pubblicato su ” Osservatorio sulle Comunità Cristiane in Medioriente”
Il silenzio dei mass media su questo Paese Mediorientale ha un solo significato: Assad sta vincendo.
Capita talvolta che un argomento che ha tenuto banco sui mass media per mesi ed anni, improvvisamente scompaia dalle cronache dei mezzi cosiddetti di informazione e cada nell’oblio. Generalmente quando questo avviene vi è una ragione ben precisa: le cose non stanno andando come i cosiddetti “poteri forti” avevano pianificato e l’operazione di camuffamento della realtà attraverso una valanga di menzogne si presenta troppo ardua e rischiosa persino per chi ha il controllo del 90% dei mezzi di informazione occidentali.
E’ quanto sta avvenendo in Siria. Per anni giornali e televisioni ci hanno detto che il feroce dittatore Assad stava per essere sconfitto da ribelli desiderosi di dare alla Siria una vera democrazia. Corrispondenti televisivi, con le lacrime agli occhi, ci hanno descritto le nefandezze di un regime che, pur di sopravvivere utilizzava le armi chimiche contro il proprio stesso popolo, gassando vecchi, donne e bambini e costringendo milioni di persone a fuggire dal paese.
Nello stesso tempo tutti i commentatori ci hanno sempre assicurato che i ribelli “buoni”, con l’aiuto delle nazioni occidentali e di quegli straordinari esempi di democrazia che sono il Qatar e l’Arabia Saudita, avrebbero prima o poi rovesciato il dittatore restituendo la libertà al popolo siriano.
Una favola sempre più difficile da sostenere a fronte di all’emergere di una realtà ben differente, ma che giornalisti di tutto il mondo hanno continuato a raccontare fino a pochi mesi fa. Poi il silenzio. Perchè? Semplicemente perché il “feroce dittatore”, avversato da USA, Europa, Arabia Saudita, Turchia, Giordania e Paesi del Golfo sta vincendo sia sul piano militare che su quello politico.
Sul piano militare l’Esercito Siriano, appoggiato dagli Hezbollah libanesi e da volontari sciiti iracheni (e probabilmente iraniani), sta riguadagnando il terreno perduto negli anni fino al 2015.
Aleppo ormai è completamente libera. Palmira è stata ripresa e proprio da Palmira è partita l’offensiva che, avanzando verso est, dovrebbe arrivare a rompere l’assedio della città chiave di Der Ezzor. Le forze siriane sono infatti alle porte di Sukhanà, ultimo grande centro tenuto dall’ISIS sulla strada appunto per Der Ezzor. Da nord stanno invece calando i formidabili combattenti della Forza Tigre che hanno riconquistato, partendo da Aleppo migliaia di chilometri quadrati di territorio.
Attorno a Damasco è rimasta una sola grande sacca controllata dagli islamisti, ma le sue dimensioni si stanno riducendo giorno dopo giorno. Anche a sud, nelle regioni da Daraa e Quneitra, malgrado l’appoggio di Usa (e Israele), i cosiddetti ribelli stanno perdendo terreno. La circostanza è significativa perché ancora pochi mesi fa i ribelli sembravano sul punto di conquistare la capitale provinciale di Daraa e da qui marciare verso Damasco che dista meno di cento chilometri. Di questi giorni infine è l’inizio di una operazione congiunta esercito siriano, hezbollah, esercito libanese per riconquistare quella porzione di territorio montagnoSO posto a cavallo tras Siria e Libano chiamato Qalamoun e controllato da varie formazioni islamiste fin da 2013.
Bashar Assad però non sta vincendo solo sul piano militare, ma anche su quello politico e persino dell’immagine. Il fronte internazionale che si era creato contro di lui è ormai a pezzi e quasi più nessuno pretende le sue dimissioni (salvo la Mogherini, ma questo è insignificante come insignificante è l’Europa).
Alcuni Stati non fanno più mistero di collaborare con lui e non mi riferisco solo a Russia e Iran, ma a nazioni come l’Egitto ed il Libano. L’offensiva congiunta tra siriani e libanesi sul Qalamoun a cui accennavo prima è sicuramente molto significativa in questo senso (benchè l’esercito libanese tenga un profilo basso anche a causa di cronici problemi di armamento). Il rientro di migliaia di profughi che vanno a ripopolare i villaggi e le città mano a mano che vengono liberate dall’esercito sono la smentita più clamorosa alla bufala secondo la quale i Siriani scappavano da Assad.
Cosa ha provocato questo rovesciamento della situazione? Molteplici fattori.
Prima di tutto l’intervento diretto della Russia. L’appoggio aereo della RUAF è stato sicuramente un elemento decisivo anche se condotto solo da una trentina di apparecchi. Altrettanto decisivo è stato però la riorganizzazione dell’esercito siriano condotta da esperti militari russi. Solo per fare un esempio la Quinta Legione che ha ripreso Palmira e che guida la marcia verso Der Ezzor è stata addestrata ed armata da consiglieri militari russi.
Forse ancor più importante è stato però l’appoggio diplomatico, condotto da quel gigante della diplomazia russa che è il Ministro Lavrov, sicuramente il più intelligente e preparato di tutti i Ministri degli Esteri del mondo. La diplomazia russa è riuscita a dividere il fronte dell’opposizione armata ed a paralizzare le velleità americane di un intervento diretto più massiccio di quello che è in atto. E’ riuscita inoltre far fallire tentativi di provocazioni e false flag come fasulli attacchi con il gas.
A fianco dell’intervento russo (ed in misura minore di quello iraniano) a far pendere l’ago della bilancia a favore di Assad sono state anche le divisioni tra le formazioni guerrigliere e, soprattutto, tra i loro padrini internazionali. Siamo al punto che i combattenti sostenuti dalla Turchia (paese NATO) si stanno scontrando ferocemente con quelli sostenuti dagli USA (parimenti paese NATO) mentre gli islamisti sponsorizzati dall’Arabia Saudita stanno combattendo in quel di Idleb contro quelli sostenuti dal Qatar.
Si va quindi verso la conclusione del conflitto siriano? Personalmente non sono ottimista. Credo che si vada verso la fine di una fase della guerra in Siria e non della guerra stessa. I nodi sono ancora troppi, gli appetiti paurosamente scatenati ed il buon senso latitante. Temo potremo assistere, al contrario, ad una vera e propria escalation con l’intervento sul campo di quelle forze che fino ad oggi hanno agito prevalentemente per interposta persona. Speriamo che san Marone ed il Ministro Lavrov facciano il miracolo.
Mario Villani