La vice presidente dell’AfD Alice Weidel al minuto 34 dell’intervista con Musk su X, ha definito il dittatore nazionalsocialista Adolf Hitler un “comunista”.
“I nazionalsocialisti, come suggerisce la parola, erano socialisti”, ha detto Weidel in un’intervista online con il miliardario della tecnologia Elon Musk sulla sua piattaforma X. “Era un comunista e si considerava un socialista”.
Hitler nazionalizzò le imprese e chiese tasse elevate. “E il risultato più grande dopo questa terribile era della nostra storia è stato etichettare Adolf Hitler come conservatore e di destra”, ha aggiunto il leader dell’AfD. “Lui era esattamente l’opposto. Non era un conservatore, non era un libertario. Era un tale comunista, un socialista. Punto”. L’AfD è “l’esatto opposto”. Queste in sostanza le affermazioni della Weidel.
Il contesto di questa dichiarazione va però compreso alla luce del difficile clima politico in cui l’AfD opera in Germania. Il partito è costantemente bersaglio di attacchi violenti e strumentali da parte dell’establishment, che sfrutta il peso storico del nazismo per screditarlo e associarlo surrettiziamente all’estrema destra. Questa strategia mira a delegittimare ogni proposta sovranista dell’AfD, indipendentemente dalla sua natura, rendendo qualsiasi discorso politico un terreno minato.
Le accuse rivolte all’AfD spesso fanno leva su un passato storico che rimane una ferita aperta per la Germania. Di fronte a questo scenario, è comprensibile che Weidel e il suo partito tentino di prendere le distanze dalle etichette strumentali e rispondano alle critiche, anche rischiando affermazioni controverse.
Ma cosa c’è di vero?
L’affermazione della leader dell’AfD Alice Weidel, che definisce Adolf Hitler un “comunista” e un “socialista”, richiede un’analisi storica e filosofica accurata per valutare quanto sia vera, parzialmente vera o falsa. Di seguito, un’analisi articolata:
1. Socialismo e nazionalsocialismo: ambiguità terminologica
Il termine “nazionalsocialista” nel nome del partito di Hitler (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei, NSDAP) include il riferimento al socialismo, ma il suo significato ideologico non coincide con il socialismo tradizionale.
Il nazionalsocialismo è stato un movimento ultranazionalista e totalitario che utilizzava elementi retorici del socialismo per attirare le classi lavoratrici. Tuttavia, la sua pratica si discostava nettamente dai principi fondamentali del socialismo marxista o del comunismo, che promuovono l’abolizione della proprietà privata e la lotta di classe.
2. Hitler “comunista”: affermazione non corretta
Hitler era un nemico ideologico dichiarato del comunismo e del marxismo. La lotta contro il comunismo fu uno dei pilastri della propaganda nazista, sia all’interno della Germania che durante la guerra (es. invasione dell’Unione Sovietica).
Il comunismo è una dottrina basata sull’internazionalismo proletario, mentre Hitler promuoveva un nazionalismo estremo fondato sulla supremazia razziale. Questi due ideali sono incompatibili.
3. Politiche economiche del nazionalsocialismo
È vero che il regime nazista intervenne pesantemente nell’economia, nazionalizzando alcune industrie strategiche, imponendo tasse elevate e regolamentando il mercato. Tuttavia, questo interventismo non lo rende né socialista né comunista.
Il controllo economico del nazismo era subordinato agli obiettivi militari e nazionalistici, non alla redistribuzione della ricchezza o alla lotta di classe. La proprietà privata e il capitalismo furono mantenuti, purché servissero gli obiettivi del regime.
4. Hitler “non conservatore, non libertario”: parzialmente vero
Hitler non era conservatore in senso tradizionale: rifiutava le istituzioni e i valori borghesi tipici del conservatorismo classico.
Non era nemmeno libertario, in quanto il nazionalsocialismo era fondato su un’autorità statale assoluta, oppressiva e invasiva.
5. Critica alla narrazione storica
La critica di Weidel alla narrazione che etichetta Hitler come “conservatore” o “di destra” è in parte corretta. Il nazionalsocialismo non può essere ridotto alle categorie politiche tradizionali di destra o sinistra, essendo un’ideologia totalitaria con caratteristiche ibride.
Tuttavia, ciò non giustifica l’etichettatura di Hitler come comunista o socialista nel senso marxista. Queste affermazioni distorcono la realtà storica.
L’affermazione di Alice Weidel contiene elementi di verità, come il riferimento all’interventismo economico nazista e al rigetto del conservatorismo tradizionale. Tuttavia, è complessivamente fuorviante e storicamente inaccurata. Definire Hitler un “comunista” è sbagliato, poiché le sue politiche e ideologie erano in netta opposizione al comunismo. Anche definirlo un “socialista” è problematico, dato che il “socialismo” nel nazionalsocialismo era più che altro una facciata retorica, priva di un’autentica base ideologica.
L’affermazione della Weidel deve essere compresa nel contesto degli attacchi
La risposta di Weidel deve essere compresa nel contesto degli attacchi, spesso violenti e strumentali, provenienti dall’establishment, che sono arrivate alle minacce di mettere il partito “fuorilegge” e sfrutta il peso storico del nazismo per colpire l’AfD. Questo passato, ancora dolorosamente vivo nella memoria collettiva, rende particolarmente facile associare l’AfD al nazismo, sebbene tale accostamento sia pretestuoso. È comprensibile, dunque, che il partito cerchi di distanziarsi da queste accuse e di ribattere a critiche che appaiono tendenziose.
È vero che un certo “humus socialista” ha avuto rilevanza storica, come nel caso di Benito Mussolini, direttore dell’Avanti!, organo del Partito Socialista, prima di intraprendere il percorso fascista. Tuttavia, ridurre la complessità del nazionalsocialismo o del fascismo a semplici etichette ideologiche non rende giustizia alla realtà storica.
Oggi l’AfD cerca di rispondere alle preoccupazioni del popolo tedesco, e l’accostamento al nazismo o all’estrema destra ha spesso il solo scopo di delegittimare ogni proposta sovranista, indipendentemente dalla sua natura. È importante riconoscere che tali linee politiche non possono essere automaticamente assimilate né al comunismo né al nazismo, poiché presentano caratteristiche proprie e autonome.
Per quanto riguarda l’affermazione che “l’AfD è l’opposto del partito nazista”, è corretta. L’autoritarismo, infatti, si manifesta oggi sotto forme meno esplicite ma altrettanto pervasive, mascherandosi con il linguaggio del “bene comune” e utilizzando strumenti subdoli per esercitare controllo.
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— Alice Weidel (@Alice_Weidel) January 9, 2025