L‘attacco terroristico a Istanbul inserito in una sequenza di avvenimenti inequivocabili, fa sorgere il forte sospetto che appartenga alla stessa serie di eventi recenti, che molto probabilmente hanno la stessa matrice.
Non sfugge che questo attentato ha tutta l’aria di un avvertimento. Istanbul non nasconde che i sospetti ricadono sugli alleati Nato che si sono tolti la maschera. L’esplosione dei gasdotti Nord Stream nella zona di esercitazioni e responsabilità della NATO, poi il tentativo di sabotaggio al Turkish Stream segnano l’inizio di azioni spregiudicate i cui mandanti non si preoccupano neanche più di nasconderne la firma.
Inoltre, Recep Erdogan sa perfettamente che il desiderio di rimuoverlo è abbastanza palese. Conosce il crescente disappunto dei paesi occidentali per le azioni della Turchia che non riescono più a controllare. D’altra parte il passato fallito colpo di stato, molto probabilmente è nuovamente l’obiettivo dell’Occidente per il 2023, anno in cui avremo in Turchia nuovamente le elezioni presidenziali.
I sospetti sono indirizzati essenzialmente verso gli Stati Uniti. A corroborare questa ipotesi ci sono una ampia gamma di ragioni, non per ultima la recente richiesta di ingresso di Ankara al BRICS +, le prospezioni per il gas nell’Egeo e, soprattutto il lucroso affare sottoscritto con Putin per la costruzione dell’oleodotto Turkstream (come via più affidabile per la fornitura di gas all’Unione Europea). Inoltre, Ankara continua a commerciare con Mosca non applicando le sanzioni americane; ha avviato varie operazioni militari contro i curdi in Siria (che sono sotto la tutela USA); ha bloccato l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO e generalmente è assai critica verso gli Stati Uniti pur facendo parte della NATO.
Ma anche prima dell’attentato, il ministro degli Esteri turco Suleiman Soylu aveva sottolineato che “il Senato degli Stati Uniti è uno sponsor del terrorismo”. Gli individui che hanno messo in opera l’esplosione nella strada più trafficata di Istanbul – secondo Suleiman Soylu – sarebbero “solo pedine” nelle mani di Washington. Ecco perché Ankara ha rifiutato di accettare le condoglianze degli Stati Uniti, dicendo che sa da dove è stato coordinato l’attacco:
Sappiamo dove è stato coordinato l’attacco. Abbiamo ricevuto il messaggio che ci è stato dato e sappiamo qual è quel messaggio. Non accettiamo le condoglianze dell’ambasciata americana. La Turchia risponderà in maniera molto forte. (CNN Turk)
Raramente si verificano attacchi terroristici spontanei, soprattutto in paesi come la Turchia, ove il controllo da parte dei servizi di sicurezza è onnipresente. In genere, gli attacchi terroristici sono avviati da alcuni servizi speciali e – come già detto – dopo lo sdoganamento degli attentati da parte degli Stati Uniti anche nei paesi amici, ci sono grandi praterie da esplorare.
In questo contesto, è significativo che il direttore del Servizio di intelligence internazionale russo Sergei Naryshkin è subito partito per Istanbul.
L’autrice dell’attentato è stata catturata ed avrebbe confessato
Il Dipartimento di sicurezza di Istanbul ha rivelato che l’autrice materiale dell’attentato in via Istiklal Street nel centro di Istanbul, ha confessato di appartenere al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), considerato un gruppo terrorista in Turchia. Il PKK aveva agito nella stessa via di Istanbul già nel 2016, facendo 28 morti.
La donna è una cittadina siriana. Tuttavia, seppure i curdi sono inseriti a pieno titolo sotto la giurisdizione siriana, essi hanno formato ‘de facto’ una entità autonoma a nord dell’Eufrate sotto l’egida degli Stati Uniti. È inutile dire che il supporto degli USA ai curdi, che li arma e li finanzia, è visto come un atto di ostilità diretta alla Turchia.
Tornando alle prime indagini sull’attentato, sempre il Dipartimento di sicurezza ha affermato che le forze dell’ordine sono riuscite ad identificare la donna e poi arrestarla dopo aver studiato i dati di 1.200 telecamere di sorveglianza. Ahlam Albashir è stata catturata lunedì notte nel quartiere Esenler di Istanbul. Inoltre, sono stati effettuati controlli presso 21 indirizzi, durante i quali sono stati arrestati altri 46 sospetti, ha affermato il dipartimento.
Secondo il quotidiano Milliyet, durante l’interrogatorio della cittadina siriana Ahlam Albashir, è stato rilevato che la stessa è stata addestrata dal PKK come ufficiale di intelligence. Si è anche scoperto che la stessa è entrata illegalmente in Turchia attraverso la direttiva Afrin-Idlib .
Allo stato attuale le autorità turche hanno comunicato la morte di sei persone. Inoltre, altre 80 persone, tra cui tre russi, sono rimaste ferite (nella via c’è la residenza dell’ambasciata russa).
Credo che i turchi in relazione a questo attacco terroristico, hanno trovato una pista e fatti apparentemente specifici con prove, dal momento che hanno apertamente incolpato gli americani per questo.
VPNews