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La siccità in Iraq, ha un impatto devastante sul patrimonio ittico fluviale

In Iraq a causa della siccità – oltre agli altri effetti sulla popolazione dovuti alla scarsità di acqua potabile –  sta avvenendo un massacro di pesce : l’ ondata di caldo, la riduzione del flusso dei fiumi attraverso la Turchia e l’Iran e aumento della salinità hanno causato una moria di pesci, spesso fonte essenziale per le popolazioni locali. Abbiamo segnalato nei giorni scorsi ( vedi qui) come la mancanza di acqua avviene anche in Siria , ove la Turchia chiude deliberatamente le condotte idriche. Questo articolo fornisce la misura del problema e getta un’ombra sinistra sulla perfida volontà di taluni paesi che estremizzano situazioni già di per sé difficili.

@vietatoparlare


Per diversi giorni, molti video pubblicati sui social network hanno mostrato interi banchi di pesci morti che galleggiano nelle acque di parte delle paludi nel sud-est dell’Iraq, afferma  Al-Alam Al-Jadid .

Il fenomeno è stato osservato sulla palude di Al-Hawizeh, a cavallo tra Iraq e Iran – che forma con la palude centrale e quella di Hammar la zona paludosa mesopotamica – questo fenomeno deriva da diverse cause, come spiega il sito iracheno.

In primo luogo, c’è la “siccità” . Dall’inizio dell’estate, infatti, l’Iraq ha subito un’ondata di caldo eccezionale, con temperature che superano i 50°C. C’è poi “il basso livello dei fiumi in Iraq” dovuto, spiega Al-Alam Al-Jadid , alle ritenzioni imposte dalla Turchia sui fiumi Tigri ed Eufrate e dall’Iran sul fiume Karun e affluenti che alimentano queste paludi.

Secondo un portavoce del ministero dell’Agricoltura iracheno – che è stato intervistato dal sito di notizie iracheno – si tratta di una “situazione normale” viste le circostanze. Lo stesso ha aggiunto che in realtà è tutta la fauna a essere minacciata dalla siccità o dalla mancanza d’acqua.

Inoltre, il funzionario responsabile delle risorse idriche, ha spiegato che si tratta per il momento di un fenomeno localizzato che interessa solo una parte di queste paludi, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2016.

Un funzionario di una associazione ecologica, ha chiarito che la salinità anormalmente elevata misurata in alcune zone «che impatta sulla biodiversità delle paludi» ha anch’essa un impatto negativo sulla fauna ittica . Questa è la conseguenza del calo della portata e del livello del Tigri e dell’Eufrate: le acque salate del Golfo Persico, dove scorrono i due fiumi, possono così entrare nell’area.

* Fonte: corriere internazionale

Versione originale: al-aalem.com

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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