La Storia di un’anima

 

di Costanza Miriano

La mia valigia per il mare rimane sempre per ultima, si sa, è così per tutte le mamme. E poi sabato scorso tornavo dal campo del post cresima, dove dopo la mia testimonianza avevo dormito solo due ore per poi salire con i ragazzi in cima alla montagna, per celebrare la messa all’aurora. Tornata a Roma senza più chiudere occhio avevo stirato per circa dodici ore consecutive. Insomma, alla fine costumi, biancheria e libri per il mare li ho presi un po’ a caso, dall’enorme pila che incombe su di me ormai da anni.

“Mannaggia, mi sono dimenticata di prendere un romanzo insieme a quelli di esegesi”, mi son detta una volta arrivata a destinazione. Una fede in due, la mia vita con Vittorio era quello che gli somigliava di più, e così un pomeriggio in cui ero stanca di concentrarmi l’ho aperto un po’ svogliatamente. Temevo fosse impegnativo, serio. Invece sono stata rapita dalla voce dolce di Rosanna Brichetti Messori, che purtroppo non conosco di persona ma che è diventata mia amica (è uno di quei libri che, quando lo finisci, hai voglia di telefonare all’autore). Sono stata rapita e avvinta, e nonostante i comodissimi lettini con materasso che ci erano stati “regalati” non ho dormito un secondo, e non l’ho più mollato finché non l’ho finito.

Rosanna è la moglie di un monumento del pensiero cattolico, in ambito di fede credo l’uomo più letto e più tradotto del ‘900, e tu immagini una coppia perfetta, una versione platino delle nostre coppie normali – acciaccate, imperfettee, ordinarie – e invece ti appassioni a una storia umana, non lineare ma accidentata e faticosa, combattuta e raccontata con una sincerità e una verità che sconcertano (immaginavo una versione demo, diciamo, quella che tutti noi tendiamo a dare agli altri quando ci raccontiamo). Non voglio rovinarvi il gusto di leggere, accenno solo al fatto che Vittorio Messori era sposato, e i due hanno aspettato venti anni la sentenza di nullità. Venti anni in cui hanno lottato, pregato, hanno scelto di vivere castamente insieme e poi di separarsi per non dare scandalo. Un amore commovente, una storia che fa impallidire i romanzoni più romantici.

Ma non è solo questo. È anche la Storia di un’anima – uso la maiuscola perché a tratti le pagine mi hanno ricordato quelle di Teresa di Lisieux – anzi la storia di due anime. La storia di due conversioni, di una fede conquistata da entrambi con la ragione (l’autrice ha due lauree, e poi ha studiato anche teologia) e la tenacia. Una storia d’amore dunque, fra loro, ma anche del loro amore per Dio e soprattutto di Dio per loro.

Un po’ Teresina un po’ Madeleine Delbrel – spero che il paragone le sembri calzante, per me lei è stata una grande donna, me la ricorda il suo avere percorso strade sperimentali per cercare Dio nella città e nel quotidiano – Rosanna ha cercato con le unghie e con i denti il suo posto nel mondo per compiere la volontà di Dio. E più volte ha fatto come Abramo, è uscita dalla sua terra e se ne è andata. Più volte ha saputo sacrificare il suo Isacco, quanto aveva di più caro, per Dio. Per poi ritrovarselo restituito. Più volte è sembrato che Dio le chiedesse fino a che punto era disposta a rischiare per lui (rinunciare all’uomo che si ama per rispettare il sacramento non è cosa da poco).7461

Seguivano sempre, però, passi in avanti nella vita spirituale, guarigioni di ferite, visioni mano a mano più chiare dell’amore di Dio.

È stata una sorpresa per me incontrare tra le pagine Pippo Corigliano, mio carissimo amico, che per loro è stato decisivo – li ha aiutati a ritrovare il bandolo della matassa della vicenda processuale – e che lo è stato, lo vado mano a mano scoprendo, per un bel po’ di persone, anche per me. Un giorno in cielo quando sapremo tutto credo che ci sarà una gradinata occupata da tutte le persone che Pippo ha aiutato nell’ombra.

Mi ha commossa anche il pudore di Rosanna nel parlare di sua madre, nel non sottolineare troppo il fatto che dopo avere subito delle ingiustizie, l’ha accolta in casa sua e se ne è fatta carico totalmente, senza una parola di giudizio nei suoi confronti.

Volevo infine dire che la mia amica – la sento così! – parla del marito come di un orso. Ma io, che modestamente sono un’esperta di mariti orsi, devo spezzare una lancia in favore di un uomo che ha acconsentito a un racconto della loro vita intima che non risparmia nulla di ciò che era essenziale dire.

Mi ero ripromessa di non fare più recensioni per qualche tempo, ma ecco, questo è un libro che può fare compagnia in estate a tante anime, e non mi sembrava giusto tenerlo solo per me. E poi c’è quello di Pippo, che parla di cartoline, e più estivo non si può…

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