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La van der Leyen ci ha presentato una nuova alba dove tutto sarà green, ma questa immagine è affidabile?

Il 18 di settembre la presidente europea van der Leyen ha presentato il suo piano programmatico per l’Europa.

Leggo in particolare che il presidente della Commissione europea  ha detto:

La missione del Green Deal  comporta molto di più che un taglio di emissioni, si tratta di creare un mondo più forte in cui vivere. Dobbiamo cambiare il modo in cui trattiamo la natura. E’ per questo che il 37% di Next Generation EU (Recovery Fund) sarà speso per i nostri obiettivi del Green deal.

Ho ascoltato la reazione della destra“, ha detto von der Leyen, al discorso sullo stato dell’Unione, nella parte che riguarda la migrazione. “Direi che c’è una differenza fondamentale su come a destra si guarda l’umano. Ogni persona ha una sua dignità da ovunque questa venga. La destra ha un’opinione diversa. Ci sono vari tipi di esseri umani: loro e noi. Loro devono essere affrontati con odio, ma l’odio non ha mai dato buoni consigli”.

Quindi ne deduco che la presidente della Commissione non rappresenta tutta l’Unione Europea ma è come a capo di un certo raggruppamento ideologico che si prefigge di realizzare i propri fini particolari. Questo raggruppamento ideologico evoca a sé l’umanitarismo e l’amore verso il prossimo, mentre relega la parte ‘antagonista’, nella disumanità all’avversario. Ed attenzione, non discrimina solo particolari posizioni – che si esprimono di volta in volta -, ma invece gli stessi raggruppamenti che rappresentano ‘gli altri’,  il pluralismo, ‘le destre’.

Ma “una libertà non fondata su Dio e sulla creazione è impossibile da sostenere, non è libertà, ma ribellione, il suo abuso e questo porta, inevitabilmente o all’assorbimento nel sistema (statalismo)” La società deve costituirsi – invece – nel rispetto della persona e dei suoi diritti fondamentali; lo Stato deve servire l’espressione dell’uomo, non costruirlo, intervenendo nella definizione dei suoi diritti”. Altrimenti, come denuncia Leone XIII, lo Stato finisce per attaccare la radice stessa dell’uomo e la dimensione politica ne altera tutte le altre. La stessa proprietà è una dimensione espressiva dell’uomo; quindi non si lavora solo per sopravvivere, ma per esprimersi (da dottrina sociale – mons Negri – Cultura Cattolica)

Purtroppo, la concezione espressa continuamente del nocciolo duro dell’Unione Europea è l’antitesi di quando descritto dalla dottrina sociale della Chiesa. Questa è una visione molto consolidata, giacché la Commissione Europea riserva molti milioni di euro per fare propaganda affinché ‘le destre’ e le visioni filosofiche e politiche a loro vicine , non attecchiscano in Europa.

Quindi si deduce, dai fatti, che l’Unione Europea è solo espressione della sinistra progressista. Le istituzioni europee difendono la propria creatura come un fortino, delegittimando ogni posizione contraria e ostacolando con ogni mezzo che si facciano strada altre idee o vengono portate avanti altre istanze popolari.

Quindi l’istituzione europea si pone come soggetto che decide come il popolo deve essere, ma l’istituzione in realtà regola la pluralità di espressioni, non è un soggetto, ma è un insieme di strumentazioni che ha un valore etico non come origine, ma come destinazione: deve cioè consentire che la varietà di espressioni emerga e sia garantita” (…)

Se il giudizio di fondo sarà errato, è inevitabile che “anche la ricostruzione sarà equivoca, però, se non parte da questo fondamento: il senso religioso dell’uomo. Qualunque sia il progresso tecnico o economico nel mondo, non vi sarà né giustizia né pace, finché l’uomo non ritornerà alla dignità di figlio di Dio”. (da dottrina sociale – mons Negri – Cultura Cattolica)

Ma veniamo al punto centrale del suo discorso programmatico della von der Leyen:

Green Deal europeo: ridurre le emissioni di almeno il 55 % entro il 2030

La Commissione europea si propone di incrementare l’obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030 dal 40 % ad almeno il 55 %. Ciò metterà l’UE sulla buona strada per conseguire la neutralità climatica entro il 2050 e per rispettare gli obblighi derivanti dall’accordo di Parigi. Il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera contribuirà a garantire che altri seguano l’esempio europeo.

Entro la prossima estate la Commissione sottoporrà a revisione tutta la normativa dell’UE in materia di clima ed energia in modo che si sia “pronti per il 55 %”.

La Presidente ha inoltre annunciato che il 30 % dei 750 miliardi di € del bilancio di #NextGenerationEU deriverà da obbligazioni verdi. Il 37 % dei finanziamenti sarà investito negli obiettivi del Green Deal europeo, compresi i progetti faro europei: idrogeno, edilizia ecocompatibile e 1 milione di punti di ricarica dei veicoli elettrici.

Con meravigliosa regolarità, i media semi-ufficiali – governativi e vicini al governo, nonché agenzie di stampa di organizzazioni internazionali, a cominciare dall’ONU, e le associazioni ambientaliste presumibilmente indipendenti e, per così dire, le pubblicazioni scientifiche di divulgazione popolare, avevano detto che:

1 – l’energia rinnovabile è redditizia (prima di tutto – pannelli solari e generatori di energia eolica). Dicono che l’energia generata da fonti energetiche rinnovabili è già più economica dell’energia ottenuta bruciando combustibili “carbonio” (carbone, petrolio, gas naturale).

2 – L’energia in Europa proviene da fonti verdi e sempre meno da fonti tradizionali derivanti dal carbonio fossile.

Ma qualcosa non torna.

1) Se l’energia verde fosse più economica dell’energia del carbonio, le imprese passerebbero immediatamente di propria iniziativa all’energia verde (non attraverso la coercizione e le multe) e lo sviluppo dell’energia verde non richiederebbe enormi sussidi provenienti dal bilancio statale (aumentando così il debito pubblico e la spremitura delle tasche dei contribuenti).

Ciò a cui stiamo assistendo è invece è la coercizione e l’erogazione di giganteschi sussidi tratti dal bilancio.

2) Se la quota di energia “verde” crescesse così tanto, l’interesse nell’importazione di risorse energetiche a base di “carbonio” nei paesi europei diminuirebbe proporzionalmente e l’avanzata della “svolta verde dell’energia” conseguentemente. Ma se guardiamo solo ai programmi per l’acquisto di gas naturale – ad esempio della Germania, vedremo, al contrario, un aumento di questo interesse per le forni energetiche tradizionali.

Per capire l’enigma bisognerebbe riflettere su come funziona effettivamente la macchina finanziaria.

Innanzitutto esiste un surplus enorme di liquidità e questo è il problema. Solo i bilanci statali possono spendere soldi giacche la popolazione è letteralmente drenata. Quindi ciò che occorre acquistare sono cose costose anche se inutili. E cose che noi riusciamo a produrre. In tutto questo la condizione che l’Unione Europea è spendere denaro. Esiste un’enorme surplus di denaro generato dalla Banca Centrale e bisogna collocarlo.
Bisogna anche inventarsi nuove attività industriali alla portata e creare bisogni che non esistevano su cui riversare la liquidità.

Fin quando la macchina gira, l’economia funziona, l’occupazione non scende troppo, tutto va bene. Il problema – per quanto non sia percepito dalle ‘masse ‘ – è l’eccessiva liquidità sui mercati e non la precarietà di risorse finanziarie. Ciò che complica le cose è però che i consumi non ci sono e che queste risorse finanziarie sono in mano a privati. Ora se la UE immette troppa liquidità provoca inflazione ed il crollo del sistema. Quindi deve obbligare a realizzare progetti costosi anche se antieconomici. Così i privati spendono, l’industria riprende con le sovvenzioni dello tato, i soliti noti si arricchiscono e l’economia – si spera – gira.  Il new deal è in fondo un progetto che segue una certa logica ideologica sull’aspirazione di un futuro della classe dominate emergente.

Il debito? Quale debito?

Il debito è da riversare sul lavoro perchè senza lavoro crolla tutto. Ma non è detto che tutto il lavoro debba servire per soddisfare i i bisogni fondamentali.
In fondo le guerre sono state utilizzate a lungo per azzerare il tutto per poi ricostruire incentivando la crescita ed arricchendo le aziende di  chi è sopravvissuto al default economico.

patrizioricci @vietatoparlare

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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