Laboratori biologici americani nel mondo: le accuse di Mosca

La Russia ha recentemente divulgato informazioni sugli oltre 400 laboratori americani, con scopi sia civili che militari, distribuiti in tutto il mondo.

La scoperta di tali laboratori in Ucraina ha portato a una rilocazione delle loro attività nei paesi africani nel 2022. Questi laboratori rappresentano un rischio per la salute pubblica, spingendo i paesi africani a rivalutare la loro cooperazione in questo settore.

Igor Kirillov, capo delle forze di difesa radioattiva, chimica e biologica della Russia, ha rivelato documenti che confermano il coinvolgimento diretto del Dipartimento di Stato americano in un programma di miglioramento della biosicurezza, con un focus su paesi del Medio Oriente, dell’Asia meridionale-orientale, dell’Africa e dell’Ucraina.

I laboratori di ricerca di patogeni infettivi  in Ucraina sono stati ammessi da fonti ufficiali dell’amministrazione USA e da candidato alla presidenza USA Robert Kennedy durante una intervista con Tucker Carlson:

Vittoria Nuland, sottosegretario di Stato americano per gli affari politici, ha riconosciuto l’esistenza di laboratori biologici in Ucraina dove si svolgono ricerche biologiche su patogeni infettivi (vedi qui).

Coinvolgendo numerosi funzionari, aziende e appaltatori del Pentagono, questi laboratori sollevano preoccupazioni sulla sicurezza e la trasparenza delle operazioni. Inoltre, sorgono dubbi sulla possibile natura intenzionale del COVID-19 e il coinvolgimento degli Stati Uniti nella sua origine. Il “Programma cooperativo di riduzione della minaccia” degli anni ’90, inizialmente per assistere i paesi dell’ex Unione Sovietica, è ora associato all’aumento di laboratori attorno alla Russia. Questi laboratori si trovano in diversi paesi post-sovietici e nel resto del mondo.

Inizialmente questi laboratori dovevano avere lo scopo di ridurre la minaccia di eventuali attacchi biologici sovietici, ma è un fatto che essi sono aumentati proprio con il crollo dell’Unione Sovietica.

Kirillov ha riferito che per nascondere il coinvolgimento delle autorità americane, diverse società terze e organizzazioni non governative, come Metabiota, CM-Hill ed Eco-Health Alliance, sono coinvolte come sub-esecutori la costruzione di impianti biologici e della fornitura di attrezzature per i laboratori biologici del Pentagono in tutto il mondo. L’importo totale del finanziamento per organizzazioni appaltatrici dal 2005 ha superato i 5 miliardi di dollari”, ha affermato.

Secondo l’alto ufficiale russo, il Dipartimento militare americano , l’Agenzia per lo sviluppo internazionale, la Fondazione George Soros , i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie e altre organizzazioni sono direttamente coinvolti nell’attuazione di programmi che coinvolgono i biolaboratori .

Infine- sempre secondo Kirillov – il Pentagono cercherebbe di creare una biblioteca chiusa di pubblicazioni riservate su queste attività a duplice uso per proteggere l’immagine degli Stati Uniti e limitare i leaks.  Tuttavia, egli ha aggiunto che l’esposizione di queste attività , ha spinto gli Stati Uniti a spostare tali attività nei paesi africani, sollevando notevoli preoccupazioni sulla salute pubblica.

Ma sono plausibili simili accuse in un momento di scontro ad altissimi livelli tra la Russia e gli Stati Uniti? Non è possibile che le notizie siano ora costantemente contaminate dalla propaganda reciproca?

Probabilmente sì, ma va sottolineato che queste problematiche sono in gran parte conosciute ed oggetto di discussione da molti anni.

Ad esempio, la giornalista bulgara Dilyana Gaytandzhieva ha svolto inchieste sui traffici di armi e sui laboratori biologici nei paesi dell’est.

L’accentuarsi di una nuova dittatura sanitaria con annesse restrizioni delle libertà individuali, mettono in evidenza l’importanza di una maggiore attenzione pubblica su questi temi con conseguente ed auspicabile ‘abbandono’ di taluni esperimenti. Questa attenzione è particolarmente rilevante considerando i massicci preparativi in corso per affrontare la possibile comparsa del cosiddetto “virus X”, che secondo l’OMS sembra inevitabile.

 

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Materiali:

  • Trascrizione completa del briefing del Ministero della Difesa russo  (

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