“‘ Il mondo non ha mai conosciuto, dalla fine della seconda guerra mondiale, un attacco di questa portata contro uno Stato membro delle Nazioni Unite. Una coalizione di blocchi internazionali, regionali e locali con risorse colossali, senza precedenti, per smembrare lo Stato siriano e distruggere la sua sovranità. Uno stato di diritto può essere rivendicato senza avallare interventi stranieri. La storia dimostra regolarmente che essi non sono mai privi di secondi fini.
Sei anni fa, tutti si entusiasmarono per le “primavere arabe”, pensando che avrebbero portato un soffio di libertà e la prosperità nella regione. Invece, possiamo constatare una terribile regressione nel libero pensiero e in particolare nei diritti delle donne e dei Diritti Umani in generale.
Quella primavera era in realtà annunciatrice del caos.
Diecimila anni di storia. Culla della civiltà. Primo alfabeto. Terra delle religioni monoteiste. Simbolo di pacifica convivenza. La Siria è oggi minacciata di implosione. La situazione è critica e non siamo purtroppo ancora alla fine del caos che incombe su un intero popolo devastato dagli eccessi che l’hanno travolto.
Dopo sei anni di guerra, la Siria appare più che mai l’epicentro di uno scontro globale su più livelli. Una guerra politica. Una guerra economica aggravata dall’embargo. Una guerra mediatica alimentata dalle menzogne. Una guerra militare e un’aggressione terroristica estremamente distruttiva.
A livello nazionale, sul terreno, il governo legale deve affrontare una fanatica opposizione armata che è dominata dai terroristi.
A livello regionale, si assiste allo scontro tra gli alleati della Siria (Iran, Hezbollah e, sempre più, l’Iraq) e gli acerrimi nemici da distruggere: l’Arabia Saudita, Qatar e Turchia.
Globalmente, è una prova di forza tra il Campo atlantico (Stati Uniti con gli alleati) e la Russia, fortemente sostenuta dal suo partner cinese.
Bisogna essere ingenui o in mala fede per sostenere che la tragedia dei conflitti mediorientali abbia un’origine religiosa e confessionale. Ridurla a una lotta tra Sunniti e Sciiti o Islam e Cristianesimo è una manipolazione del terrorismo intellettuale che stiamo subendo.
Siria – Guerra geostrategica che annuncia la fine di un mondo unipolare.
L’origine del problema è puramente politico e secolare. Una guerra geostrategica che annuncia la fine di un mondo monopolare. Una guerra geopolitica in Siria è la via scelta per distruggere l’Iran. Non è un caso che l’Iraq lo Yemen, la Libia, la Siria, il Sinai in Egitto, Ersal in Libano, dal Sudan verso la Tunisia, … Tutto avvenga contemporaneamente al fine creare nuove realtà nella regione.
La Siria è uno Stato laico. La nazionalità siriana trascende l’appartenenza religiosa. Mi rifiuto di associarmi alle rivendicazioni per la creazione di uno stato confessionale…”
qui tutto l’articolo in francese: http://www.renenaba.com/tribune-libre-enjeux-de-syrie-de-region/
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