La UE è in Guerra ma avvia procedure d’infrazione del deficit per gli stati membri

L‘articolo di Lorenzo Torrisi sul Sussidiario del 20 giugno 2024, intitolato “PROCEDURA D’INFRAZIONE UE/ ‘Gestione incerta e richieste restrittive possono azzoppare l’Italia‘”, offre un’analisi dettagliata sull’apertura della procedura d’infrazione per eccesso di deficit nei confronti dell’Italia, insieme ad altri sei paesi europei. La decisione della Commissione Europea, sebbene prevista, getta un’ombra sulle prospettive economiche dell’Italia e solleva preoccupazioni sulla gestione incerta e sulle richieste restrittive che potrebbero compromettere la stabilità economica del paese.

Di seguito farò un breve cenno al contenuto dell’articolo, per poi esprimere il mio sconcerto riguardo a questa notizia. È come se mi trovassi su un treno in corsa, dove ogni giorno si manifestano segni sempre più tangibili del fatto che non c’è più nessuno alla guida.

Punti Salienti dell’Articolo

1 – Contesto della Procedura d’Infrazione:
Torrisi sottolinea che l’apertura della procedura era ampiamente attesa, dato che l’Italia aveva superato il limite del 3% del PIL per il deficit nel corso dell’ultimo anno. Questo contesto evidenzia come la Commissione Europea si trovi obbligata ad avviare tale procedura in conformità con le regole stabilite.

2 –  Incognite e Incertezze:
Uno dei punti critici evidenziati nell’articolo riguarda l’incertezza che circonda la gestione di questa procedura, dato che avviene in un periodo di transizione tra due Commissioni, Consigli e Parlamenti europei.

3 – Disparità di Trattamento:
Un’altra questione sollevata è la potenziale disparità di trattamento tra i diversi paesi soggetti alla procedura d’infrazione, in particolare tra Italia e Francia. Torrisi suggerisce che la politica e le dinamiche interne dei paesi influenzeranno le decisioni della Commissione, con un possibile svantaggio per l’Italia.

4 – Impatto sulle Politiche Fiscali:
L’articolo discute anche le raccomandazioni specifiche per l’Italia, che sembrano bilanciare le necessità di riforme fiscali con le misure già adottate dal governo italiano, come lo smantellamento del Superbonus e del Reddito di cittadinanza. Tuttavia, le richieste correttive potrebbero comunque avere un effetto di inasprimento della politica fiscale nell’Eurozona.

5 – Aspetti Positivi e Critici del Patto di Stabilità:
Torrisi conclude riportando le dichiarazioni del Commissario Gentiloni, che cerca di rassicurare sul fatto che non ci sarà un ritorno all’austerità con le nuove regole del Patto di stabilità e crescita. Nonostante ciò, l’autore rimane fortemente scettico sugli effetti positivi delle misure restrittive richieste.

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CONSIDERAZIONI

Per capire meglio l’incongruenza delle richieste della UE, innanzitutto specifichiamo da dov’è nato il limite di bilancio del 3%:

Cito da DC News: “…va ricordato che questa regola del 3% non ha alcun senso, anche se i giornali mainstream si guardano bene dal dirvelo. Ma a confessarlo è stato lo stesso uomo che l’ha inventata, l’ex funzionario del ministero del Bilancio francese Guy Abeille. “Se mi chiedete se la regola secondo cui un deficit di un Paese non debba superare il 3% abbia basi scientifiche“, ha dichiarato lo stesso Abeille in un’intervista del 2019, “rispondo subito di no. Perché sono stato io a idearla, su richiesta del Presidente Mitterrand, che aveva fretta di trovare una soluzione semplice che mettesse un freno alle spese del governo di sinistra. Così in meno di un’ora, senza l’assistenza di una teoria economica, è nata l’idea del 3%”. (DCNews).

Detto questo, anche se ripetono che non è vero siamo in un conflitto della UE contro la Russia, lo siamo anche se il popolo italiano non vuole. Ma le conseguenze toccano tutti. E da subito. Sarà richiesta una correzione’ di 12 miliardi l’anno.  La situazione dopo gli assurdi provvedimenti della pandemia era già precaria, ora ci sarà dato il colpo di grazia.

All’Italia, alla quale è stato imposto di comminare sanzioni alla Russia e mandare armi a gogo, è stato proibito stipulare con la Cina l’adesione alla Belt and Road e sono stati imposti un’infinità di diktat, incluso il Green Deal e la partecipazione indiretta alla guerra contro la Russia a fianco dell’Ucraina. Ora, come se nulla fosse, è trattata come se fosse in tempi normali e la UE non si assume la responsabilità delle conseguenze che lei stessa ha fatto accadere.

In definitiva: la UE fa la guerra e vuole mobilitarsi ma agisce con gli stati membri come se non fossero in emergenza.

La situazione attuale evidenzia una grave mancanza di coerenza e responsabilità da parte dell’Unione Europea. Mentre l’UE chiude entrambi gli occhi quando si tratta di sostenere l’Ucraina, che non è nemmeno membro dell’Unione, essa impone rigide procedure di infrazione e sanzioni ai suoi stessi membri come l’Italia. È palese che senza il supporto europeo, l’Ucraina non riuscirebbe a mantenere la propria posizione attuale. Tuttavia, nonostante l’infinito sostegno economico e militare fornito all’Ucraina, gli stati membri dell’UE come l’Italia sono lasciati a fronteggiare problemi di deficit e misure di austerità con procedure normali, senza considerare le eccezionali circostanze di guerra in Europa.

Secondo vari saggi di politica economica di guerra, durante periodi di conflitto, le normali procedure fiscali dovrebbero essere riviste per adattarsi alla realtà delle spese straordinarie e delle emergenze economiche. In questo contesto, le regole di bilancio eccessivamente restrittive rischiano di essere controproducenti. La politica economica di guerra richiede flessibilità e interventi mirati per sostenere la stabilità economica e la resilienza delle nazioni coinvolte.

Un altro punto critico riguarda la disparità di trattamento tra i diversi stati membri. La Commissione Europea sembra adottare due pesi e due misure, con una Francia che potrebbe beneficiare di trattamenti di favore rispetto all’Italia, nonostante entrambi i paesi siano sotto procedura di infrazione. Questa disparità mina la fiducia nella giustizia e nell’equità delle istituzioni europee.

Inoltre, la strategia dell’UE appare miope nel lungo termine. L’Italia, come altri paesi, ha affrontato una serie di imposizioni e restrizioni che non tengono conto delle sue specifiche difficoltà economiche e delle pressioni geopolitiche. Le misure restrittive imposte rischiano di soffocare la crescita economica e di aggravare ulteriormente il debito pubblico, creando un circolo vizioso di austerità e recessione.

Mancanza di visione e di responsabilità

La rigidità delle attuali regole fiscali dell’UE non solo è inadeguata, ma potenzialmente dannosa. Invece di imporre sanzioni e restrizioni, l’UE dovrebbe lavorare per creare un quadro più flessibile e solidale, capace di rispondere efficacemente alle sfide straordinarie che gli stati membri stanno affrontando.

In sintesi, la risposta dell’UE alla situazione attuale è gravemente insufficiente e svela una mancanza di visione e di responsabilità. L’Unione dovrebbe riconoscere il proprio ruolo nelle difficoltà economiche degli stati membri e adottare misure più adeguate e solidali per sostenere la stabilità e la crescita economica in tempi di crisi.

Tutto questo, osservando i segni sempre più numerosi, mi spaventa. In trasparenza, ciò a cui stiamo assistendo è l’incrinamento della democrazia nel modo in cui eravamo abituati a conoscerla. Il percorso verso un’autocrazia di burocrati disinteressati al benessere dei cittadini è ormai intrapreso. Come ha detto recentemente il presidente serbo Vucic, “il treno è ormai fuori dalla stazione e difficilmente lo si potrà fermare.”

Abbiamo una Repubblica… se sai mantenerla

“Non dico che la democrazia sia stata nel complesso, e nel lungo periodo, più dannosa della monarchia o dell’aristocrazia. La democrazia non è mai stata e non potrà mai essere così durevole come l’aristocrazia o la monarchia; ma finché dura, è più sanguinosa di entrambi. … Ricorda, la democrazia non dura mai a lungo. Ben presto si spreca, si esaurisce e si uccide. Non è mai esistita una democrazia che non si sia suicidata. È vano affermare che la democrazia è meno vanitosa, meno orgogliosa, meno egoista, meno ambiziosa o meno avara dell’aristocrazia o della monarchia. Non è vero, in realtà, e non appare da nessuna parte nella storia. Quelle passioni sono le stesse in tutti gli uomini, sotto tutte le forme di governo e, se non controllate, producono gli stessi effetti di frode, violenza e crudeltà. Quando davanti alla vanità, all’orgoglio, all’avarizia o all’ambizione si aprono chiare prospettive per una facile gratificazione, è difficile per i filosofi più considerati e per i moralisti più coscienziosi resistere alla tentazione. Gli individui hanno conquistato se stessi. Le nazioni e grandi gruppi di uomini, mai”.

― John Adams, Le Lettere di John e Abigail Adams

Il padre fondatore americano Benjamin FranklinEbbene, dottore, cosa abbiamo; una repubblica o una monarchia? “, e l’eloquente risposta di Franklin fu ” Una repubblica, se puoi mantenerla “.

Il senso di smarrimento che pervade gran parte della popolazione è profondo, anche se non sempre riesce a spiegarlo chiaramente a causa dell’informazione gravemente corrotta. Tuttavia, la percezione è presente. Solo la leadership, rappresentata emblematicamente dalle amnesie di Biden, sembra non essere consapevole e continua a muoversi in direzione opposta alla realtà.