Il governo russo sta attualmente avviando il processo di ritiro unilaterale da molte organizzazioni internazionali, tra cui l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) e l’Organizzazione mondiale della sanità, secondo quanto riferito dal vicepresidente della Duma russa Pyotr Tolstoy.
Tolstoy ha perorato la necessità della Russia di uscire da queste organizzazioni poiché, secondo lui, non garantiscono l’equità e rappresentano solo un onere per il paese. Tuttavia, la proposta in questione è stata criticata da alcuni membri del governo russo che temono che l’uscita da queste organizzazioni potrebbero portare con sé conseguenze negative.
In precedenza, il governo russo ha difeso l’adesione alla WTO, affermando che questa rappresenta uno strumento di protezione per i produttori russi. “La partecipazione ai lavori dell’OMC consente alla Russia di prevenire, modificare e annullare le decisioni degli altri membri dell’OMC in modo da evitare discriminazioni nei confronti dei beni e dei servizi russi”. In particolare, molti esponenti della Duma hanno fatto presente che una rottura con il WTO avrebbe un impatto negativo sulla Russia, in quanto priverebbe il paese della protezione tariffaria. Ciò permetterebbe ad altri Stati membri del WTO di introdurre tassi di importazione più elevati per le merci russe, portando ad una riduzione delle esportazioni e dei ricavi delle accise, dazi doganali e IVA. Nonostante ciò, alcuni deputati della Duma di Stato hanno presentato iniziative di legge per il ritiro della Russia dall’ WTO che, tuttavia, non hanno ricevuto feedback positivi dal governo.
In risposta alle preoccupazioni espresse da alcuni membri del governo, Tolstoy ha sottolineato che la Russia sarebbe in grado di gestire le proprie questioni commerciali e sanitarie in modo autonomo, senza la necessità di affidarsi ad organizzazioni esterne. Ha anche affermato che la Russia non dovrebbe associare sé stessa ad organismi che potrebbero creare problemi alla sua sovranità e indipendenza (vedi lo strapotere delle grandi multinazionali private, OGM etc).
Evidentemente, la forte critica verso le organizzazioni sovranazionali è collegata alla promozione di un mondo multipolare, per cui la Russia più volte ha denunciato la dipendenza delle suddette organizzazioni dai paesi più ricchi e il loro fallimento nel proteggere adeguatamente i diritti delle nazioni più deboli. D’altra parte, la questione sollevata pare fortemente legata al momento attuale di isolamento della Russia da parte del mondo occidentale.
È da rilevare che a tema di rispetto della indipendenza nazionale, gioca a sfavore dell’OMS la recente decisione di un gran numero di stati di delegare la propria sovranità in materia di pandemie. Inoltre, l’OMS, è stata criticata per la sua gestione della pandemia Covid-19 e per la sua dipendenza dalle donazioni dei paesi più ricchi.
È interessante ricordare che a settembre la Russia ha preso la decisione della Russia di abbandonare il Consiglio d’Europa. Questa scelta era legata alla condanna rivolta dalla Corte per i Diritti Umani nei confronti della Russia per il mancato riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Tale circostanza evidenzia la contrapposizione tra la Russia e le organizzazioni internazionali, le quali promuovono le ideologie mondialiste abbracciate attivamente secondo l’adozione di agende internazionali.
Come vedete, la decisione di abbandonare queste organizzazioni rappresenta una scelta strategica complessa che coinvolge molte ragioni profonde e rivelano differenze con la visione che le storiche organizzazioni mondiali perseguitano.
Sarà necessario valutare attentamente i pro e i contro di queste decisioni e la Russia dovrà tenere conto sia degli interessi del paese che della sua posizione nel contesto internazionale.
In definitiva, le questioni sollevate dal vicepresidente della Duma russa sulla necessità di uscire da alcune organizzazioni internazionali rappresentano un dibattito complesso che coinvolge molte ragioni, tra cui la promozione di un mondo multipolare, la critica delle organizzazioni internazionali per la loro dipendenza dai paesi più ricchi e la difesa della sovranità e dell’indipendenza della Russia. Tuttavia, tali decisioni potrebbero avere conseguenze negative, sempre che il ritiro dalle suddette organizzazioni venga effettivamente finalizzato e che non sia solo l’esplicitarsi di spinte endogene in momento storico di forte contrapposizione tra occidente e Russia.
È indubbio che la questione dell’uscita dal WTO e dall’OMS rappresenta un’altra tappa del processo di isolamento della Russia dal mondo occidentale, che si è intensificato negli ultimi anni. Tuttavia, la Russia sta anche cercando di costruire nuove alleanze e di espandersi economicamente verso i paesi asiatici e il BRICS.
In questo senso, l’uscita da alcune organizzazioni internazionali potrebbe rappresentare una scelta strategica per la Russia, che cerca di promuovere nuove forme di cooperazione internazionale che rispettino la sovranità e l’indipendenza del paese.
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