Mentre tutto il mondo che si definisce ‘civile’ moltiplica ed estende l’ iniquo embargo che blocca ogni tipo di merce dalla Siria, compresa l’importazione di frutta e verdura, la Russia sta cercando di dare uno sbocco alla produzione locale siriana. Il tentativo è quello di creare un mercato alle potenzialità produttive di cui usufruivamo anche noi italiani nel periodo precedente alla guerra scatenata da noi occidentali per impadronirci delle risorse siriane ed avere ‘carta bianca’ sul futuro dell’area.
Lo scopo è – tra paesi sottoposti a sanzioni – quello di creare canali virtuosi che siano di reciproco beneficio per uscire dall’impasse voluto da coloro che, mentendo, dicono di applicare la democrazia in patria ed all’estero.
L’aspettativa è quella di aumentare e dare uno sbocco alla produzione agricola – un settore dove la Siria è forte – immettendo valuta pregiata e attivando virtuosamente economia siriana. Ricordo che le sanzioni non sono comminate per evitare la farneticante motivazione di evitare che Assad colpisca i civili ma per strangolare l’economia, colpire il popolo e far mancare al capo di stato siriano l’appoggio popolare.
La rivista russa Vedomosti, oggi mi fornisce una di quelle notizie che fanno bene al cuore, in mezzo a tante menzogne e ostentazione di forza militare dell’occidente schierato da qualche tempo sempre dalla parte dei potenti e delle petrolmonarchie assolutistiche del Golfo.
La notizia è questa: una impresa russa, la “Adyg-Jurack”, ha firmato un contratto annuale di approvvigionamento di frutta e verdura dalla Siria. La merce sarà immessa nella catena di approvvigionamento “Magnit”dalla Siria.
L’importazione non sarà solo episodica ma continua. I primi tre contenitori con 50 tonnellate di pomodori, melanzane e peperoni sono stati scaricati già nel porto di Novorossiysk. Entro il 20 giugno dalla Siria arriveranno altri 12 contenitori di ciliegie, albicocche, susine, pesche – per una quantità fino a 240 tonnellate.
Tutti i prodotti importati saranno immessi nella catena di distribuzione alimentare “Magnet”. L’imprenditore che ha dato vita all’iniziativa Aslan Panesh, è pronto a cooperare con altri rivenditori siriani, anche e finora non sono stati stipulati altri accordi. Panesh comunque prevede che entro la fine dell’estate in Russia saranno consegnati 5000-6000 tonnellate di frutta e verdura . Nella primavera del 2018 si prevede che l’importazione arriverà a 80 000-90 000 tonnellate. L’impresa di Panesh investirà nel progetto 5-10 milioni di dollari. Comunque Panesh si aspetta che uscirà in profitto entro questa estate.
Il prezzo delle merci è determinato dal contratto: il primo lotto di pomodori è stata venduto al rivenditore per 99 rubli al kg, il secondo lotto per 70 rubli al kg. “Magnit” acquista di solito prodotti al 15% in meno rispetto al prezzo medio all’ingrosso.
“Adyg-Jurack” intende anche organizzare l’esportazione in Siria di grano russo. Il contratto è stato stipulato con il governo per la fornitura delle prime 200.000 tonnellate di grano è ora in fase di preparazione.
I piani per importare prodotti siriani sono stati ideati nel marzo 2016, ma la loro attuazione è stata difficile per i problemi di imballaggio. Oggi i materiali di imballaggio russi sono stati forniti alle imprese siriane che hanno aderito al contratto. “Adyg-Jurack” prevede di creare propri impianti di condizionamento per la conservazione nella filiera di ogni tipo di frutta e verdura.
Nel 2016, l’azienda ha fornito prodotti di Panesh a Mosca presso il centro all’ingrosso e al dettaglio di generi alimentari “Food City”, di proprietà dei proprietari di “area di Kiev” Anno Nisanovu e Zarah Iliev.
Secondo il Servizio federale delle dogane, nel 2016 la Russia ha importato 6,7 milioni di tonnellate di ortaggi, frutta e noci a per un valore complessivo di 5 miliardi di dollari. Di questi quantitativi , 14 500 tonnellate erano prodotti siriani pari al valore di 10.5 milioni di dollari.
Se tali progetti avranno successo, comporteranno la rottura dell’isolamento della Siria e costituirà una fonte di reddito e l’immissione di valuta straniera per tanti agricoltori e imprenditori locali.
Finora l’embargo della UE ed USA aveva bloccato anche i prodotti ortofrutticoli per l’impossibilità di usare le banche per le transazioni e l’importazione necessaria per la manutenzione dei macchinari etc. Per quando possa sembravi strano la Siria ha un surplus di produzione di frutta e verdura nonostante la presenza dei mercenari stranieri. Solo grazie ad paesi la Siria finora non è stata del tutto strangolata.
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