Le “proposte” dell’UE alla Siria: sanzioni, imposizioni e il volto ipocrita della retorica occidentale
L’Unione Europea sembra avanza un’offerta capestro alla Siria: revoca delle sanzioni solo a patto che le truppe russe lascino il paese. Dietro questa condizione, riportata da fonti come Bloomberg e sostenuta con fermezza dal ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp, si cela una pretesa inaccettabile: scambiare la sovranità siriana con la resa totale, smantellando la stabilizzante presenza russa e affidando la “protezione delle minoranze” a gruppi come HTS, terroristi notoriamente responsabili di massacri e atti efferati.
Non si può fingere che questa sia un’offerta per una Siria libera e sovrana. Qualora la Russia decidesse di ritirarsi, qualcuno crede davvero che l’élite tecnocratica europea, perfettamente allineata agli interessi di Washington e Tel Aviv, promuoverebbe una ricostruzione della Siria? Finora non lo ha fatto vietando persino l’importazione non di armi ma di materiali per la ricostruzione , fino ai medicinali ad uso oncologico e simili salvavita. Al contrario, mentre la UE focalizza Mosca come il primo male, il paese verrebbe precipitato nel caos, seguendo lo stesso schema già visto in Iraq e Libia: uno Stato fallito, frammentato e devastato. La popolazione, come sempre, sarebbe sacrificata sull’altare degli interessi geopolitici occidentali.
L’intervento russo in Siria nel 2015 ha interrotto l’avanzata dell’ISIS, fermandolo alle porte di Damasco e garantendo stabilità a una popolazione martoriata, anche attraverso aiuti concreti come il grano gratuito. Al contrario, l’UE non ha fatto altro che imporre diktat, lanciare pesanti sanzioni e alimentare una campagna mediatica manipolatoria, incurante della realtà dei fatti. La retorica europea di “aiuto” e “diritti umani” non è altro che un’ipocrita copertura per il proprio disinteresse verso la sofferenza reale dei siriani.
La vera posta in gioco è smantellare ogni forma di resistenza e accaparrarsi risorse: petrolio, gas e acqua, lasciando dietro solo macerie e un futuro rubato. L’Europa, con la sua finta diplomazia, non fa altro che svelare il proprio volto: il tradimento nei confronti della Siria e della sua gente è ormai palese.
Forse, però, questa ennesima dimostrazione di ipocrisia occidentale risveglierà più coscienze, portando alla luce il marciume celato dietro il velo della “liberazione” e dei valori europei.