di STEFANO ORSI (dal quotidiano ‘ Il SudEst’)
Torniamo immediatamente al fronte più pericoloso al momento, il Golfo di Hormuz
Iran
La notizia che ha rappresentato un ulteriore passo verso l’acuirsi della crisi è stato senza dubbio la confisca da parte iraniana della petroliera Stena Impero che, indovinate un po’, batte bandiera britannica.
Le Guardie della Rivoluzione iraniane sono salite a bordo e ne hanno preso il controllo portandola in porto a Bandar Abbas, che non credo sia stato scelto a caso, era il porto da cui partì con il suo carico di greggio la Grace 1 superpetroliera iraniana diretta in Siria.
Facciamo chiarezza.
I Royal Marines inglesi che hanno sequestrato la petroliera iraniana lo hanno fatto su ordine del loro comando sulla base di sanzioni che la UE ha emesso e che colpiscono il commercio di prodotti petroliferi con la Siria, capite bene come una simile misura colpisca pesantemente un Paese e la sua popolazione, e non quindi sulla base di una risoluzione dell’ONU.
Un sequestro basato su un tale supporto si configura come un vero atto di “Pirateria” in quanto l’Iran e la Siria non solo non riconoscono tali sanzioni, ma nemmeno fanno parte della UE e pertanto non possono essere vincolate da decisioni prese da terzi, differente discorso sarebbe stato se si fosse trattato di nave europea, allora avrebbero potuto agire legalmente contro di essa, ma sulle attuali basi, no.
L’atto di pirateria commesso dalla UE per mano dei Royal Marines, in quanto ancora fanno parte della UE, ha quindi aperto la strada alla confisca da parte iraniana della Stena Impero, fermata sulla base di un urto avvenuto, a detta loro, ma riterrei sia un mero pretesto, con un peschereccio iraniano e che rappresenta una evidente azione in risposta ad un atto illegittimo di cui l’Iran è stato vittima.
L’Arabia ha negato assistenza navale agli Usa nel Golfo ma ha aperto le basi per l’arrivo di forze speciali USA e Britanniche, Navy seal di certo, che potrebbero condurre azioni da commandos in Iran, ma dubito fortemente che tentino qualcosa, o operare come forze di sicurezza a bordo di navi in transito, molto più probabilmente.
Un fatto interessante è che fonti britanniche , la BBC, abbiano divulgato la conversazione avvenuta tra le Guardie della Rivoluzione iraniane, e la Fregata Montrose britannica che operava in zona per la sicurezza delle navi inglesi, e incrociava poco distante dalla Stena Impero, il succo era che avvisavano che avrebbero proceduto all’abbordaggio della nave per un controllo legato alla sicurezza e poi hanno agito senza che la fregata inviasse aiuti, hanno un elicottero e dei commandos a bordo.
La pubblicazione non ha certo messo in evidenza il valore della marina di sua maestà…
Altro capitolo legato alla tensione crescente è stato l’abbattimento di un drone iraniano annunciato dai comandi americani, manca però la conferma di questo abbattimento, ne gli USA hanno potuto mostrare alcun resto di tale drone, i comandi iraniani invece hanno mostrato un video delle riprese fatte da un loro drone con indicato un orario che smentiva tale abbattimento, il mistero avvolge sempre queste vicende in mancanza di prove certe come quando vennero mostrati i resti del drone USA RQ-4 Global Hawkabbattuto da un missile antiaereo iraniano dopo aver sconfinato nello spazio aereo ed aver ignorato gli avvertimenti radio.
Come si sbloccherà la situazione? Al momento sono certamente in corso dei contatti diplomatici diretti tra GB ed Iran, per risolvere la questione di entrambe le navi, e il nuovo governo inglese non mancherà di entrare nella vicenda, il premier britannico Boris mad-dog Johnson non brilla certo in delicatezza diplomatica.
Al momento gli inglesi hanno annunciato l’invio di altre due navi nel Golfo e vedremo se altri Paesi Europei li seguiranno, si è vociferato di un invio da parte Europea di una forza navale, di non si sa quale entità.
Ciò che è emerso chiaramente da questa vicenda è che USA e GB non hanno modo di garantire che le loro navi non possano essere sequestrate, abbordate o distrutte, ne quelle commerciali ne tanto meno quelle militari in quanto se avessero potuto intervenire, erano a circa 20 miglia di distanza, lo avrebbero fatto, mentre non si sono mossi, ne gli uni ne gli altri, inoltre, pochi giorni prima la Marina Britannica, tronfia, aveva annunciato di essere riuscita a impedire un attacco iraniano verso una nave inglese, notizia smentita come inesistente da fonte iraniana e poi nei fatti, perchè hanno dimostrato che quando e se vogliono portare a termine un abbordaggio, lo fanno senza alcun timore.
Ed ecco che il problema è tutto qui, nel timore.
Con l’abbattimento di un preziosissimo e modernissimo drone Global Hawk americano prima, e poi con questo abbordaggio, gli Iraniani hanno dimostrato chiaramente, di avere capacità militari di prim’ordine e di non avere paura alcuna nel difendere i propri interessi nazionali anche se posti di fronte a superpotenze militari.
Questo nella storia recente ha ben pochi precedenti.
Pertanto comprendiamo la via diplomatica scelta dagli inglesi e che probabilmente procederanno con l’invito a non transitare per il Golfo almeno fintanto che non rafforzeranno la lor presenza militare in zona, il che non servirà se non a causare maggiore tensione ed incidenti.
Libia
Dopo la pesantissima sconfitta subita dalle LNA di Haftar presso Garyan, la perdita della roccaforte e base di tutte le operazioni verso Tripoli, le difficoltà del Generale della Cirenaica non sono finite.
Ha lanciato diversi attacchi per riconquistare questo punto strategico nella sua strategia per prendere Tripoli, ma finora ogni attacco si è risolto in un fallimento.
Inoltre le difese delle GNA di Serraj si sono rivelate maggiormente determinate rispetto a precedenti situazioni, in cui a ogni conquista seguivano repentine ritirate al primo accenno di attacco in risposta.
Ora stanno tenendo le posizioni, segnale di conferma che il miglioramento della catena di comando mostrata in occasione della vittoriosa e recente avanzata si sta dimostrando un progresso significativo e duraturo per le loro forze in campo da cui probabilmente non sono estranee le forze armate italiane presenti in Misurata.
Sono state segnalate nuove navi arrivate dalla Turchia con rifornimenti e presumiamo anche milizie di rinforzo, se avete visto il video girato per SakerItalia pubblicato lo scorso sabato nel mio articolo, ricorderete che una possibile strategia di Erdogan potrebbe essere il trasloco di molte milizie dalla Siria al fronte libico, cosa che giustificherebbe il deciso miglioramento del comportamento delle GNA che una strategia di uscita conveniente ricollocando truppe ormai quasi inutili per lui in Siria, la sacca di Idlib è in mano ai Qaedisti e le sue forze sono sufficienti per affrontare le milizie curde che hanno dimostrato di non essere in grado di fermare le milizie FSA filoturche ne tanto meno le truppe dell’esercito turco come ben si è visto durante l’invasione del cantone di Afrin.
A sud di Garyan le LNA hanno comunque raggiunto un obbiettivo secondario, riaprire un collegamento con le forze posizionate nel settore ovest della Libia prima rimaste tagliate fuori, inoltre proseguono attacchi verso i quartieri periferici di Tripoli ma senza che riescano a produrre apprezzabili risultati. Fondamentalmente la strategia di Haftar dalla perdita di Garyan è stata quella di intensificare notevolmente i bombardamenti di artiglieria e di aviazione su molti obbiettivi anche in area urbana. I bombardamenti non è escluso che siano finalizzati al provocare una nuova ondata migratoria in Italia, per mettere pressione al nostro governo che ancora appoggia il Presidente riconosciuto Serraj, mentre la Francia di Macron sta apertamente spalleggiando e rifornendo Haftar.
Non è nemmeno escluso che questa strategia sia stata richiesta proprio dalla Francia.
Un ruolo sempre maggiore nei bombardamenti ed attacchi aerei da parte delle LNA lo stanno assumendo i droni armati, che sono stati forniti al Generale, da Paesi amici, probabilmente della penisola arabica e che ci dicono come il livello di progresso tecnologico in questa guerra si vada accentuando con lo stallo delle forze a terra.
Anche alle GNA sono arrivati droni armati, e proprio oggi, 26-7-2019 hanno annunciato di aver attaccato e distrutto parte di un convoglio militare delle LNA nei pressi della base aerea di Jufra, in mano alle LNA.
Siria
Prosegue ininterrotto il fraseggio sulla linea di contatto a sud di Idlib, con attacchi ripetuti da ambo le parti senza che avvenga alcun deciso progresso a terra.
La campagna di bombardamenti sugli obbiettivi militari dei terroristi si è intensificata in questa settimana, con gli aerei delle forze aerospaziali russe portate alla massima intensità operativa e l’ulteriore dispiego di velivoli da parte siriana.
Dal livello attuale di attacchi contro le difese delle forze qaediste, questa strategia ci appare come preparatoria per nuovi e pesanti attacchi di terra.
Segnaliamo tre fatti a margine.
L’ennesimo attacco israeliano contro le forze siriane senza che vi fossero minacce per Israele.
Cosa ha colpito dunque con questo atto di aggressione Telaviv? Nel mirino della IAF ci sono i punti di osservazione siriani sulle alture di Tal al Harrah che offrono un’ottima visuale sulla parte sud della provincia di Quneitra che è illegalmente occupata da decenni dall’esercito israeliano, basta questo per Telaviv per giustificare l’assassinio di soldati che non hanno in alcun modo minacciato la sicurezza di Israele, un atto che ci dimostra ancora una volta che nella visuale di Telaviv chiunque non sia loro sottomesso rappresenta una minaccia e che ogni mezzo per quanto spregevole o esecrabile sia per loro giustificato nel suo impiego.
Ecco perchè durante l’occupazione di questi territori nel sud della Siria da parte dei terroristi, Israele non ha mai fatto mancare loro appoggio militare ed assistenza sanitaria, come ci illustrarono le visite di Netanyahu ai terroristi jihadisti feriti e curati nel Golan occupato.
I ritrovamenti numerosissimi, di depositi con armi e medicinali prodotti in Israele e stoccati in depositi da parte dei terroristi costituiscono una ulteriore prova del loro pesante legame con Telaviv.
L’esercito siriano ha comunque già ripristinato il punto di osservazione.
Secondo elemento
L’attacco dei terroristi di Al Qaeda contro le città siriane attorno a Idlib.
La crescente difficoltà di Al Qaeda nel mantenere bloccate le forze siriane al fronte sud della provincia, da Jisr al Shougur a Hama, si evince anche dal ritorno della strategia dei crimini di guerra. Da un lato denunciano con insistenza che i bombardamenti russi e siriani, siano rivolti ad obbiettivi civili e non militari, come invece appare più ce logico e necessario nell’economia bellica, e secondariamente attaccano loro i quartieri residenziali causando numerose vittime tra i civili. È accaduto pochi giorni fa con un lancio di numerosi missili sui palazzi abitati e le vittime sono state una decina. Poi anche sui villaggi a nord di Hama, sono state bersagliate abitazioni civili nonostante fossero lontane dalle linee di contatto.
Il terzo aspetto a margine è stato un attacco diretto da parte dei terroristi di Al Qaeda non ad un obbiettivo di loro interesse, come la base militare russa in Siria, come la base militare di Hemeymin, ma al sito dove è stata piazzata la base di lancio dei missili S300 russi consegnati per la difesa della Siria a Masyaf. Ecco questo obbiettivo ci appare strano, in quanto al Qaeda non possiede una aviazione e pertanto questo attacco non ha nessun senso per loro, ne avrebbe invece se avessero agito su commissione o ordine da parte di forze che ne controllino o influenzino l’operato, in questo caso l’eliminazione di un pericolo per le forze aeree di questi Paesi darebbe un senso chiaro a questo attacco diretto.
Per fortuna nessun danno è stato riportato alla base di Masyaf in quanto i missili da lancio non hanno un sistema di guida preciso a sufficienza per garantire di colpire un bersaglio, e i danni si contano sulle colline incolte o nei frutteti attigui. Questo fatto comunque ci evidenzia ancora una volta come le forze jihadiste operino in Siria per nome e per conto di potenze straniere e non siano, come ci è stato venduto per anni, espressione di una rivolta interna alla Siria.
Notizia di reale interesse, e vado a concludere, è stato l’annuncio da parte di Hezbollah di rivedere e riassegnare le sue forze attualmente di stanza in Siria. Il ridursi progressivo dei fronti attivi, la reale stabilizzazione delle regioni interne un tempo occupate dai terroristi, ricorderete le innumerevoli sacche eliminate, e la reale vitalità dell’esercito siriano che sostituisce i veterani con nuove leve di coscritti sempre più numerosi, permetto ora alla forza armata libanese di fare ritorno in Patria vista anche l’azione sempre più aggressiva ai confini meridionali da parte di Israele che minaccia una nuova aggressione sul modello di quella fallita miseramente nel 2006. Per loro quindi ora è prioritario difendere il proprio territorio ed affiancare nuovamente l’esercito di Beirut nella difesa del Libano.
Il loro ruolo nel contenere prima e distruggere poi il terrorismo in Siria, sia dell’ISIS che di Al Qaeda, è stato non solo insostituibile ma davvero eroico.
Per oggi è tutto