La Russia, l’Ucraina e l’Europa

Luca Volontè – Formiche net

Si vocifera che il Consiglio europeo confermerà le sanzioni verso la Russia sino a settembre prossimo, non solo contro la nazione russa e i commerci con essa, ma anche contro più di un centinaio di imprenditori, personaggi pubblici e parlamentari.

Le sanzioni, su richiesta esplicita americana, vennero introdotte tempo fa allo scopo di piegare la Russia e provocarne implosione e le proteste interne contro Putin. Ci piaccia o non si piaccia, la strategia americana ed europea, ben spiegata, in molti interventi scritti per autorevoli quotidiani dal signor George Soros è fallita miseramente. La crisi economica russa non è poi così drammatica, la Russia ha firmato più contratti e molto proficui con le nazioni asiatiche negli ultimi tre anni, la popolarità del presidente Putin in patria e all’estero è di gran lunga superiore oggi.

Di più, visto il diretto interessamento dei Paesi europei e degli Usa agli sviluppi e alla democratizzazione dell’Ucraina, dobbiamo prendere atto che la presente crisi economica ucraina e la impressionante messe di scandali e corruzione, insieme alla mancata introduzione di riforme strutturali in qualunque dei settori suggeriti, lascia l’attuale governo Yatsenyuk con ben poche speranze. Ovviamente in occidente nessuno ha parlato della crisi politica ucraina, delle accuse del governatore di Odessa Mikheil Saakashvili al Ministro degli Interni, dell’appoggio del Presidente Poroshenko alla candidatura dello stesso Saakashvili alla Presidenza del governo. Silezio assoluto.

Silenzio o ben poca notorietà anche sulla perdita netta da parte di Paesi europei per le sanzioni alla Russia, allo scorso giugno si contavano già perdite per 100 MD di euro e diverse centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Tutto ciò si è fatto e si continua a fare, perché? Si dice per la occupazione della Crimea. Si dice che finiranno le sanzioni alla completa implementazione delle decisioni di Minsk. Purtroppo si dimentica di dire che ad oggi, la parte Ucraina è quella che sta mancando alle promesse di Minsk. Dunque l’Ue continua a pagare i sussidi alla Ucraina per fare riforme che non vengono approvate, come dice il premier Yatsenyuk per colpa della sua maggioranza, e la stessa Ue sanziona la Russia perché l’Ucraina non fa le riforme? Siamo alla frutta secca.

Ricordo solo che nel frattempo, in questi giorni, l’Ue e il suo Consiglio daranno concreta attuazione all’accordo con la Turchia per frenare i migranti economici… Turchia, che ben si guarda dal lasciare l’isola di Cipro e ritirare le truppe dal territorio di confine siriano. Purtroppo dimostrando di essere ben lontani, dopo l’ennesimo attacco alla libertà di stampa dei giorni scorsi, dal rispettare il dissenso interno.

Bene con gli uni la clava delle sanzioni, che paghiamo noi cittadini e imprese europee, con gli altri premi in denaro. Eppure in molti hanno ricordato in questi mesi e negli ultimi giorni come l’Europa sia il continente dei diritti umani, peccato che il doppio standard sia diventata la regola, tanto applicata quanto dannosa.

Nel momento in cui si danno soldi alla Turchia, se vogliamo rispettare il minimo principio di ragionevolezza, dobbiamo fermare le sanzioni con la Russia. Se non per interesse politico, economico e occupazionale, almeno per coerenza con quello che stiamo facendo con la Turchia.

Non si spiegherebbe un atteggiamento diverso, incoerente e foriero di gettare molta benzina sul populismo di destra. L’Europa vuole far crescere i partiti anti-europei? Se si confermassero le incoerenti misure pro turche e anti russe, l’establishment europeo avrebbe dato una grossa mano al suicidio dell’Europa. Se non con la ragione, confidiamo che i leader europei siano coerenti almeno con la geografia.

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