danno le pagelle a chi può o non può governare, sono ostili a questo riconoscimento, perciò sono nemici della fede cristiana. E’ l’ostilità a Cristo ( l’obiezione è che entri nella storia, Lui che nella storia già c’è) che è mascherata dal ‘rispetto delle altre religioni’, dei ‘diritti delle donne’, etc.