Secondo il magazine siriano ‘Enab Baladi’ (distribuito anche cartaceo con 7000 copie), i turchi stanno realizzando 12 nuovi punti di osservazione secondo quanto previsto dall’accordo di Astana. Ma ovviamente la domanda è: perché proprio ora?
La risposta è abbastanza semplice: è per contenere e rendere più problematiche le rappresaglie siriane ai continui attacchi dei terroristi.
Il media center Idlib Center riferisce oggi 26 febbraio che i nuovi posti di osservazione saranno realizzati tra Tel tucani e Tel Sultan Abu Gharb che sono sulla strada tra la città e la città di Abu Sracb .
Il centro ha aggiunto che le forze turche hanno esaminato i luoghi designati lunedì, si tratta dei primi sei punti che verranno costruiti nei prossimi giorni.
Il direttore del centro, Obeida Abu al-Bara, ha detto che l’esercito turco per ora ha dispiegato shelter prefabbricati nei luoghi in cui verranno installati i punti di controllo.
Gli sviluppi precedenti coincidono con l’escalation dell’artiglieria e artiglieria da parte delle forze di Assad sulle città all’interno della “zona smilitarizzata” concordata tra la Russia e la Turchia nel settembre dello scorso anno.
Nei giorni scorsi, la Turchia è entrata nella provincia di Idlib con convogli militari che trasportavano gli alloggi prefabbricati posizionandoli in diverse aree di Idlib, insieme a blocchi di cemento.
Una fonte vicina all’esercito turco, venerdì 22 febbraio, ha detto che la Turchia prevede di condurre pattugliamenti nella zona smilitarizzata nella regione di Idlib.
La fonte ha aggiunto che le ronde saranno instradate nei prossimi due giorni nelle zone “de-escalation” in Idlib, o ciò che è noto come “zona tampone”, per monitorare la situazione nella regione e porre fine al bombardamento indiscriminato dal regime siriano.
Secondo la fonte i posti di osservazione turchi nel nord della Siria hanno chiesto di informare i civili di Idlib che le pattuglie turche viaggeranno nella regione per fermare l’escalation del regime.
Il sito russo Sputnik riferisce che i turchi in questo momento stanno concordando con le popolazioni locali per acquistare terreni in cui costruire le proprie installazioni. Se ci riusciranno, “lo schieramento di nuove unità dell’esercito turco in queste aree sarà possibile a marzo”. Ciò vorrà dire una flagrante violazione degli accordi raggiunti ad Astana, secondo cui Ankara può creare solo un numero rigorosamente specificato di punti di osservazione.
Insomma tutto ciò è un tentativo palese di rallentare la liberazione di IDLIB: facendo permanere e trasformare l’enclave di Idlib in feudo pro-turco si aprirà alla ratifica futura dello status quo tramite le prossime elezioni.