La Russia è stata punita ulteriormente per le questioni antidoping. La vicenda è controversa. Lo scandalo antidoping si scatenò prima delle olimpiadi e pochi mesi prima delle elezioni presidenziali russe. A scatenare lo scandalo fu inizialmente Gregory Rodchenkov . Su di lui la Russia ha spiccato un mandato di cattura internazionale. Le autorità russe dicono di avere prove sufficienti per accusare Gregory Rodchenkov della distruzione dei test antidoping degli atleti e di aver manipolato i campioni. La Russia dice di avere prove che in cambio della consegna dei test degli atleti russi positivi al doping , sarebbe stato a lui offerto cittadinanza USA e asilo. Numerosi atleti e allenatori russi hanno già testimoniato contro di lui.
Quando avvenne la estromissione della Russia alle Olimpiade in Sud Corea, la Russia adottò tutte le misure necessarie per conformarsi sia al CIO che alla WADA rispondendo a tutte le domande e offrendo piena trasparenza nella ricerca di documenti e test antidoping. Ma mentre la Russia rispettò i termini posti, Grigory Rodchenkov, il principale fautore delle accuse, rifiutò tutti gli incontri incontri con rappresentanti russi all’estero. Alle Olimpiadi nessun inno, nessuna bandiera e assolutamente nulla in relazione ai simboli della Russia. Alle Olimpiadi furono esclusi anche i puliti che erano favoriti nel raccogliere medaglie. E successivamente all’esame degli ulteriori test – i cui risultati furono diffusi dopo le olimpiadi – praticamente quasi tutti gli atleti risultarono puliti ( nel settembre 2017 – l’agenzia mondiale antidoping Wada – come risultato dell’indagine – aveva sollevato dalle accuse ben 95 atleti russi su 96. Ciò vuol dire che le le prove presentate erano risultate per massima parte inconsistenti).
Ciononostante questi furono i criteri adottati: la Russia non solo non parteciperà alle Olimpiade di Tokio ma ad ogni competizione sportiva internazionale.
Ma c’è di più. Quando la RUSADA (agenzia antidoping russa) ha preparato una memoria contro-deduttiva per discolpare lo sport russo dalle accuse di doping diffuso, il suo stesso direttore Yuri Ganus ha lanciato nuove accuse che mettono in crisi definitiva la possibilità di una positiva soluzione della vicenda. La mia opinione è che se davvero ci siano stati casi di doping, la vicenda è stata adeguatamente strumentalizzata dai paesi ostili alla Russia ed in testa gli Stati Uniti. La questione appare come una questione sportiva ma con forti connotazioni politiche. E’ indubbio che questa vicenda sia usata in maniera strumentale e capziosa.
L’articolo che segue è della giornalista Karine Bechet, presidente dell’associazione ”Comitas Gentium France -Russie”.
@vietatoparlare
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Karine Bechet
La saga delle sanzioni olimpiche contro la Russia continua ad essere in pieno svolgimento. Mentre RUSADA (agenzia antidoping russa) ha inviato ufficialmente la sua lettera alla World Anti-Doping Agency (la WADA, l’agenzia antidoping mondiale) per contestare le sanzioni contro gli atleti russi, il suo direttore generale, Yuri Ganus, accompagna, senza precedenti, questa lettera dichiarando di non condividere la posizione del Consiglio esecutivo dell’Agenzia antidoping russa. Non è il suo primo tentativo di silurare questa agenzia. Sorprendente? No, non proprio. Yuri Ganus sembra avere contatti “eccellenti” con WADA e assolutamente nessuna connessione o attaccamento allo sport. Come con Rodchenkov, gli Stati Uniti sanno ringraziare i suoi servitori.
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[su_panel shadow=”0px 5px 3px #eeeeee”]nota= Grigorij Michajlovič Rodčenkov è un dirigente pubblico e chimico russo. È stato direttore del laboratorio nazionale russo di antidoping, sospeso dall’ Agenzia mondiale antidoping nel novembre 2015 per aver facilitato il programma di doping sponsorizzato dallo stato della Russia. [/su_panel]
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