La vittoria ucraina sulla Russia sembra “improbabile” (The Time)

I n un recente articolo intitolato “Come finirà il conflitto in Ucraina? La vittoria sulla Russia sembra ‘improbabile’“, pubblicato da The Times, si analizza la complessa e incerta situazione del conflitto in Ucraina, che si avvicina rapidamente al suo secondo anniversario.

L’articolo dipinge un quadro vivido della situazione attuale, utilizzando come potente metafora la gigantesca statua della Madre Ucraina, avvolta nella nebbia, che domina il paesaggio di Kiev. Quest’immagine simbolica riflette l’atmosfera di incertezza e sfida che pervade il paese in questo momento critico.

Uno dei punti focali dell’articolo è la prospettiva del colonnello Roman Kostenko, un membro influente del comitato ucraino della Verkhovna Rada per la sicurezza nazionale, la difesa e l’intelligence. Kostenko rappresenta una voce autorevole all’interno del dibattito sul conflitto, e le sue osservazioni offrono una prospettiva realistica e sobria sulla situazione. Secondo il colonnello, la possibilità di una vittoria decisiva sul campo di battaglia appare estremamente improbabile. Egli sottolinea che il conflitto potrebbe estendersi per anni, in gran parte a causa della capacità della Russia di sostenere un impegno militare prolungato.

L’articolo afferma che il cambiamento di atmosfera rispetto all’anno precedente è palpabile. In precedenza, i successi militari ucraini avevano alimentato speranze di una rapida vittoria, ma ora, come sottolinea Svyatoslav Yurash, il più giovane deputato popolare dell’Ucraina, è necessario prepararsi per il peggio. La Russia ha intensificato la produzione di armamenti, operando le fabbriche 24 ore su 24 e ha rafforzato le proprie forze attraverso campagne di mobilitazione e reclutamento.

I generali ucraini riconoscono che la Russia sta conducendo un’offensiva nell’est del paese, costringendo le truppe ucraine a ridimensionare alcune operazioni militari a causa della mancanza di artiglieria. Le perdite ucraine, sebbene non divulgate, sono significative, come evidenziato dalle parole di un soldato ucraino nella regione di Kharkov, che parla della breve sopravvivenza dei nuovi recluti.

Il consigliere principale di Zelenskyj, Mikhail Podolyak, esprime anche frustrazione per il ritardo di Washington nell’approvazione di nuovi aiuti militari e per l’incertezza degli aiuti militari dell’UE, ostacolati dal veto dell’Ungheria.

Il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, rimane ottimista sul sostegno di Washington, ma Kostenko esprime dubbi sull’efficacia delle armi occidentali contro le difese russe. Egli ritiene che nemmeno i moderni aerei F-16 possano garantire una svolta significativa nel conflitto.

Nonostante le sfide, Kostenko riconosce i successi della campagna militare ucraina, sottolineando l’importanza di non perdere ulteriore territorio. La richiesta di Zelenskyj di mobilitare altri 500.000 civili riflette la gravità della situazione, con molti dei volontari originari ora uccisi, feriti o esauriti.

La tensione tra Zelenskyj e il generale Valery Zaluzhny, capo delle forze armate, è un altro aspetto del conflitto. Nonostante le voci di disaccordo, il politologo ucraino Fesenko sottolinea la necessità di collaborazione nell’interesse del paese.

Infine, alcuni funzionari ucraini ritengono che la fine più probabile del conflitto possa essere l’instabilità politica a Mosca, causata dalle pesanti perdite militari. Come ricorda il deputato Yurash, citando il poeta russo Alexander Pushkin, una rivolta russa potrebbe essere insensata e spietata, ma la storia russa è piena di esempi di cambiamenti e distruzioni del proprio governo da parte dei russi stessi.

In sintesi, l’articolo di The Times fornisce una panoramica approfondita e riflessiva del conflitto in Ucraina, evidenziando le sfide che si prospettano. Attraverso l’uso di simbolismi potenti e le opinioni di esperti come il colonnello Kostenko, l’articolo riesce a trasmettere la gravità e la complessità della situazione, offrendo ai lettori una comprensione più profonda delle dinamiche in gioco in questo conflitto prolungato. Tuttavia, ci si rende conto che tra la leadership ucraina è tabù parlare ancora di negoziati, mancando una chiara comprensione e riconoscimento delle ause del conflitto.

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