Ad un mese dall’inizio delle manifestazioni di piazza siriane un attivista anti-Assad scriveva: ”(…) Qua se cade il governo in questo momento e in queste condizioni, quello che è successo in Iraq sembrerà alla fine una passeggiata rispetto a quello che rischia di succedere da noi”.
Secondo il mantra di molti nostri giornalisti la ‘primavera araba siriana’ all’inizio fu pacifica. Solo dopo parecchi mesi divenne armata per colpa della repressione del regime. In seguita è degenerata, ‘scippata’ dai gruppi jadisti… E’ vietato discostarsi da questa narrativa.
Ma non è stato così. E si continua a mentire.
Quella che propongo è l’ennesima testimonianza dei siriani. A parlare non è un ‘filo-regime’ ma un oppositore, uno che è contro il governo. E scrive ad un amico blogger anch’esso anti-Assad ma non a favore della forza.
Allora tenete conto che le prime manifestazioni di piazza in Siria sono cominciate l’11 marzo 2011: sentite cosa scrive tale ‘Hamed’ attivista anti-Assad in un post datato 15 aprile riportato da di Karim Metref (peace reporter algerino che vive a Torino).
Esattamente un mese dopo l’inizio delle manifestazioni ‘pacifiche’. Superfluo ogni commento…
[su_quote style=”modern-dark”](…) Come hai lasciato la situazione nel paese? “khara!”, merda. Non ci capiamo più niente. Era iniziato tutto bene. Come in tutti i paesi della zona.
Per strada c’erano studenti, giovani, lavoratori, donne, giovani, adulti, famiglie. Movimenti di sinistra, un po’ di fratelli musulmani, nazionalisti siriani… d’un colpo sono apparsi dal nulla i salafiti pieni di armi e di soldi e la situazione è degenerata.
Non si capisce più niente. Si muore come mosche da una parte e dall’altra. Le altre tendenze si sono ritrovate prese tra due fuochi.
Minacciati dallo stato e dai gruppi armati. In molte città si racconta che i gruppi del così detto Esercito Libero si sono comportati peggio del governo con torture, mutilazioni e uccisioni in pubblico di persone presentate come collaborazionisti.
(…) Qua se cade il governo in questo momento e in queste condizioni, quello che è successo in Iraq sembrerà alla fine una passeggiata rispetto a quello che rischia di succedere da noi.
fonte: http://www.glob011.com/mondi/item/497-intervista-a-un-attivista-scappato-dallinferno-siriano[/su_quote]
Questi sono i fatti. Oggi anche Wikipedia dice che la componente jadista ammonta al 75% dei combattenti ‘Anti-Assad’.
Ora alla luce anche di solo queste evidenze, vi faccio una domanda: gli USA e la Turchia stanno addestrando il 25% dei rimanenti (i cosidetti moderati) per distruggere jadisti ed l’esercito siriano insieme. Non è follia?!
No, semplicemente ci continuano a trattare come perfetti idioti… La verità è che il disegno di un ‘regime change’ non è mai cambiato ed è stato pianificato dall’esterno, preparato prima dei disordini e messo in atto da subito.
VIETATO PARLARE