Svezia e Finlandia nella NATO innalzano il pericolo di un conflitto nucleare

Il presidente finlandese Sauli Niinistö ha informato Putin sui piani del paese di adesione alla NATO

Secondo il servizio stampa del leader finlandese, Niinistö ha parlato al telefono con Putin. Viene riferito che la conversazione è stata “chiara e diretta” e che le parti “hanno cercato di evitare tensioni”. Niinistö ha osservato che qualsiasi stato indipendente cerca di rafforzare la propria sicurezza. Il presidente finlandese ha ricordato che anche durante il primo incontro con Putin nel 2012 lo disse. Niinistö ha anche sottolineato che l’operazione speciale russa in Ucraina “ha cambiato la situazione della sicurezza in Finlandia”.

Come si è arrivati all’adesione alla NATO

La Finlandia scarsamente popolata per molti decenni, dopo la seconda guerra mondiale, ha vissuto bene grazie al vicinato, prima con l’URSS, e poi con la Federazione Russa, approfittando della sua posizione geografica e della sua situazione geopolitica. La cantieristica navale, l’elettronica, la lavorazione del legno, l’energia e altri settori fiorirono in questo paese scandinavo, rendendolo uno dei più ricchi e sviluppati d’Europa.

Poi è avvenuta la guerra con l’entrata delle truppe russe in territorio ucraino. È curioso che le ragioni che Svezia e Finlandia hanno addotto per il loro ingresso nella NATO – ovvero la propria sicurezza – siano proprio una delle motivazioni che la Russia ha usato per giustificare la propria operazione speciale in Ucraina.

Infatti il desiderio ucraino di entrare nella NATO non ha allontanato la guerra ma ne è stato la concausa insieme alle problematiche territoriali irrisolte.

Quindi che il timore che il conflitto in corso, avrebbero convinto Svezia e Finlandia di entrare nella NATO non ha senso.

Semplicemente, l’iniziativa di questi due paesi è stata presa perché adesso, se si vuole nuocere alla Russia, è il momento più propizio per farlo.

 Infatti grazie all’ingresso di Svezia e Finlandia, la NATO potrà isolare maggiormente la Russia e, in caso di un possibile conflitto diretto, l’Alleanza Atlantica potrà contare sull’agire lungo i 1500 km di confine.

Per quanto riguarda poi la Finlandia, questo paese da tempo ha iniziato a riequipaggiare le sue truppe con armi della NATO, partecipando alle sue esercitazioni ed aderendo a programmi NATO. In una parola, da tempo Helsinki apparteneva già alla NATO, anche se non ancora formalmente.

Del resto, già con il gesto di spedire armi sofisticate all’Ucraina e aderendo alle sanzioni contro la Russia, la Finlandia aveva rinunciato alla sua neutralità.  In questo contesto, l’inizio della guerra in Ucraina è stato solo il ‘timing’ per dichiararne l’adesione. La leadership del paese ha usato un momento molto propizio per convincere completamente la sua popolazione, senza passare per il passaggio referendario e superare le resistenze in Parlamento.

Pressioni esterne

Il Parlamento finlandese è stato persuaso dagli eventi in corso ed a causa delle forti pressioni esterne. È interessante sapere come la pubblicazione finlandese Uusi MV-Lehti abbia raccontato il modo in cui sia stata presa la decisione dei deputati del parlamento finlandese sull’ingresso del Paese nella NATO. Le udienze preliminari si sono svolte in condizioni di riservatezza, sui risultati delle consultazioni di esperti con specialisti specializzati e nel contesto “perentorio” di un eventuale attacco russo alla Finlandia.

È molto plausibile che il Centro europeo per la lotta alle minacce ibride, con sede a Helsinki, sia stato coinvolto nella formazione del parere dei deputati del parlamento finlandese. Si tratta di un’organizzazione internazionale che promuove la cooperazione tra l’UE ei paesi della NATO nel campo della lotta alle minacce ibride.

Il Centro stesso e il suo personale godono dell’immunità legale in Finlandia. Nello stesso tempo, secondo la legge finlandese, tutte le informazioni raccolte dal Centro sono secretate. La corrispondenza indirizzata al Centro o ai suoi dipendenti non può essere oggetto di screening o vigilanza preliminare.

Reazione della Russia

Il primo vice rappresentante della Federazione Russa presso l’ONU Dmitry Polyansky ha minacciato Finlandia e Svezia, che intendono aderire alla NATO, rilasciando questa dichiarazione il 12 maggio: “Non appena Finlandia e Svezia diventeranno membri della NATO e le unità dell’alleanza saranno lì, questi territori diventeranno un possibile obiettivo per l’esercito russo”, ha detto Polyansky.

Polansky, vice rappresentante della Federazione russa presso le Nazioni Unite

Inoltre, il ministero degli Esteri russoha avvertito che se la Finlandia si unirà all’alleanza atlantica, Mosca “adotterà misure di ritorsione di natura tecnico-militare e di altra natura”. È la stessa dichiarazione che la Russia ha fatto prima di attaccare l’Ucraina.

Più precisamente, il viceministro degli esteri russo Alexander Grushko ha elencato le conseguenze dell’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO:

▪️ Questo è un cambiamento strategico. Questo cambiamento non può rimanere senza una reazione politica, così come senza un’analisi approfondita delle conseguenze della nuova configurazione di forze che potrebbero emergere a seguito del prossimo ampliamento dell’alleanza. È chiaro che la decisione non sarà presa sulla spinta delle emozioni.

▪️ Questa è la nuova realtà che, siamo convinti, non è nell’interesse di Svezia e Finlandia, né nell’interesse del mantenimento della sicurezza e della stabilità europea, ma porterà solo alla militarizzazione del Nord che, militarmente, è stato fino a poco tempo fa la zona più pacifica d’Europa.

▪️ Nel discorso al Parlamento, il presidente e il primo ministro finlandesi hanno affermato che questo passo rafforzerà la sicurezza sia della Finlandia che della NATO. È abbastanza ovvio per qualsiasi persona sana di mente che il risultato sarà esattamente l’opposto, la sicurezza militare della Finlandia sarà notevolmente indebolita.

▪️ Abbiamo un’idea approssimativa di come si svolgeranno gli eventi al momento della approvazione dell’adesione: i paesi NATO dichiareranno che il fianco settentrionale è molto vulnerabile – il confine tra NATO e Russia sarà aumentato di circa 1.300 km. – Questo confine dovrà essere difeso, quindi ulteriori contingenti di forze dovranno essere schierati lì, e così via…

▪️ Tutto ciò si inserisce nella famigerata ricerca di un nemico, che si esprime in senso pratico-politico-militare nella demonizzazione della Russia, attribuendole intenzioni ostili nei confronti di paesi che la Russia semplicemente non può neanche essere sospettata di avere.

▪️ Sorgono molte domande relative all’effettiva rinuncia di questi paesi allo status di paese denuclearizzato. Di recente, sempre più sono state affermazioni che la NATO sia pronta ad abbandonare questa misura. Di recente, ci sono state sempre più affermazioni che la NATO è pronta ad abbandonare questa misura. In particolare, Jens Stoltenberg ha affermato che le armi nucleari potrebbero essere trasferite più vicino ai confini della Federazione Russa, i leader polacchi si sono dichiarati pronti ad accettarlo. Se queste affermazioni verranno rese operative , ovviamente, sarà necessario rispondere da parte nostra adottando adeguate precauzioni che assicurino l’affidabilità della deterrenza. Fonte @dimsmirnov175 (https://t.me/dimsmirnov175/33414)

Le dichiarazioni della Russia sono molto dure ed esplicite.  Sono fatte da chi si sente tradito mentre è relativamente debole. La Federazione Russa nel suo stato attuale non può minacciare la Finlandia, ed aprire un secondo fronte non è nel proprio interesse. Nello stesso tempo, Mosca avverte che per disperazione, di fronte alla prospettiva del cedimento completo e alla distruzione del paese, non esiterebbe – come ultima ratio – ad usare l’arma nucleare.

Precedenti storici

Anche se non l’odierna Russia, l’URSS attaccò la Finlandia nel 1939-40. Voglio solo ricordarvi come finì la guerra sovietico-finlandese:

▪️127mila morti russi contro 26mila finlandesi (5 a 1)

▪️l’espulsione dell’URSS dalla Società delle Nazioni come Paese aggressore

▪️ma soprattutto, a causa dell’aggressione sovietica, la Finlandia si schierò dalla parte della Germania nella seconda guerra mondiale, che nel 1941-44 portò alla morte di altri 67mila soldati sovietici sul fronte finlandese.

Se parliamo del dopoguerra però, la Finlandia non è mai stata minacciata.

Considerazioni

Come ho già detto, la Finlandia non corre alcun pericolo dalla Russia, che al contrario cerca costantemente di arginare il pericolo proveniente da Ovest. Del resto anche il Generale Tricarico ha detto: ‘mi auguro che Svezia e Finlandia non entrino nella Nato. Non credo che la Russia, debilitata e scarsamente capace dal punto di vista militare, possa aggredire nessun Paese di quelle dimensioni’ (Imola Oggi)

I paesi membri dell’Unione Europea e della NATO sono del tutto concordi all’ingresso di Svezia e Finlandia (l’ingresso della Finlandia nella NATO è cruciale perché ha i confini direttamente condivisi con la Russia). Solo la Turchia si è detta contraria all’ingresso nella NATO di Finlandia e Svezia. In particolare, il presidente turco Erdogan ha detto che il suo Paese non vede con favore l’entrata dei due Paesi nella NATO, ventilando dunque l’ipotesi che possa usare il suo potere di veto.

Tra i politici italiani è da segnalare Giorgetti che si è espresso contro l’ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO: “Non aiuta ad abbreviare il conflitto con la Russia” https://www.rassegneitalia.info/anche-giorgetti-contro-lingresso-di-finlandia-e-svezia-nella-nato-non-aiuta-ad-abbreviare-il-conflitto-con-la-russia/

Ovviamente, la chiave di lettura di tutti questi eventi non sono gli interessi nazionali dei singoli paesi europei, ma interesse degli Stati Uniti che di fatto si sentono in guerra contro la Russia, ed in linea agiscono.

Tutto questo è dimostrato da una serie di dichiarazioni molto esplicite: la dichiarazione del segretario di Stato Blinken (che sostiene bisogna indebolire la Russia), e quella più recente del capo della maggioranza democratica alla Camera dei rappresentanti, Steny Hoyer, che oggi ha detto “gli Stati Uniti sono in guerra (evidentemente, con la Russia), e quindi, durante il “tempo di guerra”, i repubblicani non dovrebbero criticare Biden”. ( https://twitter.com/greg_price11/status/1525161726643257344?t=EZCOHyJd7Khx-o7H5iUGdA&s=19)

VPNews

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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